Quiz show - Film (1994)

Quiz show

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

È difficile che un film riesca a non essere mai scontato, a stravolgere le convenzioni pur adottando una forma hollywoodiana classica. Robert Redford ci è riuscito, sfruttando una sceneggiatura pressoché perfetta (Paul Attanasio) e dirigendo un cast eccellente con grande perizia; John Turturro, che si vede molto nella prima parte e quasi mai nella seconda, è superlativo: la sua caratterizzazione del concorrente ebreo logorroico e un po' schizzato lascia estasiati. Ralph Fiennes, il più presente sul set assieme al meno incisivo Rob Morrow (l'avvocato, l'unico che da solo fatica a far reggere al film un ritmo coinvolgente e serrato nonostante le due ore), è molto più sfumato nelle sue espressioni...Leggi tutto di quanto appaia. Intorno a loro comprimari di prim'ordine, che garantiscono una recitazione complessiva superiore alla media. Ma è soprattutto il soggetto, che prende spunto da una vicenda appartenente alla tv americana dei Sessanta, ad essere originale e interessante. Il mondo della televisione-spettacolo, del “quiz show” dove l'interesse dello sponsor viene prima della correttezza nei confronti dello spettatore, è messo in scena con credibilità e attenzione producendo un interesse che si traduce in un coinvolgimento inevitabile. E se anche la regia di Redford poco concede al virtuosismo e ai manierismi d'alta scuola, è comunque efficace; sa rendere assai bene il clima sottilmente minaccioso che accompagna le indagini di Rob Morrow. Una confezione di prima scelta completa un quadro ben sopra alla media delle uscite statunitensi appartenenti allo stesso genere. A metà tra il giudiziario e il giallo “sui generis”.

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B. Legnani 29/03/07 01:58 - 5610 commenti

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Splendido film, la cui visione andrebbe resa obbligatoria per legge, nel lodevole tentativo di limitare il progressivo rincitrullimento televisivo degli italiani, che pare inarrestabile. Grandi attori, nessuna pomposità fuori luogo alla Oliver Stone e narrazione lineare, nonostante i personaggi entrino ed escano. Un film che testimonia la grandezza del mezzo cinematografico. Insieme al grandissimo The Truman Show, è il film più saggiamente e motivatamente anti-televisivo che io conosca.
MEMORABILE: L'investigatore sobbalza all'anomalia nella registrazione televisiva, e rivede e rivede lo spezzone.

Red Dragon 29/03/07 21:39 - 125 commenti

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Bellissimo film di Redford (che si conferma anche buon regista), sorretto da un cast di alto livello (su tutti Turturro, Fiennes e Scofield), da una sceneggiatura inappuntabile e soprattutto una storia seria e interessante. Spero di essere ancora in questa valle di lacrime quando verrà girato un film così ferocemente critico sul marciume televisivo ma allo stesso tempo composto e rigoroso. Forse l'unico difetto è la lunghezza: un filo di sintesi in più avrebbe giovato al ritmo complessivo.

Almayer 27/06/07 14:49 - 169 commenti

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Ispirato allo scandalo del quiz Twenty One (equivalente USA di Lascia o Raddoppia) della NBC. Il quiz era truccato e i concorrenti ricevevano le risposte in anticipo. Redford dipinge l'America degli anni 50 in maniera deliziosamente accurata e si circonda di attori tutti perfetti. Buon ritmo, buon pathos, Redford sa realizzare un film di grande "entertainment" senza per questo staccare la spina al cervello e senza rinunciare alle tematiche dell'etica e della morale, in un momento in cui stavano per andare a farsi benedire. Consigliatissimo.

Galbo 5/01/08 21:53 - 12532 commenti

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Film bello e significativo, sottostimato rispetto al suo valore e diretto da un regista mai banale come Redford. Quiz Show tratteggia un efficace quadro d'ambiente dell'America degli anni '50, che sta per uscire dalla fase della grande ingenuità post bellica per inquinare irrimediabilmente i propria grandi valori. Da qui la perpetrata e reiterata mistificazione del quiz televisivo, fatta in nome dell'audience e che rende il film attualissimo tuttora. Magnifico il cast con un grande Turturro.

