Guido (Marinelli) è toscano, Antonia (Thony) è siciliana. S'incontrano a Roma, dopo che lui l'ha sentita cantare in un locale e ne ha ammirato le qualità. Questa però è l'ultima scena del film, perché si parte da più avanti, con una situazione in casa tra i due che - al di là delle apparenze - non è delle migliori. Lei desidera fortemente un figlio, ma insieme non riescono ad averlo e cominciano la trafila di tanti: spermiogramma, visita ginecologica, specialisti... e il nervosismo (soprattutto di lei) aumenta. Lui è invece uno che pare accontentarsi della sua situazione, anche lavorativa (fa le notti in un grande albergo) e cerca in ogni modo di tranquillizzarla; meglio a parole, perché...Leggi tutto quando passa ai fatti, magari richiamando i genitori di lei dalla Sicilia o minacciando chi alza troppo la voce con gli amici mentre lei canta, non fa che peggiorare le cose. Virzì racconta la generazione dei trentenni che maturano appoggiandosi a due ottimi attori, anche se Marinelli sembra meno a suo agio nel personaggio rispetto alla Thony; lei è più spontanea, imprevedibile, malinconica e porta la sua Antonia a improvvisi colpi di testa (basti pensare ai ritorni di fiamma con l'ex partner musicale), lui più prigioniero del carattere timido e remissivo di Guido, latinista con barbetta e occhiali d'ordinanza, facile icona d'intellettuale di sinistra disposto sempre a perdonare chi ama. Fin troppo, forse, e la cosa finisce con l'infastidire chi invece vorrebbe sentirsi gelosamente posseduta. Ma in un rapporto dove ci si incontra quasi per caso, dal momento che lei lavora di giorno e lui di notte, la fiducia non può che essere il requisito minimo. Virzì non rinuncia per fortuna a divertiti tocchi ironici (notevole la scena dal "ginecologo del papa"), mostra di saper gestire le fasi drammatiche senza calcare troppo la mano; non rinuncia a qualche macchiettismo forse eccessivo (il cliente giapponese che in albergo domanda informazioni per fare sesso, i vicini coatti) ma nel complesso sorregge con buon mestiere la storia, rivestendola della necessaria omogeneità e scorrevolezza. Non il massimo il sonoro invece, con frasi smozzicate talvolta al limite del comprensibile. Benché un po' povero nella sceneggiatura, un film piacevole e ben recitato.
In Manuale d'amore 2 un'idea simile occupava la mezz'ora di un singolo episodio e già non funzionava un granchè. Qui il chewingum, tirato fino alla (dis)misura del lungometraggio, si sfilaccia progressivamente con l'evolversi, sempre più ripetitivo e scontato, della fiacca vicenda. Il calore (sconosciuto a Veronesi) della regia di Virzì è comunque presente e salva il film dal disastro, fomentato dalla genuina simpatia del protagonista e dalla calorosa (per l'appunto) fotografia, ma nel complesso si tratta di un passo falso. Musiche invadenti.
MEMORABILE: I buffi e meccanici movimenti dei tre neonati-cloni all'interno del video-embrione onirico.
La storia di una coppia alle prese con le ordinarie difficoltà della vita di relazione. Il tema non è nuovo nè per il regista, nè tantomeno per il cinema italiano. Paolo Virzì, però, ama molto i suoi personaggi e con l'aiuto di due giovani bravissimi attori, ci regala uno sguardo affettuoso e bonario, veritiero ed ironico che fa sempre apprezzare le sue storie, peraltro prive (è questa è una gradita conferma) di ogni volgarità. Molto bella la colonna sonora, curata dalla stessa interprete principale, la cantautrice Thony.
Virzì ribatte un po' sul già visto della coppia che non riesce ad avere figli, ma lo fa col suo umorismo semplice e talvolta dato solamente da una parola dialettale ("ammattimentoso") e un personaggio estremamente positivo (l'adorabile Guido, interpretato bene da Luca Marinelli. Usciti dalla sala non si può fare a meno di volergli bene, a un film così. Non emotivamente potente come La prima cosa bella o frizzante come Ovosodo, ma un mélange di questi due elementi lo rendono ugualmente molto piacevole. Colonna sonora della protagonista, Thony.
un film delicato in cui la prospettiva dell'autore è sempre autentica e particolare e punta tutto sull'approfondimento dei personaggi a cui lo spettatore non può evitare di affezionarsi. Ben equilibrato il dosaggio delle variegate tematiche: la diversità delle dinamiche culturali e familiari tra nord e sud difronte alla trasversalità degli affetti, il lavoro giovanile, le difficoltà legate al concepimento di un figlio, gli effetti della subcultura mediatica odierna. Ma soprattutto l'amore di coppia, quello vero, quello di "Tutti i santi giorni".
