Discussioni su Diaz - Film (2012) | Pagina 4

DISCUSSIONE GENERALE

94 post
  • Schramm • 13/09/12 00:46
    Scrivano - 7694 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    La durata esatta (titoli di testa e coda compresi) è di 2 ore 0 minuti e 7 secondi (non si sa mai che esca in dvd tagliato)

    me sa che ci vedesti lontano...durata dvd: 115'. malimortacci.
  • Didda23 • 13/09/12 00:53
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    ho scritto che erano 120 minuti e 7 secondi (titoli di testa e coda compresi).Giuro che sono andato al cinema apposta con il cronometro.
  • Schramm • 13/09/12 00:55
    Scrivano - 7694 interventi
    scusa didda, ma lo sbomballamento da insonnia mi ha fatto leggere 2 ore e 7 minuti, da qui li peggio morti mandati a una censura che non c'è evidentemente stata. a somme tratte il dvdiaz è integrale.
    Ultima modifica: 13/09/12 00:56 da Schramm
  • Didda23 • 13/09/12 01:00
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Credo che il abbia il visto censura per tutti
  • B. Legnani • 13/09/12 02:18
    Pianificazione e progetti - 14973 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    scusa didda, ma lo sbomballamento da insonnia mi ha fatto leggere 2 ore e 7 minuti, da qui li peggio morti mandati a una censura che non c'è evidentemente stata. a somme tratte il dvdiaz è integrale.

    Eh sì:
    120/25*24=115
  • Zender • 13/09/12 08:07
    Capo scrivano - 47814 interventi
    Non vedo perché dovrebbero mai tagliarlo sinceramente...
  • Gugly • 14/10/12 14:23
    Portaborse - 4710 interventi
    Appena terminata la visione, non mi è piaciuto.
    Un coacervo di sequenze, avanti e indietro temporali (malgrado all'inizio il punto di partenza appaia la tragedia di Carlo Giuliani) che mi hanno stordito malgrado conosca la storia, e che hanno affaticato la mia fruizione. L'unica cosa che approvo è aver mostrato anche le umiliazioni subite dalle persone a Bolzaneto, per non parlare di vere e proprie torture, documentate anche da una graphic novel di un giovane fumettista che visse quei momenti: Quella notte alla Diaz di Christian Mirra. Vi consiglio il fumetto in questione, ed anche il blog dell'autore.
  • Schramm • 14/10/12 22:06
    Scrivano - 7694 interventi
    in tema G8 e dintorni, raccomando a tutti il recupero della docu-tripletta carlo giuliani, ragazzo, e i devastanti bella ciao e genova per noi
    Ultima modifica: 14/10/12 22:06 da Schramm
  • Rebis • 15/10/12 13:17
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Credo però il film di Vicari non vada valutato o paragonato ai documentari sullo stesso tema, per quanto inerente al reale è comunque un'elaborazione narrativa e non una ricostruzione.
  • Buiomega71 • 15/10/12 13:20
    Consigliere - 26032 interventi
    Concordo con Rebis. Se vedrò DIAZ, lo valuterò SOLO come film. Degli aspetti politici o veritieri non mi interessa minimamente.

    Anche perchè ABORRO ogni documentario fatto sul G8 di Genova...
    Ultima modifica: 15/10/12 13:22 da Buiomega71
  • Schramm • 15/10/12 13:43
    Scrivano - 7694 interventi
    qui comunque nessuno ha fatto dei confronti all'americana o sta valutando (né chiedendo una valutazione) utilizzando come unità di misura i titoli snocciolati. mi sono semplicemente limitato a segnalare all'attenzione di chi è interessato o appassionato al tema i documentari che lo sviscerano (che per inciso non sono sempre così faziosi come si crede)
    Ultima modifica: 15/10/12 13:49 da Schramm
  • Gestarsh99 • 15/10/12 18:45
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Concordo con Rebis. Se vedrò DIAZ, lo valuterò SOLO come film. Degli aspetti politici o veritieri non mi interessa minimamente.


    Questo è il metodo più onesto per giudicare un'opera, metodo che molta critica ufficiale non ha mai voluto applicare, tradendo il proprio ruolo rigorosamente entomologico.

