Note: Aka "Vestito per uccidere" (traduzione del titolo originale usata per l'homevideo). Quattordicesimo e ultimo film della serie Sherlock Holmes con Basil Rathbone iniziata con "Sherlock Holmes e il cane dei Baskerville".
Approfondimenti e articoli su Sherlock Holmes e il mistero del carillon
Episodio non brillantissimo del celebre duo (come sempre Rathbone fa Holmes, mentre Bruce fa Watson), per colpa di un soggetto (con tre carillon al centro di tutto) che dà più volte l’impressione di essere tirato per le lunghe per arrivare ad un metraggio decente, e che appassiona meno rispetto ad altri film della stessa serie, nella quale spicca quello del cane dei Baskerville.
Qualcuno sta cercando di mettere le mani su degli insignificanti carillon, e subito Sherlock Holmes si mette in moto per risolvere l'enigma. Il plot è intrigante e la sua realizzazione cinematografica del tutto accettabile, grazie a una discreta sceneggiatura che mette bene in evidenza gli intrecci. Mancano certamente il mistero o la suspense, rimpiazzati dal tracciato cristallino della storia (che pure consente colpi di scena, anche se con britannico understatement) e dei ragionamenti del detective.
Mediocre episodio che paga un soggetto poco interessante ed avvincente e che tuttavia
giunge alla fine senza sforzi e particolari intoppi grazie ad una trama lineare e ad
una durata più che modesta (un'oretta abbondante). Per una volta ha giovato cambiargli titolo in italiano.
L'ultimo film del ciclo holmesiano di Rathbone è un'avventura apocrifa che però non manca di infilare numerosi prestiti dai racconti di Doyle: a partire dal soggetto, che ha fin troppe similitudini con "I sei Napoleoni" con la variante dei carillon che sostituiscono le statuette. Corretto, piacevole e sorretto da un Rathbone in ottima forma, il film chiude dignitosamente una serie che purtroppo aveva conosciuto rovinose cadute di tono.
MEMORABILE: Lo stratagemma del finto incendio (usato da Holmes contro Irene Adler in "Uno scandalo in Bomemia") viene qui riciclato a parti invertite!
Una buona avventura di Holmes, soprattutto nella prima parte dove si cerca di scoprire il mistero legato alle sparizioni dei carillon. Un po' più lenta la seconda, dove l'investigatore cerca di incastrare i criminali. Pur non essendo tratto da nessun racconto di Doyle, ci sono molti riferimenti e citazioni e l'atmosfera è ben resa. Impeccabili come sempre Rathbone e Bruce.
Mentre la morte corre a suon di carillon, Sherlock Holmes contrappone la sua geniale sagacia alla'ottusità di Watson. L'accoppiata Rathbone/Bruce è quella storicamente migliore e il racconto, pur non brillando in dinamismo e ritmo, rasenta il clima delle grandi occasioni, tipico per l'investigatore dalla pipa sempre accesa.
Cosa può esserci in tre piccoli carillon, di modesta fattura e ancor più modesto valore, di tanto prezioso da indurre ad uccidere per impadronirsene? E' l'enigma che deve risolvere Holmes, con l'aiuto del pacioso Watson, per contrastare i piani criminali di una bella donna astuta e priva di scrupoli. Trama non particolarmente avvincente ma ben congegnata, per cui il film scorre bene verso la prevedibile conclusione. Opportuna in questo caso la modifica del titolo originale.
Per l’ultima volta Basil Rathbone e Nigel Bruce insieme in un’avventura di Sherlock Holmes. Il film ha un’intreccio ben sviluppato, a partire dal prologo e dalle scene ambientate durante l’asta. Ben delineate le figure di contorno con la brava Patricia Morson nei panni dell’affascinante antagonista. Come sempre di grande classe la prova del protagonista. Un buon film.
Trama non male, che presenta un certo mistero all'inizio ma sembra messa in scena con una certa svogliatezza: forse si sente ormai che siamo all'ultimo episodio della serie. La fotografia, infatti, non crea l'atmosfera adatta per rendere giustizia al personaggio e non bastano i due collaudati attori da soli a sollevare il tutto. Il più riuscito resta il primo film, Il cane dei Baskerville, prodotto dalla Twentieth Century Fox (tra i vari seguiti Universal spicca invece La casa del terrore).
Una bella donna criminale, astuta, seducente, abile nei mascheramenti: una mente molto pericolosa; antagonista perfetta, dunque, ed esponente delle tenebre costantemente in agguato; tenebre contro le quali Holmes è da sempre in guerra. La vicenda - strutturata sul mistero di tre carillon apparentemente identici - è avvolta in una mesmerica nebbia enigmistica: si troverà modo di attraversare tale nebbia, tra insidie e pericoli evidenti... E il nostro investigatore rischierà ancora una volta la vita. Il buon Watson sarà indispensabile...
Ultimo Holmes per Rathbone ormai vittima del personaggio che gli aveva dato la fama e forse l'aria dell'addio si percepisce in una recitazione che, rispetto ad altre occasioni, appare stanca e oltremodo manierata. Non aiuta il soggetto semiapocrifo in cui la storia, piuttosto scontata, viene diluita con qualche digressione non efficacissima. Restano sugli scudi le seconde linee, che forniscono una buona interpretazione e come al solito la confezione, attenta ai dettagli d'epoca. Forse non basta a consigliarne la visione, ma gli appassionati del detective di Doyle sapranno apprezzare.
MEMORABILE: Il taxi su cui sale il poliziotto per inseguire la coppia di malviventi.
Buona avventura apocrifa per Sherlock Holmes, che invero prende spunto da un racconto di Doyle, cambiandone però qualche addendo. Al solito la confezione, le scenografie e le atmosfere sono ottime, splendidamente fotografate in bianco e nero. Gli interpreti sono in forma, Rathbone è ormai il detective personificato. Peccato per la solita caratterizzazione di Watson come pacioso tontolone e per qualche snodo d'indagine risolto con troppa facilità deduttiva, o con qualche "ex-machina". Al netto di queste piccolezze un prodotto godibilissimo e di esile durata (71 minuti). Piacevole.
MEMORABILE: Il pianoforte che suona con le stesse sonorità del carillon (?!).
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HomevideoXtron • 2/11/15 16:22 Servizio caffè - 2215 interventi
Io ho il bluray contenuto nel cofanetto "Sherlock Holmes Edition" di Koch Media