Caesars 28/10/11 09:01 - 3880 commenti

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Robert Redford ricostruisce lo scandalo televisivo che sconvolse l'America negli anni '50; fu probabilmente la prima volta che il grande pubblico ebbe la rivelazione che il "grande sogno americano" poteva essere manipolato ad arte da parte di persone prive di scrupoli, ma da ciò non è che abbia imparato poi granchè (fenomeno comunque diffuso su tutto il pianeta). Il limite del film risiede forse nella sua lunghezza e in riferimenti che lo spettatore non USA fatica a cogliere completamente, ma rimane comunque spettacolo valido e da vedere. ***
MEMORABILE: Turturro dice alla moglie (più o meno) "Che male c'è ad ingannare dei babbei", lei risponde "io ero una di quei babbei".

Puppigallo 12/03/10 12:08 - 5386 commenti

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Pellicola che basa tutto, o quasi, sugli scambi verbali e su un gruppo di attori (protagonisti e cosiddette seconde linee) in forma smagliante. Siamo al cospetto di una gara di bravura dalla quale lo spettatore trarrà grande giovamento. Bravo Turturro (il suo personaggio è un imbecille, con enorme complesso d'inferiorità, infarcito di cultura), ma anche Fiennes (docente dotato di cerebro, ma oppresso dal cognome del famoso padre, pesante come un macigno) e l'investigatore della sottocommissione di controllo (onesto e perspicace). Che poi la TV fosse finzione e presa per il c..., già si sapeva.
MEMORABILE: Uno dei responsabili del quiz, sul termine "disonesto", a Finnies: "Credi che Gregory Peck sia lui quando si paracaduta dietro le linee nemiche?".

Rullo 16/07/11 20:29 - 388 commenti

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Il film si occupa di riprodurre lo scandalo che accompagnò l'NBC negli anni '50. Tutto ciò viene fatto con stupefacente capicità nel dirigere da parte di Redeford, ma anche grazie al cast, in cui compare pure Scorsese. Turturro è forse il personaggio migliore e più approfondito nella sua psicologia, nonostante nella seconda parte tenda ad essere un po' messo in ombra da parte degli altri interpreti (Fiennes e Morrow). Sceneggiatura inattaccabile.

Pigro 29/09/11 10:51 - 9924 commenti

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Rievocazione precisa del primo grande scandalo della tv Usa: fin troppo precisa (e lunga). Il film è ben fatto e ben diretto (e con un piacevole Turturro), ma sconta una sceneggiatura che eccede sia in riferimenti locali sia in divagazioni romanzesche. Il risultato è un lavoro tutto cerebrale, dove non si può far altro che ammirare questo o quell’elemento specifico, ma dove alla fine non solo non c’è emozione, ma perfino la denuncia del Moloch televisivo si annacqua in una generica curiosità di quanto erano strani un tempo gli americani…

Homesick 2/10/11 18:14 - 5737 commenti

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Sullo scandalo delle domande truccate del quiz NBC “Twenty one” negli anni ‘50, non certo un unicum nella storia della TV (anzi…), Redford basa il suo j’accuse al potere mediatico colpevole di barattare gli antichi ideali americani dell’onesto self-made man in cambio di spettacolo, popolarità e facile guadagno. Al di là dell’indubbio valore politico-sociale, l’opera è lodevole per la sua fluida conduzione e per un collettivo di interpreti che marcia deciso dietro la rabbia disarmata di Turturro - a tratti ricorda il Winslow deplamiano -, la parabola di Fiennes e la perseveranza di Morrow.
MEMORABILE: Turturro in tribunale; la confessione di Fiennes al padre e lo spirito pionieristico che imbeve la reazione di quest’ ultimo.

Capannelle 5/10/11 17:11 - 4498 commenti

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La fedele ricostruzione di un episodio sul finire degli anni '50 serve a Redford per mettere a punto una bellissima critica al sistema televisivo americano che di certo non può dirsi sorpassata, anzi. Regia sobria ma sempre efficace e intelligente. Attori in forma tra cui un spicca la prova di un particolarissimo Turturro ma anche di un Fiennes egregiamente nel personaggio.

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Coyote 31/01/13 10:33 - 185 commenti

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Intensa riflessione sulla responsabilità individuale, sulle diverse opportunità, su cosa succede quando ci si sporca le mani, Quiz show ha il vantaggio di non essere un film moralista nè semplicemente un polpettone di denuncia sullo star system: in realtà l'interesse si concentra più sulla caratterizzazione dei personaggi, molto sfaccettati e complessi e interpretati da un ottimo cast.

Manfrin 31/01/13 12:06 - 400 commenti

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Grande esempio di pellicola che, basata su un reale scandalo dell'epoca, denuncia le purtroppo ancora attuali falsità e ipocrisie di certa tv, condizionata da giochi di potere e denaro. Un grande Turturro e un paio di camei prestigiosi (Scorsese e Levinson) oltre a un brillante Rob Morrow (diventerà l'amorfo ispettore della serie "Numbers"). Si dilunga un po' ma è imperdibile.