    Il critico deve essere un angelo distruttore che non guarda in faccia a nessuno, non un angelo custode delle proprie propensioni ideologiche.
  • Buiomega71 • 15/10/12 18:55
    Consigliere - 26032 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Concordo con Rebis. Se vedrò DIAZ, lo valuterò SOLO come film. Degli aspetti politici o veritieri non mi interessa minimamente.


    Questo è il metodo più onesto per giudicare un'opera, metodo che molta critica ufficiale non ha mai voluto applicare, tradendo il proprio ruolo rigorosamente entomologico.

    Il critico deve essere un angelo distruttore che non guarda in faccia a nessuno, non un angelo custode delle proprie propensioni ideologiche.


    Concordo in toto Gest!

    Ho sempre detestato chi vedeva in un film ideologie politiche.

    Gia ODIO la politica, non la voglio tra i piedi pure nei film.

    Non mi interessa minimimamente se un film pende a destra, sinistra, al cento o in fondo.

    Io guardo e giudico FILM perchè sono FILM, e sicuramente guarderò DIAZ come un feroce poliziottesco o un "exploitation", non certo per autenticare la veridicità sui i "fattacci" del G8 (quelli li lascio alla magistratura, che ha già fatto il suo corso)
    Ultima modifica: 15/10/12 19:05 da Buiomega71
  • Zender • 15/10/12 19:01
    Capo scrivano - 47814 interventi
    Sì beh, infatti hai fatto benissimo Schramm. Oltretutto non mi pare che Schramm abbia fatto paragoni, ha solo detto che sul tema c'è anche altro materiale che può essere interessante, il che va benissimo (sul quanto interessante poi chi vedrà giudicherà).
  • Rebis • 15/10/12 19:54
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Ok ok, tutto chiaro, letto dopo l'intervento di Gugly quello di Schramm sembrava avvalorare la delusione.

    Grosso modo sono d'accordo anche con Gest e Buio, ma non bisogna nemmeno essere dei marziani cioè totalmente avulsi dalla realtà cui il film riferisce.
  • Zender • 15/10/12 20:06
    Capo scrivano - 47814 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Grosso modo sono d'accordo anche con Gest e Buio, ma non bisogna nemmeno essere dei marziani cioè totalmente avulsi dalla realtà cui il film riferisce.
    Sono due approcci diversi. E' pieno zeppo di fior di critici che partono dal significato e dal "messaggio" contenuto nel film per poi da lì pallinare, altri che provano a restare più "distanti". Però appunto, è una questione senza soluzione, perché ognuno ha tutto il diritto di afrontare il cinema e di scriverne nel modo in cui sente giusto farlo. L'approccio troppo tecnico rischia di svilire anche tutto ciò che sta dietro alla creazione di un film (soprattutto se si parla di film di un certo "peso").
  • Rebis • 19/10/12 13:14
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Sono d'accordo Zender, ma credo che larga parte del giudizio dipenda anche dal film che stiamo guardando: non si può certo valutare un film di Argento con gli stessi parametri con i quali valutiamo un film di Petri…

    Quello che intendevo dire e che non si può pretendere da un film – che è una traduzione narrativa di eventi e non una loro ricostruzione – i crismi della completezza, dell'oggettività e – in certi casi – nemmeno quelli della pertinenza. Sto leggendo l'annuario del cinema di MicroMega che affronta proprio questo nodo della critica nei confronti del cinema civile italiano odierno rilevando come la prima sia ormai culturalmente viziata dal principio di realtà: come se al cinema dovesse essere la realtà a conferisce senso alla narrazione e non il contrario, la narrazione all'attualità (principio quest’ultimo che ha fondato il miglior cinema civile della nostra tradizione, da Petri a Francesco Rosi). Per fare un esempio: in Romanzo di una strage la questione delle due valige è stata da molta critica additata e rifiutata, e questo elemento ha condizionato in modo preponderante il giudizio e le riserve sul film. Ma – a parte il fatto che si tratta di un’ipotesi non proprio campata in aria - Giordana aveva tutto il diritto di inserire quella illazione nel suo film in quanto narrazione, evocazione e non ricostruzione. Le due valige nel film possono assumere un valore simbolico e non documentario, non oggettivo. L’ipotesi per altro è contestualizzata tra la veglia e il sonno... Che i film di Giordana o Vicari vengano valutati sulla base dell'aderenza ai fatti mi sembra fuorviante, inopportuno.

