Bel noir, tratto da un romanzo del solito Cornell Woolrich,
in cui la detection si fonde strettamente alla corsa contro
il tempo per salvare un uomo dalla sua esecuzione. Lo spunto (che sarà ripreso svariate volte) non era ancora banale per l'epoca ed è peraltro ben svolto. Il resto lo fanno un buon ritmo, la breve durata, dei bravi attori ed un colpo di scena finale non esaltante ma abbastanza
"onesto" nella sua semplicità.
Un uomo viene condannato a morte per l'omicidio dell'amante, donna bella e pericolosa. La moglie di lui ed il fresco vedovo uniscono le loro forze per scoprire il vero colpevole prima che la sentenza venga eseguita. Noir di routine, con una sceneggiatura non particolarmente stringente, anche se tratta da un bel romanzo, ma ben fatto ed interpretato da un cast maschile di pregio, con Lorre nel solito ruolo ambiguo e Duryea invece in quello, per lui inusuale, di uomo tormentato e romantico. Peccato per la protagonista, poco espressiva.
Noir minore e dal plot arzigogolato; poco realistico (considerato il genere) ma non per questo malriuscito. Da vedere almeno per godersi un Peter Lorre losco e oscuro, dalla sfuggente ambiguità. Per il resto tutto è di mestiere o di artigianato nobile, senza particolari guizzi formali e anzi con qualche sbavatura. Non mancano certe trovate nervose e intense tipiche dei film a taratura nera, ma si è lontani dal memorabile (Lorre escluso, ovviamente).
Noir molto interessante, con sfumature quasi hitchcockiane, che parte nel più classico dei modi per poi prendere una strada non banale a metà tra il giallo e il melò amoroso. Il cast è molto buono, la regia di Neill essenziale e non indugia in momenti inutili, il ritmo quindi è svelto anche nei momenti più drammatici e il film non risulta datato. Struggente e notevole.
Noto soprattutto per le numerose pellicole su Sherlock Holmes, alla sua ultima regia Neill si cimenta con la trasposizione di un romanzo di Cornell Woolrich, incappando in qualche momento di stanca nella parte centrale ma indovinando un inizio piuttosto intrigante e, soprattutto, un finale carico di tensione e di amarezza. Ottimo cast: Duryea perfetto nei panni di un uomo preso a schiaffi dalla vita, Lorre losco e ambiguo come sempre, Vincent bella e discretamente espressiva, Crawford arcigno capitano di polizia, Dowling vittima che se l'andava cercando (per dirla alla Andreotti).
Una donna viene trovata strangolata e le colpe vengono assegnate al malcapitato di turno, che si vede soffiare sotto al naso una misteriosa spilla. Vengono ricostruite le dinamiche ma, al solito, non certo dalla polizia. Sulla scia di Casablanca, un Peter Lorre bovino e ambiguo fa il boss tirato a lucido, con la sua immancabile sigaretta fumante fra le labbra. Il film scorre con la disinvoltura di cento altri, senza picchi né in alto né in basso, ma con l'immancabile parabola morale che viene disegnata.
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CuriositàDaniela • 5/10/11 16:36 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Roy William Neill (1887-1946) è stato un regista molto prolifico (oltre 100 film), specializzato in produzioni a basso costo e rapida lavorazione. Il suo lavoro più apprezzato dalla critica è proprio L'Angelo nero, che fu anche il suo ultimo film, in quanto morì pochi mesi dopo la fine delle riprese. A lui si deve anche la regia negli anni Quaranta di alcuni film sulle avventure di Sherlock Holmes, interpretati dalla celebre coppia Rathbone - Bruce.