Saintgifts 25/10/13 10:10 - 4098 commenti

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Una messa in scena piuttosto efficace per descrivere quegli anni: l'importanza della tv, lo stile di vita dell'americano medio e infine l'interpretazione di una certa giustizia di fronte a grossi interessi. Una riflessione sorge durante le inquadrature degli estasiati spettatori al famoso telequiz: quanto siamo complici del fatto che certe cose avvengano? Accendendo o spegnendo la tv potremmo cambiare il mondo in meglio o in peggio? Film corretto con alcuni interpreti molto in parte, altri meno; ciò che manca è il ritmo e troppe sono le divagazioni.

Zio bacco 6/10/14 14:28 - 240 commenti

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Un capolavoro di recitazione. Redford rasenta la perfezione ricostruendo fedelmente e senza inopportune spettacolarizzazioni uno scandalo della tv americana. Ottimi Turturro e Fiennes, ma pure Scofield e Morrow risultano impeccabili nei rispettivi ruoli. Malgrado la durata importante, la pellicola si gusta tutta, dando raffinato esempio di cinema per la sceneggiatura. Davvero ben riuscita la caratterizzazione dei personaggi, sulle cui rispettive ansie (di notorietà, di affermazione o di ricerca della verità) si costruisce la vicenda. Notevole.

Daniela 11/05/16 17:19 - 12960 commenti

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Nel rievocare uno scandalo della fine degli anni '50 che svelò come il più popolare quiz tv dell'epoca fosse truccato, R. punta molto sulla pregnanza dei dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi, potendosi avvalere di un parco attoriale in cui tutti danno il meglio nei rispettivi ruoli. Dalla gara di bravura emergono Turturro, eccellente nel rendere la meschinità e la paranoia del suo ex campione frustrato, e Scofield, figura di nobile intellettuale che inconsapevolmente spinge il figlio a farsi complice dell'inganno per sottrarsi alla sua ombra. Film di polso, il migliore del regista

Didda23 9/11/16 10:01 - 2441 commenti

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Redford offre quella regia di stampo classico che non insiste su inquadrature particolarmente ricercate ma che si mette a completa disposizione delle potenzialità della sceneggiatura, vero e proprio punto forte della pellicola. Si apprezzano quindi i dialoghi, lo scambio di sguardi e la direzione di un cast impeccabile, nel quale Fiennes e Turturro hanno la possibilità di mostrare tutte le abilità attoriali. La critica alla potenza di manipolazione del reale della televisione è ragguardevole, poiché non scade nella semplice e populista retorica.
MEMORABILE: L'umiliazione inflitta a Turturro con "Marty"; Il rapporto fra Fiennes e padre; Il processo.

Piero68 2/02/17 10:10 - 2974 commenti

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Redford regista non mi ha mai convinto, ma devo confessare che con Quiz show fa un lavoro veramente egregio, dimostrando coraggio nello scegliere un argomento spinoso e sempre attuale ma anche perizia registica di ottimo livello. Il potere della televisione con i suoi risvolti nelle facce di Turturro e Fiennes, due antagonisti completamente diversi ma facce di una stessa medaglia; il primo ai limiti della psicosi e figlio dei suoi tempi, il secondo di origini altolocate più distaccato e quasi gentleman d'altri tempi. Caratteri che in tv funzionano.

Lou 12/04/18 18:04 - 1131 commenti

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Redford realizza un film rigoroso sullo scandalo del quiz televisivo truccato "Twenty-One", molto popolare negli anni '50 in America. Il cast è di alto livello e il prodotto è curato e dettagliato, manca però di coinvolgimento ed emozione: lo svolgimento è incentrato su dialoghi serrati che in più occasioni appesantiscono la visione. Finale inevitabilmente amaro.

Paulaster 10/05/18 10:42 - 4664 commenti

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Lo scandalo di un quiz tv in cui i vincitori sapevano le risposte. Condanna del medium televisivo dove l'unico obiettivo è alzare al massimo l'audience (con guadagno dello sponsor). Ai tempi sarà stato uno shock ma adesso l'effetto è stemperato. Regìa puntuale che si avvale di buone interpretazioni e con gran ritmo, specie all'inizio. Leggermente allungata la conclusione, che inquadra l'aspetto morale della vicenda.
MEMORABILE: Turturro che depone al processo; La prova della lettera spedita prima della trasmissione.