    L’impertinenza del cinema di Petri non era forse il suo valore aggiunto? L’irrealismo del Neorealismo non era proprio la chiave che consentiva di accedere al reale e restituircelo nella sua urgenza? Il fatto che Vicari non restituisca il ruolo effettivo dei Black Bloc nei fatti di Genova consegnando invece alla mattanza una dimensione apocalittica non è forse una scelta e un modo per uscire dal vizio del cinema documentario?

    Ci tenevo a precisare questo mio punto di vista perché credo che tra il prescindere dai fatti cui il film riferisce e il partire dagli stessi per riconoscere il valore del film ci sia una via di mezzo che salva la dignità artistica del prodotto. Poi, sia chiaro, questo non esime il film di Vicari dai difetti (estetici) che io stesso ho riscontrato…

    PS: e in fondo questa discussione potrebbe anche non esistere visto che Schramm non faceva raffronti tra finzione e documentari... ma mi sembrava comunque un'ottima occasione di dibattito :)
    Ultima modifica: 19/10/12 13:17 da Rebis
  • Zender • 19/10/12 14:44
    Capo scrivano - 47814 interventi
    Sì, ma sono perfettamente d'accordo cone te, Rebis, non c'è dubbio. Tra l'altro uno degli articoli dello statuto davinottico diceva proprio una cosa del genere, per cui... Non sono per i film che debbano aderire alla realtà necessariamente. Io adoro alla follia Jfk, per dire, che non ha la pretesa di raccontare "solo" la verità...
  • Schramm • 19/10/12 15:51
    Scrivano - 7694 interventi
    se poi aggiungiamo/consideriamo che i mondo-movie, fondati sul giuramento di dire tutta la verità, solo la verità e nient'altro che la verità, sono per tre quarti abbondanti ricettacolo di menzogne e ricostruzioni, la O di giotto si chiude.
  • Pigro • 19/10/12 17:14
    Consigliere - 1661 interventi
    Sono d'accordo sul fatto che un film non possa essere interamente giudicato in base alla sua aderenza alla realtà (quale, poi? spesso parliamo di eventi la cui precisa verità è spesso impossibile da ricostruire) e tantomeno in base all'ideologia (politica o di altro tipo) che sostiene gli autori.
    Detto questo, il film, come qualsiasi altro oggetto d'arte, "entra" nella realtà dei suoi anni, con tutte le contraddizioni che questa realtà vive, che sono contraddizioni che riguardano fatti e ideologie.
    Di tutto ciò, secondo me, va tenuto conto, ma naturalmente evitando di fare discorsi da giornalista o giudice, e tantomeno da politico.
    Credo che un film debba essere giudicato in primo luogo per la sua coerenza interna e per la capacità di dialogare con la società che va a "incontrare": da qui, discende tutto. Ecco perché, per me, può essere eccellente il film che manipola la realtà o quello che direziona il discorso verso ideologie che non mi appartengono (ma c'è un limite: se un film è razzista o incita all'odio, a me proprio fa schifo e basta, anche se avesse le sequenze più belle mai viste, perché comunque mi fa provare ribrezzo durante la visione, e quindi - oggettivamente - mi andrebbe di traverso). Ed ecco perché, per me, può essere brutto un film ligio alla realtà o sulla mia stessa lunghezza d'onda di pensiero. E però, se vedo "Diaz" (così come tanti altri film che vogliono raccontare la realtà, a prescindere dalla fedeltà, e vogliono esprimere un pensiero politico), non posso prescindere da quelle due volontà. Non per giudicare il film in base a quelle, ma per giudicare il film in base alla coerenza che quelle volontà hanno rispetto al risultato. Ecco perché, nonostante sia decisamente "dalla parte di" Vicari nella sua denuncia, alla fine ho dato solo 2 pallini: perché non ho ritrovato quella coerenza, ma soprattutto perché per me è semplicemente un film bruttino: molto rumore per nulla (per dirla con Shakespeare). Ma il mio pensiero su questo l'ho già espresso a suo tempo e non voglio tornarci su...