La povera Teresa non ha una vita facile e si spinge fino a rubare per sopravvivere. Finisce anche dentro, con tutti gli annessi e connessi... Tratta dal romanzo "Memoria di una ladra" di Dacia Maraini, la pellicola è una specie di one woman show, con una Vitti di una bravura imbarazzante, capace da sola di rendere interessante un contesto alquanto convenzionale. Parti anche per Delle Piane, Placido e Satta Flores.
Dice bene Kezich: "album da sfogliare per i molti ammiratori della protagonista". Sì: la Vitti, grandissima anche se durante la pipì guarda in macchina, da sola regge un film la cui sceneggiatura è talora incerta, talora arruffata, talora (e specialmente) troppo miscelatrice di registri. Film di notevole eleganza formale, con splendida fotografia a tinte pastello e persino chiusura in circolo (come Sentieri selvaggi, per fare un esempio alto), che si lascia guardare specialmente per la Vitti che prova (talora riuscendoci) a reggere gli snodi meno credibili e meno bene realizzati. Sufficiente: **
Attraverso la storia di Teresa, donna di umili e tormentate origini, è magnificamente rappresentato il destino di una perdente. Destinata a perdere per la società, gli avvicendamenti storici, le istituzioni, ma soprattutto la famiglia. Confermata la straordinaria bravura della Vitti, capace di alternare registri drammatici e ironici con estrema disinvoltura. Perche Teresa la ladra? Perchè per qualcuno la vita è talmente avara che per avere qualcosa la deve rubare...
La storia è scorrevole e si fa seguire, ma a mio avviso ciò che non funziona appieno è proprio la protagonista, sempre in scena anche quando non è credibile nei panni di una ragazza poco più che ventenne e incinta; e come al solito la Vitti gigioneggia a più non posso mettendo in ombra comprimari più che validi (Placido, il compianto Satta Flores e il sempre grande Fiorenzo Fiorentini); nota di merito alla fotografia e alla storia cruda che non risparmia nulla dei disgraziati manicomi pre-Basaglia.
MEMORABILE: Le suore che pestano; Il triste finale circolare rispetto all'incipit.
Classica pellicola che tenta di raccontare l'Italia attraverso la vita di un personaggio con gioie e (soprattutto) dolori annessi, sorretta dalla versatile interpretazione della Vitti e dalla confezione raffinata, ma non sempre scorrevole, con un alternarsi di effimeri periodi di felicità e sfighe sovrumane che alla lunga tende a stancare. I disagi si impromono più degli agi e così la casetta tra i boschi alla Yuppi du soccombe di fronte a suore vomitate dall'inferno e manicomi-lager. Notevole il make-up della Vitti nell'ultimo frangente.
Fra le regie di Di Palma, storico direttore della fotografia di Woody Allen, Teresa rappresenta l'opera più ambiziosa e grazie alla Vitti anche decisamente riuscita. L'epopea della protagonista, che inizia e termina con una liberatoria corsa in un prato, passa attraverso il fascismo, la liberazione, il boom economico e si sposta da Roma a Livorno, da Genova a Milano, raccontando una galleria di personaggi e di situazioni (le prigioni, i manicomi) memorabili. Si passa dalla commedia al dramma e viceversa con grande spontaneità. Gran film.
Prima pellicola diretta da Di Palma. Le disavventure di Teresa, che la vede diventare madre, vedova e ladra per necessità. Commedia non propriamente riuscita dato che non riesce a creare spunti d'interesse. La bravissima Monica Vitti, qui in una delle sue migliori interpretazioni, non basta. Film un po' troppo prolisso. Buone le musiche di Riz Ortolani. Discreta la fotografia.
Grande film commedia come si facevano una volta (ossia molto bene). Nonostante sia piuttosto lungo, il film non annoia e si lascia apprezzare. Nel cast primeggia la Vitti, ma anche gli attori secondari hanno ottime parti, in particolare Carlo Delle Piane, Isa Danieli e Luciana Turina. Ben diretto, ben interpretato, con una valida colonna sonora e una buona fotografia, è un film da riscoprire.
