THE BLAIR WITCH PROJECT, l'originale, era stata una delle più lucrose e intelligenti operazioni di marketing pubblicitario, capace di montare un caso di pura fiction e trasformarlo, grazie a un uso innovativo di internet, in verità (presunta). Risultato: miliardi incassati a fronte di una spesa quasi nulla. Il seguito, non potendo più fingere di nuovo che si trattasse di realtà (troppa era stata l’eco della precedente “frode”), ci prova solo a parole, dicendoci che il film questa volta è una ricostruzione cinematografica (quindi con attori “veri”...Leggi tutto e una regia ben precisa) di fatti accaduti in seguito al successo del primo BLAIR WITCH. Ovviamente non ci crede nessuno, questa volta, e metà della forza del progetto viene a mancare fin da subito. Inoltre se il primo capitolo, pur ampiamente sopravvalutato, era comunque un’idea interessante sviluppata con stile documentaristico apprezzabile, il seguito è solo un horror di pessima fattura. Qui i protagonisti non scompaiono ma, svegliatisi dopo una notte di cui non ricordano nulla, ritrovano alcune videocassette che testimoniano di loro folli riti notturni. Poi, a dire il vero, gran parte del film è ambientato nel capannone dove i ragazzi rivedono le cassette e dove cominciano ad avere visioni, inspiegabili ustioni… C'è una che è convinta di essere una strega, un'altra vestita da Morticia Addams, ragazzi che continuano a ripetere “cazzo, merda...” come unica difesa da fenomeni inspiegabili. Un horror patetico, dai colori ipersaturi, costruito per un pubblico di teenager (costante il ricorso a musiche metal e stereotipi da horror di serie B) e sceneggiato malamente. Fastidiosi i continui flashback che spezzano.
Sicuramente più interessante del film che lo ha preceduto, poiché strutturato su una sceneggiatura coerente e fortificato da un budget discreto, in grado di garantire, se non eccezionali interpreti, un buon reparto di SPFX. Il regista, inoltre, pur se nuovo al genere horror, ha una discreta esperienza e riesce a confezionare una pellicola complessivamente vivace e ben strutturata sul piano prettamente visivo.
La buona (cosa non scontata) colonna sonora aiuta a seguire con interesse la vicenda, che resta banale, ma circoscritta all'horror.
Noleggiato per sbaglio al posto del primo episodio mi lasciò sbigottito (come mai tanto successo?) e annoiato: storia prevedibile e tirata per le lunghe, personaggi risibili e male assortiti, qualche morale fuori luogo. Poi capii di aver sbagliato film e rimandai la risposta al mio sbigottimento alla visione dell'originale: la delusione è rimasta.
Il film compie egregiamente il suo dovere di horror. Scontato l'avviso iniziale di un film creato cambiando i nomi di persone che hanno assistito veramente a questi fatti. Discreta recitazione, regia sulla media, senza lampi di genio né trovate memorabili ma anche senza cadute. Una sceneggiatura che poteva (e doveva) essere sfruttata meglio, ma ahimè ci si è troppo soffermati sui rapporti sui ragazzi invece che sulla strega. Modesto rispetto al primo. Finale da bocca asciutta.
MEMORABILE: Non sono io quello (nei filmati delle videocassette), compaiono i cani (dell'allarme).
Trovatisi a gestire il successo mondiale del primo film, i produttori hanno allestito un sequel modesto e raffazzonato, accumulando elementi senza troppo criterio per catturare l'attenzione di un pubblico giovane. Tanto minimalista e fuori dal coro era l'originale, tanto visivamente vivace e vario ma globalmente stereotipato è questo seguito. Piuttosto anonime le prove degli attori: bravina e sufficientemente decorativa la Leerhsen, poi riciclatasi in altre pellicole similari.
Considerando che il primo BWP per me è ampiamente sopravvalutato, questo pur modesto sequel almeno conta su una sceneggiatura coerente anche se stirata per coprire la durata del film. Buona, a mio parere, l'idea di base, sufficiente la recitazione, di mestiere la regia e la fotografia pur senza particolari guizzi. Non completamente inutile.
