Grandissima costruzione della suspence (il film non ha un attimo di cedimento), congegno a orologeria che non fa una grinza, suspence e defibrillazione sparse a piene a mani con tre attori in palla , un unica location (un appartamento "bunker" insonorizzato), se non nell'incipit della meticolosa preparazione al rapimento di Alice (senza dialoghi che ma che già monta e prende subito) e nel finale tra la caccia all'uomo nei boschi (la fossa) e la resa dei conti al capannone con chiusa cinica e beffarda sulle note di
Holy MolyColpi di scena e svolte imprevedibili a raffica (due , importanti e inaspettate, soprattutto) che inchiodano allo schermo, con Blakeson che c'ha in testa
20.000 sterline per Amanda, dando rilievo alle psicologie dei personaggi, all'avidità, ai voltafaccia, ai doppi giochi, ai poco nobili tornaconti personali e alla farina del diavolo che và in crusca per il degenerare degli eventi.
Notevoli rimasugli della
Orca nelle umiliazioni che deve subire Alice, denudata brutalmente, ammanettata al letto con una ball gag infilata in bocca, costretta a urinare in un pappagallo davanti ai suoi carcerieri, fotografata in stile porno BDSM per mandare via e mail il riscatto al ricco genitore, la straordinaria sequenza del secchio e della defecazione (Alice, però, non ci riesce) e conseguente disarmo del suo rapitore, il bossollo che proprio non ne vuole sapere di scendere per lo scarico del WC (per ben due volte), tocca ingoiarlo per non destare i sospetti del paranoico socio in malaffare, la pipì di Alice rovesciata nella tazza, l'inganno e il piano di fuga tramite il sesso, il telefonino, la chiamata alla polizia, il pezzo di proiettile incastonato nella parete, il ragno sul pollice dei piedini smaltati di Alice, gli schiaffi, la vittima che non è poi così tanto sprovveduta, le derive gaye e bisessuali.
E fuori dalla prigione le battute face to face nello scantinato del garage, che assumono i tratti di un simil-torture porn (Alice incatenata mani e collo alla ringhiera) e anche quì il destino che gioca tiri mancini.
Ottimo pezzo di cinema teatraleggiante della paranoia e della crudeltà che sarà sicuramente piaciuto al Roman Polanski della
Morte e la fanciulla (per la tagliente dimensione da spietato kammerspiel) e che riconferma la solidità e il talento delle nuove leve del cinema inglese di (de)genere (Blakeson i numeri ce li ha tutti).
Trascinante e furbescamente carnosa la Arterton, preso da mille paranoie e sospetti (non poi così infondati) Marsan e subdolamente vigliacchetto Compston che manda tutto a remengo.
98 minuti di ansia e sterline sporche, liquidi corporali e improvvisi (quanto destabilizzanti) cambi di programma in uno dei migliori kidnapping movie degli ultimi dieci anni.
Il vero significato del titolo verrà rivelato solo pochissimo prima dei titoli di coda.