Uno dei peggiori omaggi a Hitchcock mai girati. Un intreccio puerile degno della serie B più riciclata è sviluppato da Demme con l'unico scopo di emulare il Maestro tentando vanamente di creare suspense (inesistente) partendo da personaggi fasulli. LAST EMBRACE parte discretamente per rivelarsi ben presto un polpettone senza capo né coda, nel quale le parentesi erotiche sono inserite forzatamente tanto quanto il solito rifacimento (almeno quetso girato con gran classe) del finale sul campanile di LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE. Volutamente rétro e hitchcockiana anche la colonna sonora di Miklos Rozsa,...Leggi tutto ma a Demme manca del tutto quel senso di tensione, di coinvolgimento proprio dei classici del Maestro (ma anche di De Palma, che non avrebbe mai potuto girare un thriller così fiacco), si lascia attrarre da formalismi fuori luogo sperando forse di dare un suo marchio all'opera. Certo, un soggetto tanto banale e risibile non avrebbe aiutato nessuno, tuttavia Demme ci mette del suo inventandosi un finale - alle Cascate del Niagara - che vorrebbe di nuovo rievocare quelli spettacolari di INTRIGO INTERNAZIONALE o I SABOTATORI ma esce dal confronto con le ossa rotte; vi arriva in modo totalmente pretestuoso e si perde in un inseguimento insulso senza sfruttare mai (nemmeno nel momento clou) l'indubbio fascino di una location finalmente azzeccata. Sembra quasi una presa in giro, un thrillerino da studentello alle prime armi (IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI pare davvero opera di un'altra mano) che si bslocca scioccamente coi meccanismi hitchcockiani. Eppure Roy Scheider (ovvero Harry Hannan) non è il primo venuto; perché non riesce a incidere nemmeno lui? Se poi voleva essere un whodunit appare drammatico che il colpevole si individui immediatamente. Tremendamente noioso e dispersivo.
Un thriller che si rifà esplicitamente ai classici di Hitchcock e in particolare a La Donna Che Visse Due Volte. Ottimamente scritto e altrettanto ben diretto da Demme, si avvale di un ritmo notevole, alcune strepitose scene di suspense e un cast al meglio delle sue possibilità. Su tutti, memorabile prova di un Roy Scheider davvero ben calato nel suo personaggio. Un film da riscoprire.
MEMORABILE: Aspettando il treno; il lungo, drammatico finale.
Bel film di matrice hitchcockiana, narrato con ritmo adeguato e ben interpretato. Nella sceneggiatura sono però presenti alcuni buchi e, alla fine, il cerchio non si chiude completamente.
Splendido thriller di matrice hithcockiana che può contare su una notevole sceneggiatura capace di creare, specie nella prima parte, un clima di mistero e tensione che attanagliano lo spettatore fino ad arrivare all'incredibile colpo di scena che costiutisce il colpo d'ala del film, prima della bellissima parte finale in cui Demme dimostra tutta la sua abilità registica destreggiandosi perfettamente tra le cascate del Niagara e costruendo delle scene non poco avvicenti. Un vero e proprio gioiello da riscoprire e rivalutare.
Chi minaccia l'agente segreto Harry Hannan, che ha appena perso la moglie ed ha il sistema nervoso a pezzi? Omaggio a Hitchcock girato con abilità da Demme, che però non è assistito dalla sceneggiatura (inverosimile e piena di incongruenze) e dal cast, nel quale si salva solo il bravo Roy Scheider. L'inizio è eccessivamente ellittico, poi il film sembra decollare con la giusta ambiguità tra paranoie del protagonista e veri pericoli, per deragliare man mano che l'indagine si avvicina al colpevole. Colpo a salve.
MEMORABILE: Perchè nel campanile uno dei due letteralmente impazzisce al suono delle campane che all'altro non fanno un baffo?
Inizia come un intrigo spionistico, ma si capisce subito che è fumo negli occhi e la storia è un’altra. In realtà la storia conta poco, come i personaggi (sagome di cartone senza spessore), come i dialoghi (veramente tremendi), come pure il disvelamento finale (molto forzato). Ciò su cui il film si concentra, invece, è la messa in scena che si vorrebbe elegante ma è solo patinata, le tante citazioni hitchcockiane, così ostentate da risultare ridicole, la costruzione di sequenze che si vorrebbero tese e invece generano solo noia.
Come si realizza un film alla Hitchcock? Riproducendo e rimontando le sue sequenze topiche secondo una tenue logica narrativa o partendo da una sceneggiatura dettagliata che legittima il citazionismo? Per il maestro, si sa, le soluzioni visive erano sempre al passo di una scrittura esemplare. Demme lo omaggia con gusto cinefilo e fluviale, ma dimentica la lezione formativa: la storia del "Vendicatore di sangue" è pretestuosa; gli interpreti niente affatto accattivanti e migliorati dal doppiaggio. Alla lunga l'esercizio stilistico si fa tanto fastoso e atmosferico quanto superfluo e stancante.