Era difficile replicare il successo del primo, così l'autore ha pensato che, stravolgendo un po' la formula, avrebbe potuto tirare fuori qualcosa di buono. Il risultato non può dirsi del tutto riuscito perché, sebbene il film in sè sia moderatamente fruibile e ci sia qualche buona scena di tensione, alla fine il tutto si risolve in una bolla di sapone e le cose che restano impresse sono poche o nessuna. L'idea di base non era poi malvagia, ma la realizzazione in sè è piatta.
Migliore del precedente, rispetto al quale chiarisce molti punti oscuri. Qui viene risaltata e marcata la forte spinta dei giovani verso la ricerca di sensazioni fuori dal comune. Giustificatissimo, guai se così non fosse... bisogna però sempre tener conto che la ricerca dell'arcano in modo inconsapevole, spregiudicato e sbarazzino può provocare conseguenze disastrose e talvolta anche letali. Il film non emerge perché abbastanza scontato, ma se non altro non si fa l'errore molto comune di correggere con lo splatter la limitatezza di idee...
In seguito alla visione del film BWP cinque giovani videoamatori si recano nelle Black Hills per scoprire la verità; anche loro se ne pentiranno. Sequel meno infame di quanto si senta dire, fa luce su molti punti insoluti del primo film ed aggiunge nuovi interessanti tasselli alla leggenda della strega. Recitazione discreta, qualche scena splatter, un po' di paura, finale spiazzante. Brave (e belle) Erica Leehrsen e Kim Director. Merita almeno un'occhiata.
MEMORABILE: Il dottore infila il catetere nel naso a Jeffrey; La prima notte nel bosco; Le mostruose apparizioni; Erica che balla nuda attorno all'albero; La verità.
Uno dei più originali horror di inizio millenio, che mescola le carte in tavola con gran perizia. Poco o nulla da spartire col capostipite (che resta un capolavoro); gruppo di soliti teenager, "giovani streghe" darkettone, lucida follia omicida, delirio e un finale tra i più geniali e dirompenti mai girati. L'inizio propende per il mockumentary per reminiscenze di continuity, ma poi va per la sua strada e vive di vita propria. Apparizioni fantasmatiche davvero terrificanti e black out mentali che fanno cortocircuito e che poi gelano il sangue.
MEMORABILE: La bimba spettro all'ospedale; L'apparizione dei ragazzini fantasma stile Il ritorno dei morti viventi; Il folle e delirante assassinio della ragazza.
Destinato a chi ha visto il primo film, o almeno sappia di cosa si sta parlando, questo seguito non è strutturato come un finto documentario ma come un vero film. La sceneggiatura appare mediocre, nonostante qualche discreta scena horror; comunque nulla di particolarmente meritevole. Modesto. *!
Se il primo aveva dalla sua la novità qui siamo davvero davanti al nulla quasi assoluto. Plot hole ed errori di continuità e/o di montaggio a go-go e difficoltà cronica a capire alcune spezzoni se non si è visto il primo. Girato poi in perfetto stile film-tv (o fiction che dir si voglia) di horror ha davvero poco o niente. Con qualche ritocco alla sceneggiatura poteva essere un discreto thriller con contaminazioni ghost. Ma tant'è... Almeno la produzione tralascia, questo sì intelligentemente, la forzatura del mockumentary a tutti i costi.
MEMORABILE: Il macroscopico errore: per potersi vedere, le cassette devono essere guardate all'indietro, ma il counter continua inesorabilmente ad andare avanti!
Almeno in questo secondo episodio il regista ha avuto il buon senso di riprendere il concetto "normale" di film evitando di procurare allo spettatore il mal di mare per l'uso sconsiderato della camera a mano. Note negative: un'impostazione di base un po' troppo horror per teenager, ed una confusione generale nel finale dovuta ad una sorta di follia collettiva (o alta stregoneria che dir si voglia) che permette agli sceneggiatori di fare tutto ed il contrario di tutto. Per i fan dell'ambiente boschivo un must.
