Promosso a regista, Chris Walas, l'autore degli effetti speciali dell'indimenticato primo capitolo diretto da David Cronenberg, trasforma il suo sequel in una storia poco interessante che ha appunto nei viscidi effetti speciali l'unico vero punto di forza; Martin Brundle (figlio di Seth e omonimo di un pilota di Formula 1 degli anni 80) viene al mondo ma, nonostante le apparenze, non è affatto normale: cresce troppo in fretta ad esempio e da ragazzotto comincia a riempirsi di tumefazioni. Dalla nascita un gruppo di scienziati lo tiene segregato in un centro studi facendogli sperimentare il teletrasbordo inventato dal padre. La monotonia del soggetto...Leggi tutto si riflette sul film, già penalizzato da una regia priva di nerbo; tanto che per movimentare un po' la vita di Martin gli autori lo fanno incontrare con la “collega” Daphne Zuniga (la principessa di BALLE SPAZIALI) impostando una timida storia d'amore che però non movimenta e anzi deteriora ulteriormente il ritmo mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore. Lo sforzo nel mantenere una certa dignità attraverso una sceneggiatura non del tutto peregrina (c'è la mano di Frank Darabont) è encomiabile, però è chiaro quanto Walas non veda l'ora di mettere in scena i suoi orripilanti make-up (più che una mosca Martin comincia ad assomigliare in maniera preoccupante all'alieno di Giger). La lunga lotta finale, decisamente mal orchestrata, cancella definitivamente la poesia cronenberghiana degli esordi in favore di uno spettacolo da baraccone, con un paio di effetti splatter pregevoli (c'è una testa schiacciata sotto un ascensore che lascia stupefatti) ma troppe banalità. Sequel superfluo.
Siamo ben lontani dalla qualità e dalla perfezione del film precedente. Gli effetti speciali sono bellissimi, specie quelli del cane su cui fanno gli esperimenti o la trasformazione in mosca (anche se qui è un po' più esagerata). Il problema è che il sequel risulta essere piuttosto forzato. alcune cose sono molto simpatiche, come la nascita del figlio dello scienziato-mosca partorito in un bozzolo o il ragazzo che corre velocissimo, salta dai piani alti imitando la mosca.
Se non fosse stato preceduto dal capolavoro di Cronenberg, questo film poteva rappresentare un accettabile spettacolo con effetti speciali degni di nota, quale in effetti è. Purtroppo il confronto con il capolavoro precedente è assolutamente improbo. Mancano completamente le motivazioni psicologiche e la sceneggiatura presenta più di un momento morto. Inoltre il protagonista non regge il confronto con il bravissimo Jeff Goldblum del primo film. Restano buoni (a volte ottimi) gli effetti speciali.
Più che un sequel sembra un remake, con il protagonista che rivive in modo poco originale le vicissitudini del padre. Lo svolgimento risulta così un po' banalotto e prevedibile, a tratti perfino ingenuo. Peccato perché tutto sommato le scene d'azione, coadiuvate da convincenti (e disgustosi) effetti speciali, non sono affatto male: c'è la giusta tensione e ci si prende perfino qualche spavento. Un film insomma che regala il minimo indispensabile giusto agli amanti degli horror; i non appassionati si astengano.
Perso il lirismo e la metàfora del primo capitolo (il disfacimento corporeo come paradigma delle malattie terminali) La Mosca 2 punta ad incrementare il livello del gore, dello splatter e degli effetti speciali in generale. In questo, alla fine, risulta più scorrevole e più divertente del predecessore, ma si spoglia di contenuti filosofici e valori umanamente etici. Il budget c'è, le scenografie anche e pure gli attori. Ma il regista è un altro... e si vede.
Lontano anni luce (secoli?) dal primo film, se preso in sè non appare poi così scarso (vi è di peggio, in giro). A parte che certe scelte sono incomprensibili (il protagonista si traforma passando in una sorta di crisalide e infine...), il finale è troppo buonista. L'unica scena degna di nota è la commovente soppressione del cane deforme. Effetti speciali bruttini.
Era quasi impensabile fare un sequel, soprattutto perchè il film di Cronenberg sarebbe stato un'insostenibile eredità, vista l'altissima qualità. Nonostante ciò, ecco il figlio della mosca, che nasce larvone con sorpresa e evolve come umano, o quasi (è ultra intelligente, si suppone grazie al padre e non alla mosca, ha un'incredibile rapidità di apprendimento e, fondamentalmente, è una cavia). La parte migliore riguarda i test, dopodichè, dall'arrivo della ragazza, tutto si banalizza e il sorpresone finale puzza molto di ridicolo. Risultato: una pellicola con ben poco da salvare.
MEMORABILE: Il direttore del laboratorio ammette che, davanti al teletrasporto, loro sono come scimpanzè che cercano di capire il funzionamento di un'automobile.
Partito prevenuto (visto il capolavoro che è il primo capitolo) alla fine sono rimasto piuttosto soddisfatto dal seguito. Merito degli effetti speciali, del cattivissimo Lee Richardson. Non disprezzabile Stoltz. Nella parte finale si crea il giusto ritmo e il film soddisferà gli appassionati del genere. Adeguata la punizione finale.
Più vicino al remake che al sequel (poco importa) è un bruttissimo film che nulla
aggiunge al precedente. Regia anonima (del curatore degli effetti speciali del primo capitolo) così come i suoi protagonisti. Anche la confezione non brilla. Da dimenticare il più in fretta possibile.
Tale padre tale figlio! In questo non proprio necessario seguito del capolavoro di Cronenberg troviamo infatti Eric Stoltz nei panni del figlio del personaggio che fu di Jeff Goldblum e alle prese con le stesse sconvenienti metamorfosi. Il film non sarebbe male se non fosse che si è più o meno già visto tutto nel primo capitolo, compreso il rapporto con la generosa donzella di turno. Comunque sufficiente grazie ai quasi sempre riusciti effetti speciali e ad un spiccato gusto horror nella parte finale.
Di certo non è paragonabile in termini di bellezza al capolavoro di Cronenberg, ma è degno almeno di una sbirciatina. Riprende la storia quasi linearmente: il protagonista è stavolta il figlio di Brundle-mosca (che ricompare tramite scene del precedente film). Il regista è l'effettista speciale del primo film, quindi la qualità degli effetti è ottima e ripugnante al punto giusto. La trama è costellata di incongruenze e ha uno dei finali più insensati mai visti. Un po' sottotono la fotografia. Molto commovente la scena del cane da laboratorio, godibile la rivalsa finale.
Fanta-horror anni 80 di discreto livello: scorrevole, realizzato decentemente, con uno sviluppo narrativo interessante (anche se una maggiore cura nella psicologia dei personaggi non avrebbe guastato), un cast non male e qualche effettaccio efficace (roba gustosissima, anche se una minor parsimonia non avrebbe guastato). Finale (un po' alla Browning) non del tutto scontato e in fin dei conti riuscito, che chiude dignitosamente un prodotto che, seppur lontano anni luce dal primo capitolo, non merita di essere trascurato.
Rispetto al predecessore, qui siamo nello sci-fi al 100% e i risvolti psicologici introdotti da Cronenberg sono sacrificati a favore di un più classico lavoro d'intrattenimento; non saprei dire se si sarebbe potuto far meglio, considerando che già La mosca non era un film che avrebbe potuto (o dovuto) avere un sequel. Preso per quel che è, il film di Walas è ben fatto e sconta solo una certa monotonia, specialmente nella parte al laboratorio; rimangono eccellenti gli SPFX, anche se il "moscone" fa molto fantascienza anni '50. Cast discreto.
MEMORABILE: La testa spappolata dall'ascensore; La faccia sciolta dall'acido; Il finale stile "occhio per occhio, dente per dente".
Se si evita il confronto con la pietra miliare di Cronenberg, questo sequel non è affatto da buttare. La prima parte va via liscia senza annoiare, con il picco inquietante del cagnolino trasformato in un ammasso tumorale vivente. La seconda si anima, anche se la nuova Brundle-mosca sembra più che altro un muppet incavolato e non regge il confronto con il mostro del primo (e sì che Walas ne era l'effettista...). Certo il finale è un'esplosione di effetti e la crudele punizione, in un puro stile Freaks, lascia shockati e fa guadagnare nel voto.
Seth Brundle ha fatto un figlio, che viene portato alla Bartok Industries per essere studiato; presto rivelerà gli stessi poteri del padre. Sequel diretto da Walas che nel primo film era il creatore degli effetti speciali. Quindi da quel punto di vista tutto ok: trasformazioni, mutazioni, schifezze e liquami vari dall'inizio alla fine. Peccato per la storiella inconsistente, la noia soprattutto nella parte centrale e gli interpreti non all'altezza.
Il teletrasporto continua a fare danni. Seguito de La mosca dallo spunto non male: nasce il figlio di Brundle, protagonista del film precedente e chiaramente è affetto dalla patologia passatagli dal padre, per cui il suo sviluppo risente di quello delle mosche. Effetti speciali non male, che sono anche il punto di forza dei due film: il mescolamento tra umano e insetto è riuscito cinematograficamente e comunica veramente ribrezzo. La trama conta sempre le solite soluzioni, come la ragazza innamorata del protagonista.
Sequel che fallisce nello stare al passo con il predecessore. Daltronde era difficile eguagliare sia le atmosfere costruite da Cronenberg, sia la performance di Goldblum. Qui siamo in presenza di un horror come tanti ne uscirono in quella seconda metà degli anni 80, quasi prevedibile nei gesti, nei colori e talvolta anche nelle inquadrature. Una visione nella media di cui si ricordano forse un paio di segmenti rispetto al tutto, nonostante si sia cercato di dare il giusto filo conduttore alle storie.
MEMORABILE: Il protagonista ritrova il suo cane: una scena così straziante che potrebbe essere usata come campagna di sensibilizzazione contro i maltrattamenti!
Partiamo dal presupposto che il film di Cronenberg resta là, nell'Olimpo del body horror, caposaldo del Cinema con la lettera maiuscola. Qui Walas, Oscar al make-up per l'opera cronenberghiana, dirige un sequel che non vuol essere altro che un buon film di genere. Il figlio di Seth Brundle è speciale e come tale cresce rinchiuso per essere studiato e portato a cambiamenti facilmente immaginabili. Lui però si innamora e non ci sta, in un tripudio di gente sciolta e terribili mutazioni. Il ritmo e il gore sono buoni, l'happy ending meno.
Il teletrasbordo non è proprio andato benissimo. Se nella capsula uno c’erano genio e ispirazione di Cronenberg, nella capsula due si sarà imbucato il DNA di un fantahorror girato dal Jim Wynorski o dal Fred Olen Ray di turno: sbuca dal fumo (e quanto fumo....) un polpettone informe, impastato con molte buone premesse ma disfatto da una creatura risibile e da un inopportuno finale rassicurante. Lo status di inferiorità era atteso, la sensazione tangibile che si potesse fare meglio meno. Non orrendo come si legge, ma lontano dalla sufficienza.
Il film (dignitoso) non regge il confronto con l’originale. Questo è semplicemente un giocattolone che sembra essere più affascinato dalle atmosfere dei fanta horror anni 50 che da quella del film cronenberghiano da cui prende il nome. Se visto come fim a sé, seppur coi suoi limiti (lungaggini di sceneggiatura e attori non tutti in parte), funziona. Certo va visto a cervello spento, ma quantomeno diverte. Se invece lo si guarda come sequel del suo precedessore allora fa semplicemente acqua da tutte le parti. Ottimi gli effetti speciali.
La mela non marcisce mai lontana dall'albero-termitaio. Non è interessante, in relazione al body horror, che l'acronimo di effetti speciali sia Es? E cosa accade quando un mago del trucco e dell'effettismo passa alla regia, misurandosi spericolatamente con l'appeal di Cronenberg? Accade che sulle cine-calende si segna una F/Xtività sethicemica, il cui occhio alla teratosfera mette al bando ogni spessore narrativo ritmico tensivo emotivo facendo equivalere l'arrosto col fumo negli occhi. Stolz, che di mostruosità ne sa qualcosa, viene promosso di degrado. In sala, solo mosche al naso.
MEMORABILE: Ago rotto; 20' finali tra corpi corrosi e teste spappolate come angurie marce.
Da quella tragedia d'amore mascherata da fantahorror che era il masterpiece dell'86, si passa a un B-movie ad alto budget diretto dall'effettista del prototipo: la sottigliezza psicologica cede il posto a un tripudio di creazioni prostetiche, trucchetti grafici ed esuberanti ideazioni da creature-flick, che innalzano il livello di spettacolarità e accentuano il ritmo, ma banalizzano irrimediabilmente i toni dello script orientandolo su un versante "fumettaro" (e talvolta ridanciano). In ogni caso, messi da parte pregiudizi e comparazioni con Cronenberg, resta uno show godibilissimo.
MEMORABILE: Zuniga si allena alla pesca con la mosca in ufficio (!); L'eutanasia del cane mutante; L'uomo-mosca che pare un gremlin gigante; Il volto liquefatto.
Divertente monster movie con effetti gore curati dal regista Walas, già premio Oscar per il capolavoro cronenberghiano. Incapace però di avvicinare le profondità e la filosofia sottesa all'originale. Il precocissimo figlio della mosca umana è forte e intelligente ma riuscirà a sfuggire al mutageno destino paterno? Agghiacciante la teoria dei cromosomi dormienti. Bella prova di Daphne Zuniga ed Eric Stoltz, giovani attori in voga negli Ottanta. Torna pure John Getz. Il mostro insettiforme assassino sputa acido è però inidoneo a suscitare empatia o pietas.
MEMORABILE: Il countdown del bozzolo; Il commovente cane mutato; Emicrania in ascensore.
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Una scena in cui il protagonista lancia il suo vomito corrosivo contro una macchina con dentro dei bambini molesti fu filmata ma tagliata dal film durante il montaggio.
Esiste inoltre un finale alternativo con il protagonista insieme alla Zuniga sul molo (dove lei ha la sua barca-casa) nel quale la ragazza gli chiede come si sente ora e lui risponde "meglio, molto meglio".
Poi l'inquadratura passa a inquadrare una mosca sull'insalata vicino ai due.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Fantasy", venerdì 3 luglio 1992) di La mosca 2: