Un uomo solo e depresso accende la webcam del PC piazzato nel suo salotto, poi esce dall'inquadratura e si spara. I vicini chiamano l'ambulanza e la polizia ma c'è molto traffico, l'attesa sarà lunga... Vietato elencare le apparizioni sulla scena per non sciupare il gusto sorprendente di questa piccola commedia dell'assurdo in cui Godot, invece di farsi aspettare, se ne sta buono buono steso nel terra, fuori della nostra vista, forse riflettendo sul fatto che suicidarsi a Belgrado non è stata proprio una buona idea. Gioiello d'humor nero.
Un unico piano sequenza per raccontare la più umana verità nel vegliare un suicida. Tristemente cinico, per buona parte dei dialoghi ricorda le chiacchere delle ultime file di ogni funerale, della vita coi suo impicci che continua. Nelle restanti situazioni vien fuori l’anima della Serbia del post-conflitto, sottolineando il patriottismo verso i terzi (anche se nell’individualità si mantiene l’egoismo del momento). La breve durata aiuta a non scadere nella gratuità e il finale ha i giusti tempi.
Suicide-kammerpiel: dall’alto metaforizza il se parare nex di una nazione crassa empia e disperata legata solo a banalità e false adulazioni della tradizione; dabbasso, la miseria, lo squallore intellettivo e culturale e la pochezza umana di chi veglia un corpo che non ne poteva molto probabilmente più di tanta micragnosità spirituale. Di mezzo, una webcam testamentaria a farci da specchio. Ok, tanto humour nero beckettiano e ionescato, tanta spernacchiata autarchia ma anche tanta piattezza emotiva in un film alfine orizzontale come i suoi comprimari, che tragicomicamente non deflagra mai.
Una piccola stanzetta (metafora di un intero paese), luogo di un suicidio, diventa "palcoscenico" di un continuo andirivieni di personaggi che hanno qualcosa a che fare col defunto. La matrice teatrale è evidente, ma non è certo un limite
o un difetto: il regista è anche bravo, aiutato dalla sceneggiatura, nell'orchestrare entrate e uscite dei vari personaggi. Alcuni momenti sono riusciti e parecchio divertenti, ma non sempre tutte le frecce centrano il bersaglio. Un buon film cui forse manca qualcosa per stagliarsi davvero nella memoria.
Dai vicini mi guardi Iddio, che... Oh, beh, qualcosa del genere. Davvero irresponsabile questo compositore contemporaneo (Kojo) che ha l'ardire di suicidarsi in un pomeriggio arroventato dalla canicola belgradese: come si fa ora con la svalutazione degli appartamenti vicini, il traffico dell'ora di punta, le cassette degli attrezzi nuove di zecca, gli scintillanti cataloghi di articoli funebri? Sempre arguto e ironico, Momcilovic tradisce il formato a episodi per un apologo grottesco a scenario unico e camera fissa: il sipario cala appena prima si cominci a tradire la stanchezza.
MEMORABILE: Come si chiamava il vicino? Brindisi funebre; Vendita dell'appartamento con morto.
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DiscussioneDaniela • 15/12/14 08:55 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Amici, da non perdere... soprattutto se amate l'humor nero
Grazie Daniela, me lo segno ma sono in periodo nero riguardo i commenti, zero voglia di scriverli. Ma le visioni non mancano quindi metto in lista e mal che vada passerò di qui per un piccolissimo parere :)
cara danyta, grazie per la chiamata ma ho il pc a terra e per un gran bel po' non potrò segugiar né procacciar... :((
DiscussioneBrainiac • 17/12/14 21:14 Call center Davinotti - 1465 interventi
Grazie Dany per l'ennesima sorprendente segnalazione ma sarà che l'impianto era troppo teatrale, sarà che ieri sera non era dell'umore giusto, insomma il film non mi ha preso. In ambito commedia nera (so che convieni: ahah, ho letto il commento) quest'anno il top è stato Housebound!
mi accodo a brainiac. la resa rappresentativa ed emotiva sta troppo al di sotto della metafora, così come quest'ultima -sia essa geo-culturale o umanitaria tout-court- non regge il peso della diluizione; se compressa in un mediometraggio di mezzoretta sarebbe forse stata più incisiva e ficcante. quasi 80' sono davvero tantini, specie con una simile mise-en-scene. per me è abbastanza no.
DiscussioneDaniela • 21/07/15 12:35 Gran Burattinaio - 5928 interventi
io ne confermo la spassosità, ma si sa, il "de gustibus ect" è particolarmente appropriato in caso di umorismo... proprio ieri ho avuto uno scambio di battute con una collega che trova divertente Pieraccioni, mentre io gli darei foco in Piazza della Signoria ;oP
non è questione di umorismo non recepito (una paella di brecht, ionesco, beckett e tutto l'andirivieni dell'assurdo) o non compreso, è che purtroppo il film finisce per diventare molto in fretta orizzonatle come messa in scena e personaggi. peccato perché la doppia chiave di lettura che propone è molto bella, ma la lunga distanza non gli giova.