In Blair witch 2 c'è tutto quello che non c'era nel primo capitolo, ovvero una storia, suspence e molti spaventi. Questo perché si è scelto di cambiare completamente registro lasciando da parte il P.O.V. estremo. Certo non siamo di fronte a un capolavoro del genere, ma almeno siamo di fronte a qualcosa che assomiglia di più a un horror. Buoni gli effetti speciali.
Perde la radicale originalità del predecessore, ma questo significa poco. E' un horror convenzionale, nel quale rimane una flebile traccia dell'elemento caratterizzante del primo (quando si tratta di un certo filmato). Il resto è piuttosto di routine, seppur la medesima venga stesa in modo professionale e per certi versi efficace. Ma io preferisco gli horror più grezzi, meno "luccicanti" e più arditi.
Premessa: sono un cultore del primo capitolo, che all'epoca mi rapì totalmente con le sue riprese e le atmosfere create e tutt'oggi lo reputo un film grandioso. Le aspettative per questo secondo capitolo erano tantissime e sono state polverizzate da un lavoro dozzinale e approssimativo. Paradossalmente bastava copiare il primo capitolo per risultare decenti e invece si è preferito creare il solito film dove secchiate di luoghi comuni vengono inseriti per tutto il tempo. Dopo anni migliora di pochissimo, veramente pochissimo. La colonna sonora è l'unica cosa decente.
Sulla scìa della fama della strega di Blair, una comitiva di ragazzi (con al seguito darkettone e fan della wicca) organizzano gite sul posto per provare forti emozioni. Sequel abbastanza indiretto di BWP, abbandona le vesti di mockumentary per diventare semplice fiction, un prodotto standard (anche piuttosto artefatto). Come film d'intrattenimento a sé stante ha qualcosa di godibile che ne fan un discreto horror e nulla più, ma come sequel è assolutamente inutile: BWP avrebbe dovuto rimanere un gioiello unico, senza seguiti.
MEMORABILE: Le scene registrate che mostrano quello che realmente è accaduto la notte nella foresta.
L'idea alla base è ottima: il seguito di un film falso spacciato per autentico è un film dichiaratamente falso in cui il primo Blair witch viene proiettato al cinema (ergo, si svolge nel mondo reale). Buono l'espediente delle registrazioni che mostrano una verità dei fatti del tutto diversa, aggiungendo un ulteriore livello di (meta)finzione al disegno. Notevoli pure i colpi di scena. Peccato che il sequel in sé sia uno scialbo horror per teenager, mal recitato e dalle atmosfere nulle, anche se gradevolmente violento. Visivamente insufficiente, ma troppo curioso per essere snobbato.
MEMORABILE: Gli autentici spezzoni televisivi riguardanti il successo del primo Blair witch; Il torace graffiato a sangue; L'orgia; La rivelazione conclusiva.
La premessa meta-cinematografica - saremmo in un mondo dove The Blair Witch Project ha spopolato liberando frotte di turisti nelle location del film - sembra riprendere il discorso teorico avviato da Scream. Ma è solo un mero espediente per costruire una cornice narrativa collegata all’originale: al centro c’è un film indeciso tra cascami di vecchia generazione - l’effimera deriva manicomiale, l’inferno evocato con qualche birra e un paio di canne - e innovazione - le riprese in POV utilizzate con poco criterio. Finale spartano, al di sotto delle aspettative. Vedibile e rimovibile.
Con quel titolo da specchietto per le allodole, con quell’estetica wicca-goth fuori stagione, con quell’umore serioso e al tempo stesso superficiale, poteva essere solo un progetto da dimenticatoio. E invece è anche un horror piacevolmente paranoico, ben strutturato nei tempi e con alcune soluzioni visive inquietanti. Come sequel ha chiaramente poca ragion d’essere, ma come singolo divertissement funziona.
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Oltre a tentare di bissare, con budget più corposo, il successo del suo predecessore TBWP2 si rifà, soprattutto per la presenza di specialisti in case infestate, a classiche pellicole tipo Gli invasati e Dopo la vita.