Ultimo 10/04/21 12:39 - 1692 commenti

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Basato su fatti realmente accaduti, il film di Robert Redford non fa altro che mettere in luce il funzionamento non sempre onesto nel mondo televisivo. Il risultato è ottimo, grazie a un cast in forma smagliante nel quale si segnalano due grandi prove di Turturro e di Fiennes. Tutto ciò che gira intorno al quiz viene analizzato con cura maniacale, con l'obiettivo di smascherare l'inganno: il tutto confluisce in un'ultima parte di altissimo livello, tanto realistica quanto amara. Un piccolo capolavoro, da vedere e conservare.

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Silvestro 8/05/21 00:08 - 379 commenti

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Davvero un bel film: ben diretto, ben interpretato (soprattutto la performance di Turturro è notevole) e con una storia solida alle spalle. Qualche cedimento nella seconda parte, soprattutto all'avvicinarsi del processo, non inficia un risultato senza dubbio molto apprezzabile. I dialoghi, spesso ficcanti e quasi mai banali, sono un altro punto di forza della pellicola.
MEMORABILE: La testimonianza al processo di Turturro
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  • Discussione Pigro • 5/10/11 09:28
    Consigliere - 1687 interventi
    Giusta osservazione. Tieni presente che io conoscevo la storia ma non in maniera dettagliata. Ad ogni modo, in quella frase ho sintetizzato una sensazione che in questo film in particolare mi è sembrata una zavorra anziché un atout. Dico "in questo film in particolare" perché è più che naturale e consolidato che un film tratto da una storia vera cerchi da una parte di costellare il film di punti fermi e verificabili fino alla pedanteria, e dall'altra di rendere avvincente con qualche volo romanzesco ciò che altrimenti rischierebbe l'effetto documentario.
    Venendo a Quiz show, ho trovato uno sbilanciamento forte (almeno per i miei gusti) tra una maniacalità del dettaglio, peraltro tutto molto affondato nella specifica realtà americana (e qui sta il provincialismo di cui parlavo: se fosse stato fatto alla stessa maniera in Italia avremmo parlato di un film troppo italiano nei suoi riferimenti specifici per poter parlare a un pubblico internazionale: ma d'altronde, ormai qualsiasi cosa super-provinciale americana viene recepita da noi come universale...), e invece una invenzione che tocca punti francamente ridicoli. Mi riferisco in particolare ai dialoghi privati tra Morrow e Fiennes. Ora, se tu mi dici che in effetti è documentato che questi erano diventati intimi amici, al punto che il procuratore consiglia al potenziale indagato di squagliarsela, beh, ritiro quanto detto e correggo il commento. Ma se questo non è provato, allora ecco il sospetto di una coloritura romanzesca francamente insopportabile: ma come, da una parte sei pedante nei riferimenti e dall'altra, per esigenze narrative, ti inventi un'amicizia che travalica ogni logica per cercare di ricalcare il topos del dialogo amichevole tra investigatore e investigato (alla Colombo, per intenderci)?
    Ecco, quello che mi ha infastidito è proprio questo sbilanciamento. Ma se mi assicuri che effettivamente tutta la parte relativa all'amicizia dei due si è svolta storicamente proprio così, sono disposto a ripensarci.
  • Discussione Capannelle • 5/10/11 10:26
    Scrivano - 3717 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Ecco, quello che mi ha infastidito è proprio questo sbilanciamento. Ma se mi assicuri che effettivamente tutta la parte relativa all'amicizia dei due si è svolta storicamente proprio così, sono disposto a ripensarci.

    No sull'amicizia non ho letto niente e presumo tu abbia ragione.

    Sull'aspetto dei riferimenti locali penso che da una parte scontiamo la tendenza generale degli americani ad essere usa-centrici nel 99% dei casi, dall'altro credo che altri registi, da Spielberg a Stone, abbiano combinato "di peggio".
  • Discussione Raremirko • 27/09/15 00:15
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Secondo me il miglior film di Redford in assoluto, con sceneggiatura meritoria di Oscar; praticamente qualsiasi dialogo offre spunti di riflessione, la regia è accorta ed ogni interprete è magistrale.