L’impressione è quella di un rigido esercizio di stile sulle meccaniche vendicatrici di Truffaut e sulla suspense hitchcockiana destinato ad implodere nella freddezza accademica della confezione e nel senso di falso mistero evocato dai labili accenni alla cultura ebraica; solo nell’assordante scontro a fuoco tra Scheider e Napier sul campanile e nel gran finale alle Cascate del Niagara – ove, rispettivamente, vigilano le ombre di Welles e di Hathaway – Demme applica con personalità la lezione del “Mago del brivido” dimostrando una perizia registica avallata dalle opere future. Declamatorio.
Il primo film di successo firmato da Demme è un thriller che, almeno nella prima parte, intriga e coinvolge parecchio, ma che a conti fatti non riesce ad andare oltre l'omaggio formale a Hitchcock. Colpa soprattutto di una sceneggiatura lacunosa, che ci offre un movente dei delitti decisamente pretestuoso. Buone alcune singole sequenze (in particolare il finale alle cascate del Niagara) e l'interpretazione della coppia protagonista. Non ci si annoia, ma non si resta neppure eccessivamente soddisfatti.
Buon thriller hitchcockiano con diverse sequenze d'antologia e una credibile ambientazione sullo sfondo della comunità ebraica (molti criticano la sceneggiatura poco credibile, ma mi pare che in giro ci sia molto di peggio). Demme sa costruire scene originali pur restando nell'ambito del cinema di genere appreso alla scuola di Corman. Ottimo come sempre Scheider, attore più valido di molti colleghi più famosi e blasonati. Particine per Walken e il solito Napier attore feticcio di Demme. Da recuperare insieme al successivo Melvin & Howard.
MEMORABILE: Il finale alle cascate del Niagara con gli impermeabili gialli che rendono le persone indistinguibili; La morte di Napier nel campanile; Il treno.
Dopo aver vissuto la tragedia personale della perdita della moglie, un agente dei servizi segreti si sente costantemente minacciato da qualcuno che vuole fargli la pelle. Sarà la verità o il frutto di una mente stressata? Bellissimo thriller con risvolti etici e religiosi che gode di un'ottima ambientazione e di una prova superba da parte di tutto il cast. Anche quando il mistero viene svelato il film non smette mai di essere interessante.
Agente segreto reduce da un esaurimento nervoso causa vedovanza si trova al centro di un complicato intrigo che ruota attorno ad una minaccia di morte scritta in aramaico... Demme tenta la carta del thriller hitcockiano, e tanto perché sia ben chiaro piazza nel bel mezzo un omaggio esplicito al maestro, per quanto piuttosto goffo. Il film regge nella prima parte, quando il protagonista si muove sul filo della paranoia, ma poi si ingarbuglia accumulando incongruenze, tanto che neppure la spettacolare ambientazione dell'epilogo è sufficiente a farlo catalogare come riuscito.
MEMORABILE: In negativo: perché ingaggiare Walken per fargli dire due battute in croce?; Il personaggio assurdo del cognato pedinatore maldestro.
Quello che doveva essere un omaggio ad Hitchcock si trasforma dopo pochi interessanti minuti in una terribile scopiazzatura di tutti i cliché del regista inglese, con scene prese praticamente pari pari e che fanno pensare che più che voglia di omaggiare qualcuno, semplicemente non ci fosse nessun'idea. Se si esclude l'ottima prova di Roy Scheider e un ritmo che non rallenta, il resto è di una mediocrità sconfortante, con la scoperta dell'assassino più scontata della storia del cinema e una sceneggiatura che zoppica tra un buco e l'altro. Scenario finale sprecato. Un brutto film.
Agente CIA ha un esaurimento nervoso dopo l'omicidio della moglie. Thriller che nella prima parte mantiene un certo livello di tensione grazie alla sceneggiatura. Da quando iniziano le ricerche del protagonista, fino al termine, diviene però pasticciato col solo pretesto di scopiazzare Hitchcock (doccia compresa). La scena sul campanile è indubbiamente girata bene, mentre l'epilogo alle cascate risulta frettoloso e poteva essere allungato. Scheider si fa preferire nei momenti da esaurito più che da conquistatore.
MEMORABILE: Il gruppo di impermeabili gialli alle cascate; La spinta verso il treno; L'omicidio nella vasca.
Non invecchiato male, anche se visto a distanza di anni. Demme con questo esercizio di stile rifà con l'eclettismo che gli era congeniale sia Hitchcock - scontato ricordarlo - che Huston o Hawks, per l'intreccio ingarbugliatissimo e a volte intelligibile. Un po' diversamente da De Palma, altro coevo figliol putativo di Hitchcock, e al netto di un neoclassicismo cinematografico, pare nel 1979 già presagire diversi elementi del postmodernismo patinato di vestiti e superfici immobili degli anni '80. Splendida fotografia di Tak Fujimoto, Roy Scheider una garanzia.
MEMORABILE: L'elegantissimo completo sul panna-crema di Scheider, con camicia lilla e cravatta gialla, sempre intonso nella trafficata N.Y; La sexyssima Margolin.
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Beh, io qui sono abbastanza d'accordo con il sommo Davinotti, un film largamente sopravvalutato e anche pieno di ridicolaggini... ma forse un pallino è, in effetti, un po' poco ;)
DiscussioneColumbo • 17/12/10 18:26 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Zender ebbe a dire: Ahah, ma te li vai cercando allora... Qui potrei dire "un hitchvorrei ma non posso".
Lo giuro, è stato del tutto casuale...:D
Se ci dev'essere un figlio di Hitch quello si deve chiamare per forza Brian.
Su questo concordo pienamente. Però, non so se mi spiego, mentre De Palma è un discepolo poco educato, barocco, deforme, voyeurista, feticista, che esalta i difetti del Maestro e quant'altro, Demme è compatto e preciso, rielabora è vero, ma con tocco rispettoso e la sequenza finale alle cascate del Niagara potrebbe definirsi già "un classico".
DiscussioneColumbo • 17/12/10 18:28 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Rebis ebbe a dire: ma forse un pallino è, in effetti, un po' poco ;)
Comunque la si pensi, direi di si...:)
DiscussioneZender • 17/12/10 19:01 Capo scrivano - 48851 interventi
Columbo ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Ahah, ma te li vai cercando allora... Qui potrei dire "un hitchvorrei ma non posso".
Lo giuro, è stato del tutto casuale...:D
Se ci dev'essere un figlio di Hitch quello si deve chiamare per forza Brian.
Su questo concordo pienamente. Però, non so se mi spiego, mentre De Palma è un discepolo poco educato, barocco, deforme, voyeurista, feticista, che esalta i difetti del Maestro e quant'altro, Demme è compatto e preciso, rielabora è vero, ma con tocco rispettoso e la sequenza finale alle cascate del Niagara potrebbe definirsi già "un classico".
Sarà che a me invece proprio la sequenza al Niagara mi ha fatto cascare le braccia e l'ho trovata di rara debolezza e inconsistenza, nata per diventare a forza un classico che invece, sinceramente, non mi pare sia affatto diventato. De Palma è eccessivo proprio perché è un'attualizzazione di Hitchcock e quindi dà un senso alla sua rielaborazione, Demme per quanto mi riguarda ha trovato la sua vera dimensione col Silenzio degli Innocenti. Però è ovviamente solo una mia idea.
Direi comunque che la sequenza delle cascate omaggia Niagara di Henry Hathaway piuttosto che Hitchcock, o no? E' quella la sequenza veramente e ormai "classica".
DiscussioneZender • 19/12/10 14:14 Capo scrivano - 48851 interventi
Omaggia Niagara nel tipo di ambientazione, ma il grande scenario che offre se stesso per il finale lungo e spettacolare mi pare rientri in un ragionamento di ripresa hitchcockiana che percorre l'intero film (e che mi pare lo stesso Demme abbia dichiarato apertamente).
DiscussioneColumbo • 19/12/10 14:48 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Zender ebbe a dire: (e che mi pare lo stesso Demme abbia dichiarato apertamente).
Si, Demme omaggia senza dubbio anche Niagara ma tutto il film è dichiaratamente un omaggio a Hitchcock. Ogni sequenza rimanda, più o meno palesemente, a qualche scena dei film del Maestro, checchè ne dica il Morandini che parla di "film con un pizzico di Hitchcock" (ma secondo me, non l'ha visto :D)
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Lo specchio scuro", giovedì 6 dicembre 1984) di Il segno degli Hannan:
HomevideoRocchiola • 8/08/16 09:19 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD in questione è una manna vista l'irreperibilità della pellicola, però la qualità è passabile ma non eccelsa. A parte l'audio italiano sul quale l'Alan Young nella premessa del DVD, precisa che non è stato possibile fare di meglio con le fonti a disposizione; ma anche il video presenta qualche difettuccio ed artefatto di troppo.
Ma nel complesso non essendoci di meglio si può ritenere il DVD ormai fuori catalogo come un prodotto discreto.
Nell'inizio alla cantina messicana, uno dei killer che devono uccidere Harry Hannan/Scheider, è il sommo Joe Spinell, scena che cita più o meno apertamente una analoga di "Fiesta e sangue"(1947), di Robert Montgomery. John Nicolella, poi stretto collaboratore di MichaelMann, è qui direttore di produzione. Partecipazione per David Margulies.