Alla fine Virzì rimane uno dei pochi registi di casa nostra a avere una mano inconfondibile nella gestione dei personaggi, sia quelli principali che quelli di contorno. Accade anche in "Tutti i santi giorni", film garbato e piacevole cui manca probabilmente il respiro più articolato di altri film del regista. Ottimo Luca Marinelli nella parte del dolce latinista, meglio della pur azzeccata Thony. Intimo e privo di grandi sorprese, riesce però a fare sorridere e un po' angosciare sulla tematica delle difficoltà di concepimento di un figlio.
Commedia leggera, agra ma delicata, dove diversi temi sociali odierni trovano sbocco in maniera ironica e mai invadente. Virzì rifugge il cast “stellare”, lancia una buona serie di esordienti (o quasi) e tratteggia garbatamente, rinunciando all’approccio corale di altri film, due personaggi solo superficialmente stereotipati. Bravissimo Marinelli, sorprendente e sensuale Thony. Una buona commedia, merce rara nell'ultimo panorama italiano.
Una giovane (non tanto) coppia e le problematiche, gli alti e bassi in una Roma contemporanea. Gli attori non convincono del tutto, spesso "gigioneggiano" e il solito Virzì punta in alto, fermandosi ancora prima della metà del cammino. Luoghi comuni a iosa, qualche risata di gusto e un po' di sbadigli.
Una vicenda semplice, forse troppo, ma è la vita ad essere così. Ed ecco quindi una storia di precariato, lavorativo e familiare, l'istinto e la tradizione della maternità, l'amore normale di due personaggi un pelo stereotipati in un film di una grazia quasi sconosciuta al nostro cinema, emozionante e a tratti banale come la vita di tutti, con un'accellerata finale che al momento sembra strana ma in realtà è perfetta; mancava poco per farne un film perfetto, ma forse è stato più giusto cadere in qualche errore di valutazione (chi non ne fa...)
Commedia gradevole dove il menage amoroso viene trattato con genuina alchimia. Virzì utilizza la contrapposizione culturale per colorare la sceneggiatura, ma almeno non ne approfitta per disegnare forzate caricature. Lei ha maggiore focus sul personaggio (oltre a cantare con profonda intensità) e lui è un filo marcato. Nell’ultima mezz’ora la sceneggiatura si sbilancia e perde linearità (vedi in ospedale, nel personaggio di Jimmy e nel sogno dei tre bimbi). La parte finale chiude un po’ di fretta.
Non è un film straordinario perchè ha poco che possa elevarlo al di sopra delle grandi commedie, lo sviluppo non riserva sorprese, la storia d'amore è abbastanza scontata nel suo andirivieni e il cuore del film, gli ostacoli e le avventure per avere un figlio "con ogni mezzo", smorzano il ritmo che invece i protagonisti mantengono alto. La qualità migliore è proprio questa: l'analisi, la descrizione di tutti i personaggi, dei ragazzi che compongono la coppia raccontati alla perfezione e con divertimento.
Buon film di Virzì, meno ambizioso di La prima cosa bella ma comunque apprezzabile. Buona la caratterizzazione della storia d'amore fra i due, raccontata con delicatezza e ironia. Il film si fa apprezzare soprattutto per la scorrevolezza e la buona comicità rappresentata soprattutto dal protagonista maschile che, colto e secchionissimo, un po' impacciato, spesso spaesato con il suo accento toscano non può non far sorridere.
MEMORABILE: Il protagonista maschile; Il ginecologo del Papa.