Di Palma prende in prestito una splendida storia della Maraini e ci racconta un'Italia difficile dal Dopoguerra al Boom economico attraverso gli occhi trasognati di un'immensa Monica Vitti. Fondamentale anche l'apporto dei validissimi comprimari (Delle Piane, Satta Flores, Placido, Danieli) che fungono volta per volta da valide spalle per la protagonista evitandole di cannibalizzare il film. Di buon livello la confezione, con distacco per il trucco di Rocchetti e la ost di Ortolani, talvolta incerta la regia ma capace anche di inquadrature memorabili. Nel complesso un gran bel film.
Dal fascismo agli anni Sessanta, la vita sfortunata di Teresa, di famiglia povera e con un padre manesco, madre per caso, vedova di guerra, ladra per necessità, carcerata, internata in maniconio... Difficile da giudicare il passaggio alla regia di un maestro del colore come De Palma, eccellente come prevedibile dal punto di vista visivo quanto raffazzonato sotto il profilo della sceneggiatura che banalizza il romanzo di Maraini. Quanto alla prova della protagonista, finisce per mangiarsi tutto il film: un one-woman-show giustamente lodato ma a rischio di ridondanza. Vitti-centrico.
Storia più amara che dolce di una donna che si arrabatta per vivere. Una commedia popolare che descrive l'Italia dopo la Seconda Guerra, con la protagonista che passa dai manicomi alle galere, dai furti ai borseggi. La confezione è curata, la regia sfrutta simbolismi fascisti o inquadrature ricercate, ma è il ritmo a mancare. Il racconto si trascina tra gli amori e il crimine, con la Vitti che tiene bene la scena anche se a volte risulta isolata; solo Delle Piane si fa notare, tra le seconde linee. Finale malinconico di grande effetto emotivo.
MEMORABILE: La telefonata durante il furto; I furti al cinema; La lametta in bocca; La finta mano a letto.
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Kanon ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: Se lo dite in due devo pensare che allora non ho guardato con attenzione il film. Comunque era solo una mia curiosità di vedere questo "errore".
Lo hai visto su youtube?
L'ho visto in tv a partire dal momento in cui Teresa è con Dina a Livorno ed iniziano a rubare nei cinema. Su youtube ho visionato la prima parte che mi ero perso.
La copia di yt manca di qualche minuto, essendo il film di 125'.
Forse è proprio lì.
B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: Se lo dite in due devo pensare che allora non ho guardato con attenzione il film. Comunque era solo una mia curiosità di vedere questo "errore".
Lo hai visto su youtube?
L'ho visto in tv a partire dal momento in cui Teresa è con Dina a Livorno ed iniziano a rubare nei cinema. Su youtube ho visionato la prima parte che mi ero perso.
La copia di yt manca di qualche minuto, essendo il film di 125'.
Forse è proprio lì.
Ah ecco ! Banalmente non ho pensato di controllare la reale durata del film. Grazie !
Il film che Teresa (Vitti) non riesce mai a vedere fino alla fine perchè occupata a derubare gli uomini nel cinema è Il ponte di Waterloo (1940). Si veda la posa degli attori ripresa poi nella copertina della colonna sonora del film:
Volevo sapere se qualcuno di voi conosce il titolo della canzone che si sente in sottofondo nel film al cinema, quando Teresa e la sua amica portano i loro "amici" per rubare i portafogli
Volevo sapere se qualcuno di voi conosce il titolo della canzone che si sente in sottofondo nel film al cinema, quando Teresa e la sua amica portano i loro "amici" per rubare i portafogli
B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: Se lo dite in due devo pensare che allora non ho guardato con attenzione il film. Comunque era solo una mia curiosità di vedere questo "errore".
Lo hai visto su youtube?
L'ho visto in tv a partire dal momento in cui Teresa è con Dina a Livorno ed iniziano a rubare nei cinema. Su youtube ho visionato la prima parte che mi ero perso.
La copia di yt manca di qualche minuto, essendo il film di 125'. Forse è proprio lì.
Ah ecco ! Banalmente non ho pensato di controllare la reale durata del film. Grazie !
Scusate il ritardo, ma ho (ri)visto il film solo ora. Effettivamente la Vitti guarda in macchina durante la pipì per un nanosecondo, al min. 25.27. La cosa è in realtà quasi impercettibile, perché nella stessa scena si guarda attorno volgendo lo sguardo in più direzioni, ma l'occhiata fissa in macchina c'è, anche nella versione su yt.
DiscussioneDaniela • 5/09/22 16:07 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Soggetto dal romanzo Memorie di una ladra della scritrice fiorentina Dacia Maraini pubblicato nel 1972.