Proseguono gli incubi fiabeschi di casa Chambers: dopo Winnie Pooh, tocca a Peter Pan darkizzarsi per l'occasione. Il processo di orrificazione prende una piega meno brutalmente slasherosa e più subdolamente malsana, tra bambini rapiti e freak tossicomani, pur senza rinunciare ai bagni di sangue che il pubblico si aspetta. Anche se i debiti nei confronti di opere tematicamente affini sono evidenti, dall'It di Muschietti a Terrifier 2, passando per Black phone, questa volta si rilevano discreti valori di inquietudine e disturbing-value. Il progresso si premia con mezza palla extra.
MEMORABILE: La buona prova da psicopatico clownesco di Portlock; La madre uccisa davanti al figlio; La strage di bambini dello scuolabus; La casa degli orrori.
Cupo e citazionistico slasher che segue la moda dissacrafavole. Il ribelle ragazzino volante viene convertito - rectius pervertito - in un uomo sulla quarantina che, più che dall'isola che non c'è, sembra provenire da un'orrida casetta. A volte copre il volto con una maschera, altre è truccato come un pagliaccio con tanto di palloncini. Peter JokerPan-nywise sequestra bambini effeminati, è un tossico (si fa di polvere di fata) e convive con un travestito che si fa chiamare Trilli. Derivativo, saccheggia idee da dove può con palesi forzature. L'isola non c'è, il film nemmeno.