Film che tocca una tematica delicata, sulla quale potrebbe sembrare troppo lezioso impostarci sopra un'intera pellicola; ma Virzì riesce ad alleggerirla con qualche dettaglio "popolare". Non a caso preferisce ambientare il tutto a Roma e non nella più tranquilla Viareggio. La coppia protagonista recita bene, anche se il personaggio di Marinelli sembra fin troppo fuori dalla realtà... comunque funziona. Il film è davvero piacevole, accompagnato inoltre da una bella fotografia.
Gradevole commedia di Virzì ma in tono minore con due protagonisti simpatici e piacevoli pronti a qualsiasi cosa pur di avere un figlio. Il film viaggia a fasi alterne e i momenti migliori sono quelli in cui si sorride con qualche riuscita gag. Belle musiche e ottime canzoni interpretate dalla protagonista del film ossia Thony. Tratto dal libro "La generazione" del livornese Simone Lenzi. Bella la fotografia.
MEMORABILE: La corsa a 3 nelle corsie dell'ospedale per produrre lo sperma da mettere nelle provette.
La quotidianità di una coppia trentenne che sogna un figlio. In una Roma periferica la storia si dipana tra attese ambulatoriali e il rapporto di coppia. Sorprendente Marinelli in un'intensa parte forse poco attinente alla realtà. Sensuale ma totalmente antipatica Thony. Valide le riprese e buon cast di contorno. Colonna sonora lievemente ripetitiva.
Mi è piaciuto proprio tanto e ho trovato deliziosa l'unione dei due attori protagonisti: lui, Marinelli, in questa pellicola è da "innamoramento" e lei, Thony, è decisa, stravagante, splendidamente fuori dalle righe. Notevoli i brani di Thony, compositrice della colonna sonora. Un gran bel lavoro di Virzì.
Virzì, pur lavorando ancora su versioni manichee della vita, riesce a raccontarci una bella storia. Ad una "ribelle" siciliana contrappone un dotto toscano tutt'altro che scaltro. La crisi arriva con la ricerca di un figlio. Il film ha una prima parte godibile ma piatta, quasi preparatoria, per poi deliziarci con una mezz'ora finale molto profonda. La fotografia è molto bella e calda, così come certi momenti. Sicuramente un film maturo.
Simpatica commedia romantica ambientata in quel di Roma in cui il classico racconto della vita di coppia (qui gli opposti che si attraggono) di certo non buca lo schermo per profondità e anima ma sa essere leggero e spigliato quando serve, grazie anche a dei toni da favola in cui le avversità, scientifiche ed economiche, non esauriscono l’argomento ma ben lo accompagnano fra dramma e ironia. Non mancano diversi stereotipi, alcune scene sono troppo burlone o poco armoniose, tuttavia i personaggi e la direzione attoriale di Virzì funzionano.
Buona commedia che punta su elementi classici: attori, scrittura e garbo nell'esposizione senza voler stupire. Il tutto inserito in un contesto moderno, sia come temi che personaggi, che i due protagonisti sanno interpretare ottimamente. Gli si può addebitare qualche stereotipo esagerato per alcuni personaggi di contorno, ma Virzì appare in forma e riesce a tenere bene insieme tante situazioni diverse e divertenti. Tre pallini pieni.
Originale, poetico, tenero, disperato, fuori dal tempo e intriso delle criticità quotidiane attuali; caratteristiche del film e del suo protagonista innamorato di una ragazza con la quale, in definitiva, condivide poco. Un antidivo che potrebbe, proprio per la sua sensibilità, avere decine di ragazze ai suoi piedi, ma lui vuole quella perché l’amore è soprattutto accettazione. Alternando momenti ironici ad altri drammatici, la narrazione si spiega bene e volentieri come un sogno a volte piacevole, a volte incubo. Forse è proprio solo un sogno.
Virzì posa il suo sguardo fatto di dolcezza su una coppia ordinaria ma, di fatto, particolare e intensa. Marinelli acculturato toscano si riconosce a stento dopo averlo sentito cantare la Bertè ma resta sempre un gran piacere e la Thony funziona bene al suo fianco. E così scivola anche questa commedia romantica disperatamente ancorata al quotidiano.