    Mai una sbavatura, mai un eccesso: un ottimo film ed una tra le più convincenti critiche al mezzo televisivo di sempre.
  • Discussione Buiomega71 • 27/09/15 14:24
    Consigliere - 26620 interventi
    Ho sempre trovato il cinema di Redford (come autore) ruffiano e di una stucchevolezza perfettina e pulitina da rasentare l'insopportabilità

    Unico film che mi ha abbastanza convinto e stato Gente Comune, per il resto mi avvalgo della facoltà di non rispondere...
  • Discussione Raremirko • 27/09/15 14:42
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Ho sempre trovato il cinema di Redford (come autore) ruffiano e di una stucchevolezza perfettina e pulitina da rasentare l'insopportabilità

    Unico film che mi ha abbastanza convinto e stato Gente Comune, per il resto mi avvalgo della facoltà di non rispondere...



    Commento ragionato il tuo, che in parte condivido, anche se Quiz show mi ha proprio entusiasmato.

    Gente comune lo trovai abbastanza canonico, discreto ma troppo premiato.
  • Discussione Buiomega71 • 27/09/15 14:47
    Consigliere - 26620 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Ho sempre trovato il cinema di Redford (come autore) ruffiano e di una stucchevolezza perfettina e pulitina da rasentare l'insopportabilità

    Unico film che mi ha abbastanza convinto e stato Gente Comune, per il resto mi avvalgo della facoltà di non rispondere...



    Commento ragionato il tuo, che in parte condivido, anche se Quiz show mi ha proprio entusiasmato.

    Gente comune lo trovai abbastanza canonico, discreto ma troppo premiato.


    Sì, assolutamente, Gente Comune non e sopravvalutato, ma sopravvalutatissimo...Ma rimane (almeno per quanto mi riguarda) l'unica uscita discreta di Redford come regista.
  • Discussione Raremirko • 27/09/15 15:52
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Ho sempre trovato il cinema di Redford (come autore) ruffiano e di una stucchevolezza perfettina e pulitina da rasentare l'insopportabilità

    Unico film che mi ha abbastanza convinto e stato Gente Comune, per il resto mi avvalgo della facoltà di non rispondere...



    Commento ragionato il tuo, che in parte condivido, anche se Quiz show mi ha proprio entusiasmato.

    Gente comune lo trovai abbastanza canonico, discreto ma troppo premiato.


    Sì, assolutamente, Gente Comune non e sopravvalutato, ma sopravvalutatissimo...Ma rimane (almeno per quanto mi riguarda) l'unica uscita discreta di Redford come regista.



    Si, praticamente "rubò" gli Oscar principali a The elephant man di Lynch.
  • Discussione Rebis • 27/09/15 17:45
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    Come attore stimo molto Redford, soprattutto per l'idea di cinema che ha promosso negli anni '70. Come regista ho visto solo Gente comune, un buon film, discretamente palloso e impegnato, ma con un'atmosfera autunnale convincente. Nessuno dei suoi film successivi però mi ha mai spinto alla visione... trovo più interessante il ruolo che si è ritagliato come promotore del cinema indipendente, con il Sundance, anche se negli anni il festival ha generato un canone un po' stucchevole. Ultimamente la critica ha abbozzato una rilettura delle sue opere antitetica al cinema di Eastwood, ma mi sembra più che altro una lettura politico/ideologica che lascia il tempo che trova. Redford rimane comunque un personaggio chiave del cinema americano, penso che questo gli vada riconosciuto.
  • Discussione Graf • 27/09/15 18:46
    Fotocopista - 907 interventi
    Quiz show lo ricordo come un film solido ed appassionante ma dovrei rivederlo per darne un giudizio più articolato e capire quale sottofondo ideologico abbia...
    Ultima modifica: 27/09/15 18:46 da Graf
  • Discussione Raremirko • 28/09/15 15:59
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Come attore stimo molto Redford, soprattutto per l'idea di cinema che ha promosso negli anni '70. Come regista ho visto solo Gente comune, un buon film, discretamente palloso e impegnato, ma con un'atmosfera autunnale convincente. Nessuno dei suoi film successivi però mi ha mai spinto alla visione... trovo più interessante il ruolo che si è ritagliato come promotore del cinema indipendente, con il Sundance, anche se negli anni il festival ha generato un canone un po' stucchevole. Ultimamente la critica ha abbozzato una rilettura delle sue opere antitetica al cinema di Eastwood, ma mi sembra più che altro una lettura politico/ideologica che lascia il tempo che trova. Redford rimane comunque un personaggio chiave del cinema americano, penso che questo gli vada riconosciuto.


    Più che altro è stato anche uno in grado di mostrae altre capacità oltre quella di venire considerato un mero sex symbol, un pò come successo a Brad Pitt.