Aereo da caccia americano viene abbattuto durante ricognizione fotografica sui territori della ex Yugoslavia. Muore il pilota, sopravvive il navigatore, Burnett, che comincia una fuga dietro le linee nemiche. Bellissime le riprese nei tratti montuosi e boschivi nonchè quelle dell'abbattimento del caccia. Trama pro USA assolutamente inutile. Cattivi stereotipati. Owen "faccia da schiaffi" Wilson se la cava mentre Hackman è stato inutilmente scomodato per un ruolo inconsistente.
Film non particolarmente originale ma discretamente realizzato, Behind enemy lines è un buon ibrido tra un film di guerra e un action movie ed è uno dei pochi ruoli non farseschi o da commedia interpretati da Owen Wilson che, tra l'altro, se la cava piuttosto bene nella parte del militare non convenzionale che cerca di salvare la pelle in attesa dei soccorsi. Film le cui sequenze d'azione risultano ben realizzate e che ha come valore aggiunto la presenza del grande Gene Hackman in uno dei ruoli chiave.
Sorvolando sull'aberrante sostrato ideologico (i Serbi sono tutti doppiogiochisti, le Nazioni Unite hanno il cazzo moscio, la vita di un Americano vale migliaia di vite non americane, gli Slavi che si salvano indossano la T-shirt di Ice Cube ed offrono Coca Cola a chi è assetato), la pellicola inanella una tale serie di fesserie (il protagonista supera, indenne, mitragliate, bombe che scoppiano in sequenza, agguati di un cecchino infallibile fino al bersaglio precedente) senza nemmeno l'attenuante dell'ironia.
Non essendoci più l'Unione Sovietica, si pensò bene di prendersela con la Serbia ripescando tutti i cari vecchi luoghi comuni del cinema di guerra a stelle e strisce. Ecco quindi l'elogio del singolo che vale il sacrificio di molti (in stile soldato Ryan), dell'esportazione anche forzata dell'american way of life, dei militari ribelli solo di facciata. Sciovinista, ipocrita, svergognato. Wilson decise bene di tornare alle commedie, Hackman si spera dovesse solo pagare il mutuo.
Buon film incentrato sul "mai lasciare un uomo da solo" con un Owen Wilson insolito protagonista preda di un esercito di guerriglieri e di un cecchino (Olek Krupa) identico a Costantino Vitagliano. Gene Hackman è il suo ufficiale supeiore che contravviene agli ordini pur di trarlo in salvo; azione e tensione fino al finale, belle sparatorie ed esplosioni. Forse un po' troppo pro Usa, è vero, ma basta non leggerci propagande di sorta ed il film scorre piacevole.
Sembra di essere tornati ai tempi dei film su Vietnam e Corea, con i superbuoni contro i supercattivi. Peccato perché le scene d'azione sono davvero avvincenti, di suspence ce n'è a sufficienza e le mattanze in Jugoslavia ci sono state davvero. Con un po' di retorica in meno e con chiunque altro al posto di Owen Wilson (peraltro bravo) si poteva fare un bel film. Ottima fotografia.
Improbabile film con Owen Wilson super-eroe che deve resistere, da solo (!), in campo nemico. Come già detto il film d'azione presenta un intreccio assai improbabile e le scene d'azione non soddisfano troppo. Hackman più che discreto, ma il film si fa dimenticare.
Dilemmi della guerra moderna: stare ad aspettare il via libera dei burocrati Onu o fregarsene e scatenare una guerra per riportare a casa un biondino indisciplinato? Il regista dello spot di lancio per il Dreamcast della Sega (chi se lo ricorda?) sfoggia padronanza tecnica nelle scene d'azione e sparge a piene mani retorica yankee vecchio stile con un apprezzabile Hackman: ma il film è prevedibile e necessità di una decisa sospensione dell'incredulità. Bravo il cecchino Olek Krupa.
La storia c'è e non è poi così malvagia visto che si ispira ad un recente brutto periodo europeo (la guerra nell'ex Jugoslavia, le pulizie etniche ecc.). La suspense di un puro action anche, visto che la sceneggiatura non risparmia colpi di scena. Anche la fotografia è ad alti livelli. Allora, film perfetto? Certo che no! Il cast ad esempio lascia a desiderare. Soprattutto la scelta di Wilson, visto che è prettamente attore comico (anche se se la cava). E poi c'è la solita retorica USA ed i soliti dialoghi pomposi a rovinare tutto. Buono, comunque.
Come action è vedibile se non fosse per Owen Wilson (che resta comunque un buon attore), sicuramente più a suo agio nelle commedie che tra sparatorie ed esplosioni. Ci sono un buon ritmo, un Gene Hackman incisivo come sempre e qualche scena d'azione ben girata. Tutto qui, perché la storia è purile e fa da netta propaganda americana.