Marinelli secchione timido e impacciato è convincente (forse il suo accento toscano suona lievemente artificioso ma gli si perdona) e crea un perfetto contrasto con Thony, musicista navigata e indipendente. Si ride spesso e di gusto grazie anche ai bravi caratteristi, su tutti uno sguaiatissimo Giovanni La Parola. Virzì dirige sempre impeccabilmente: bellissima la scena fuori dalla clinica in cui tutti si fermano ed esilarante quella del giapponese che cerca sesso a pagamento. Tema delicato che viene affrontato con gusto e intelligente ironia.
MEMORABILE: Il ginecologo del Papa? Questo dev’essere parecchio bravo.
Ci fa continuare ad apprezzar Virzì, al di là delle alterne riuscite delle sue opere (e la stessa incostanza interna alle sue pellicole), la presenza d'una idea sana di cinema che, pur seguendo un percorso storico-filologico classico e netto, gli consente poi pure virate, sforzi diversi. Questo film, all'apparenza minore, ne è un nitido esempio: recitazione "naturalistica" (plauso a Thony e Azzurro), lavoro sul linguaggio (bravi Marinelli e Crudele) e soprattutto il tentativo (come si diceva: farraginoso, incompleto ma "fresco"), di raccontar qualcosa (e qualcuno).
MEMORABILE: Il risveglio di Thony che ritrova i suoi genitori a casa; La Azzurro che ci prova con Marinelli; Il finale col primo incontro tra i due protagonisti.
Coppia male assortita ma innamorata vuole avere un figlio e per questo si sottopone ad una tragicomica trafila di esami, consulti, tentativi di inseminazione... Virzi torna al clima degli esordi, anzi regredisce, considerato che oltre 40 anni fa, erano Manfredi e Melato a arrabattarsi con lo stesso scopo, ma basta pensare al Fertilidy Day per rendersi conto che, purtroppo, ad essere poco cambiata da allora, almeno nella rappresentazione più conformistica, è la nostra società. Il film non è malfatto né male interpretato, ma superficiale, troppo pieno di stereotipi, con gags poco originali .
Discreta commedia di Virzì che, abbandonando ogni qualsivoglia ambizione "autoriale", ritrova la chiave della freschezza e dell'autenticità. Ottima la scelta del cast, nel quale capeggia Marinelli a proprio agio in un personaggio non certo facile (soprattutto per l'accento toscano). Sorprendente la cantante Thony in chiave attoriale (non male nemmeno in fase di composizione dei pezzi della colonna sonora). Un film garbato e brillante con un buon ritmo e con poche cadute di tono (soprattutto da imputare a personaggi di contorno poco accattivanti).
MEMORABILE: Le visite dal ginecologo amico della Chiesa; L'incontro fra i due protagonisti; I vicini di casa.
Tratto dal romanzo "La generazione" del cantautore Simone Lenzi. Deludente. Commedia con sfumature drammatiche. La coppia protagonista sembra tutt'altro che riuscita: lei estroversa, lui impacciato e secchione (interpretato comunque da un bravo Luca Marinelli). Nella seconda parte la noia lievita e si cade troppo nel mieloso. Bruttissima la colonna sonora firmata Thony.
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Ecco la morbida e bella voce di Thony, protagonista e compositrice della colonna sonora del film.
DiscussioneRaremirko • 3/10/16 00:20 Call center Davinotti - 3863 interventi
Non il miglior Virzì di sicuro, ma visivamente il film è riuscitissimo (da non perdere il blu ray) e i due interpreti molto indicati.
Qualche banalità ma il tutto risulta abbastanza verosimile; la mano di Virzì si sente solo a volte, e ci si trova di fronte all'ennesimo film di realtà filmata e regia invisibile.
Ci si ama, ci si odia, ma si sta sempre assieme; fanno capolino i soliti temi (divario nord-sud, fedeltà-infedeltà ecc.), c'è dolcezza e tatto e tutto si vede senza problemi.
Non innova per niente (soprattutto a confronto con altri film del regista, che invece presentavan tutta uan serie di novità), ma è un discreto film romantico che ha "il fascino del cinema indipendente" [mia cit.].
La partita vista dai vicini di casa di Antonia (Thony) è Roma - Palermo 1-0 del 23/10/2011, con gol di Erik Lamela con un sinistro a giro sul secondo palo:
MusicheHuck finn • 29/04/19 22:56 Galoppino - 690 interventi
Due differenti premi per due belle canzoni originali del film: