Il canto del cigno - Film (2021)

Scoperto di essere affetto da un male incurabile, un uomo accetta di sottoporsi ad un trattamento sperimentale a seguito del quale potrà trasmettere tutti i suoi ricordi in un clone biologico destinato a prendere il suo posto accanto a moglie e figlio senza che loro se ne rendano conto... Tema affascinante come pochi, quasi sempre affrontato in chiave action oppure con toni comici, quello della clonazione umana solleva interrogativi etici pesanti come macigni. Il film si limita ad accennarli ma risulta comunque valido e a tratti commovente grazie alla bella prova di Mahershala Ali. 

La clonazione umana è stata proposta al cinema con svariate modalità; in questo film di Benjamin Cleary rappresenta in realtà un pretesto per trattare i legami affettivi, specie quelli post traumatici. L'approccio è quello della caratterizzazione psicologica approfondita del personaggio principale. Il risultato è un film che sa essere incisivo e delicato insieme, realizzato con un tono elegiaco che tiene da parte per quanto possibile i toni alti, sebbene alcuni personaggi, tipo quello interpretato dalla Close appaiono impersonali. Ottima la prova del protagonista, Mahershala Ali.

Storia intrigante che permette di esplorare dilemmi esistenziali e di dare loro credibilità grazie alla prova degli attori, specie quella di un Mahershala Ali che riveste due ruoli, per l'occasione. La messa in scena è curata e sfrutta ambientazioni futuristiche in grado di dargli un certo sapore senza essere "urlate". Il tallone d'Achille è invece la lentezza della prima parte, che può anche indisporre e che viene compensata solo in parte dai dilemmi e contrasti che si presentano nella seconda.