Alla disperata di ricerca di un surrogato che potesse sostituire i tovarishes ormai converiti al libero mercato, un certo cinema USA si è attaccato un po' a tutto. Due anni dopo l'operazione Allied Force era maturo il tempo per fare dei serbi (tranne quelli che ascoltano Ice Cube) dei cattivoni e della NATO dei peracottari. Fatta la tara ideologica però il film, pur essendo arrivato fuori tempo massimo, ha il suo perché: la storia fa sentire a casa, tutto è semplice ed a suo modo rilassante, Hackman è burbero ma dal cuore d'oro e il ritmo non manca.
Un altro film sui militari americani. Questa volta il protagonista non è un marine bensì il navigatore di un aereo abbattuto. Salverei la fotografia, due o tre scene, mentre da cancellare è quella delle mine che esplodono a catena e da cui, guarda un po’, il nostro eroe esce miracolosamente indenne. Wilson offre una buona prova, non male Hackman, ma il risultato complessivo è modesto perché, senza starci a girare troppo intorno, si risolve nella solita americanata. Black Hawk down è tutt’altra cosa.
MEMORABILE: Burnett si nasconde tra i cadaveri di una fossa comune.
Un action war movie che sa dove vuole arrivare e ci arriva senza troppo rendersi credibile, più attento all'adrenalina (che poi non è tanta) che non alla logica. I problemi non sono solo sul campo, ma vengono intervallati con quelli di chi non è dietro le linee nemiche, ma sono tutte cose che già si conoscono. La tecnica c'è, il film si basa molto sulle riprese spettacolari, con una buona foto, ma c'è anche troppa macchina a mano. I cattivi sono veramente cattivi, con il solito lupo solitario pronto a sbranare anche i lupi suoi compagni.
Un Owen Wilson insolitamente protagonista di un action movie con rimandi ai migliori film di guerra. L'idea di base è quella del militare contro tutti e sebbene non raggiunga chissà quali livelli, il film mantiene un ritmo costante e, per gli amanti del genere, non mancano buone sparatorie. E' ambientato nel periodo della guerra in Bosnia.
Non sazi di millemila film celebranti la retorica americana, si torna a combattere e dopo vietnamiti, russi e iracheni si tirano in mezzo i bosniaci. Wilson come action hero c'entra come la neve a ferragosto e i cattivi hanno lo spessore della carta velina, piazzati lì solo per magnificare la potenza morale dell'esercito Usa. Derivativa ai massimi livelli, la vicenda non riesce a distinguersi nemmeno sul versante action, riducendosi a un continuo saltellare tra mine e proiettili nel tentativo di trovare un senso. Mezzo pallino in più per un grande Hackman.
Nonostante le premesse la storia rivela presto un suo perché. Ci vuole un po' di tempo per accettare Wilson in un film di guerra, ma alla fine si comporta bene sul campo, così come non dispiace l'esordio di Moore. Le sequenze non sono sempre credibili – il finale in particolare è un'americanata pazzesca – ma tutto sommato la visione resta godibile soprattutto per un paio di colpi di scena e la tensione trasmessa alla base. Nota negativa per la colonna sonora.
Visionato più per la presenza di un attore-totem come Hackman, conferma l'impressione di base: un film politico (e non dei più fini) che non ha molto da comunicare allo spettatore se non una certa faciloneria narrativa. Tra luoghi comuni e baggianate lungo la strada, risulta dimenticabile. Scaduto l'interesse per il film e per il co-protagonista (Wilson), il solo Hackman non può diventare l'uomo dei miracoli.
Durante il conflitto tra Bosnia e Serbia, un aereo della marina USA impegnato in una ricognizione viene abbattuto dai serbi ed i due ufficiali sopravvissuti diventano oggetto di una caccia all'uomo in territorio ostile... Inizia con il protagonista (Owen piuttosto fuori ruolo) che scalpita perché si annoia, continua con avventure inverosimili, non cogliendo lungo il racconto le occasioni per una visione meno banale, termina con un peana militar-patriottico ultra-convenzionale. Film girato discretamente, ma che non va oltre l'action di routine, sprecando l'insolita ambientazione geo-storica.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per 20th Century Fox:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 DTS: Italiano Spagnolo
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Inglese Italiano Spagnolo
* Extra Commento audio
MusicheRaremirko • 11/03/14 00:58 Call center Davinotti - 3863 interventi
Nella colonna sonora anche il pezzo Buck Rogers di Feeder (famoso per essere presente in Gran turismo 3), in verità molto buono.