Il calcio (ovviamente pulito) e i buoni sentimenti sono alla base di questo filmetto di D'Angelo che cerca di coniugare la popolarità dello sport con quella delle sue canzoni. L'accoppiata fu abbastanza vincente e la canzone "Quel ragazzo della curva B" divenne una vera e propria hit che a Napoli ancora ricordano. L'unica consolazione è che qui il caschetto d'oro canta molto meno che altrove. Meno male!
Storiellina sui bravi guaglioni che frequentano la curva del Napoli, contrapposti a pochissimi cattivoni che spacciano la droga e vogliono il caos. I secondi verranno puntualmente sgominati, ovvio. Se lo si guarda per quello che è, e cioè una favola, non è così male, tra qualche ingenuità di troppo e le smielate canzoni di Nino D'Angelo. Terrificanti le apparizioni di Giordano e Bruscolotti, peraltro doppiati, che incitano all'obbedienza verso il "capo ultrà" Nino.
Sceneggiata tipica, appena un po' rinfrescata dall'ambientazione nel mondo dei tifosi partenopei nell'anno dello scudetto. Secondo me, senza Roberta Olivieri D'Angelo è... orfano e infatti qui il coté sentimentale passa decisamente in secondo piano rispetto alle vicissitudini calcistiche. Inoltre, qui le canzoni sono tra le più banali del Nino D'Angelo anni ottanta. Simpatico il personaggio del melomane papà di Angela, napoletano-interista, interpretato da Tommaso Bianco. Nell'insieme, noioso.
Film che a Napoli riscosse un grosso successo visto che uscì nel momento dei felici risultati della squadra partenopea. In un certo qual modo ricrea il folklore napoletano in maniera egregia e l'attaccamento di questa città alla sua squadra. Ovviamente è un mediocre polpettone di risvolti favolistici e love story strappalacrime, come del resto lo è la maggior parte della filmografia del mitico "caschetto biondo". Da segnalare la presenza di Giordano e Bruscolotti, ma anche di Gennaro Palummella (l'allora reale capo della curva B).
MEMORABILE: La canzone omonima, diventata ormai patrimonio dei tifosi azzurri.
Il tifo prima era forse diverso? Mica tanto... I buzzurri, i "trappani", gli "strunzilli", ci sono stati sempre. Il film sfrutta il momento d'oro del Napoli calcio e come al solito lo confonde con la Napoli vera. Approccio terrificante pieno di perbenismo, con le fazioni dei buoni contro i cattivi, che è quasi vomitevole. Interpretazioni da dimenticare, Benito Artesi improponibile nel ruolo di prete. Gennaro Montuori, capo ultra (adesso giornalista televisivo) è nel ruolo della sua vita.
Mediocre (e sono generoso nel giudizio) favoletta sui buoni sentimenti e su un tifo inesistente. Ultras buoni che cantano come fossero chierichetti "quei ragazzi della curva b!" allo stadio.. .accompagnati da un prete ultrà pure lui (il buon Benito Artesi qui alla sua peggiore interpretazione). Tra le poche cose belle, la carinissima ragazza di Nino d'Angelo e gli spezzoni del glorioso Napoli dell'era Maradona. Partecipano anche alcuni calciatori veri del Napoli come Giordano e Carnevale (una sola battuta in tutto il film!). 2 pallini e sono largo.
MEMORABILE: Gli ultras che cantano come un coro la canzone di Nino D'angelo.
Il candido Nino, eroe della Curva B, ha un sogno: ripulire la tifoseria dalle sue frange violente. Ovviamente il progetto non va giù alla malavita locale, che lo ostacolerà in ogni modo... Un film talmente ingenuo e pieno di speranza (Maradona faceva miracoli sul campo, perché non sognarne anche fuori?) che non riesco a volergli male, nonostante il livello generale sia persino più basso dei soliti lavori di D'Angelo (buoni e cattivi tagliati con l'accetta, recitazioni imbarazzanti...). Belle le scene di calcio giocato. Sufficiente...
Capitatoci per caso ho guardato, faticosamente, questo film omaggio alla vittoria calcistica del Napoli del grande Maradona. Si apprezza solo la fotografia degli anni 80, perché la trama qui è addirittura sotto la media delle altre opere del caschetto d'oro. Da vedere giusto se si è tifosi partenopei.
Nino d'Angelo canta le sue solite canzoni napoletane e vive la classica storia d'amore acqua e sapone, tutta litigi e riconciliazioni. L'unica novità è il tema del tifoso della squadra del Napoli che non cerca la rissa con l'avversario e non ha il culto della violenza predicando anzi il rispetto per il buon calcio. Alla fine, a parte qualche siparietto brillante dato da attori come Allocca e Izzo, si sterza sempre in zona sceneggiata e lotta alla camorra. Il messaggio sul tifo pulito è sacrosanto, ma qui è trattato con troppa leggerezza. Anni '80.
Uno degli ultimi D'Angelo-movie prima della rivalutazione/riesumazione trash degli anni '90/2000; e si vede, data la riproposizione dei classici stilemi della sceneggiata partenopea già visti nei numerosi predecessori interpretati dal "caschetto d'oro" più famoso di Napoli. Qui oltre alla classica storiella d'amore e a qualche canzone si tenta la via della tifoseria "positiva": ultras pacifici, preti tifosi, lotta alla violenza di stampo camorrista e glorificazione dell'era Maradona. Se si sta al gioco, diverte pure, pur restando un filmetto.
MEMORABILE: D'Angelo che scappa dall'ospedale (dopo una coltellata) per vedere la partita di fine stagione Napoli-Juventus.
Buoni sentimenti calcistici con pistolotto del protagonista invitato in diretta tv che sbologna in quattro secondi il problema della violenza negli stadi, non fanno decollare questo filmettino incentrato sul Napoli e i suoi sostenitori. Solo pochi veri giocatori comparirono in questo pessimo prodotto e non c'è Maradona, che fa soltanto due piccolissime apparizioni.
MEMORABILE: Il ferimento fintissimo di Nino D'Angelo.
C'è un po' di tutto in questo film: la dichiarazione d'amore di D'Angelo verso il Napoli Calcio e la sua calda tifoseria, l'omaggio al grande Diego e i soliti buoni sentimenti tipici della filmografia dell'attore partenopeo. Certo, vedere Nino farsi paladino della giustizia contro la camorra non appare sempre credibile, ma ne apprezzo il significato di fondo. Detto questo il film, pur con qualche ingenuità, è da salvare.
La nobiltà degli intenti, ossia la difesa dello sport pulito contro il teppismo e la delinquenza, non è supportata dal racconto, troppo debole, sfilacciato e incline al sentimentalismo caricato dalle canzoni di Nino D'Angelo. I momenti migliori sono quelli comici con Allocca, Izzo e Artesi prete tifoso, e quelli illuminati dal volto fresco e ridente della Guidotti, attrice che sarà comunque più disinvolta e in parte in vacanza in Versilia l'anno dopo. Alla fine, uno spot celebrativo del Napoli di Maradona, vincitore dello scudetto nel campionato 1986-87.
MEMORABILE: Allocca costretto a pagare; circondato dai teppisti, D'Angelo chiama i rinforzi con il fischietto.
Commediola con Nino D'angelo che, in questo caso, si avvicina a tutta la tifoseria partenopea. Trama abbastanza scontata e, per fortuna, i momenti in cui il cantante napoletano canta non sono molti. Rispetto ad altre pellicole del biondo caschetto napoletano questa non è delle peggiori, anzi. Come sempre, comparsata di macchiette partenopee.
Sulle celebri note di "Napoli" un film che nell'anno dello scudetto e del grande Maradona celebra la squadra partenopea attraverso buoni sentimenti e lezioni di civiltà allo stadio elargite dallo "scugnizzo biondo" (alle corte, in quel ruolo). La pellicola, manco a dirlo, è di una puerilità disarmante ed è resa appena "accettabile" dalla consapevolezza che è destinata a un pubblico locale senza pretesa alcuna. Stavolta la componente sentimentale (D'Angelo/Guidotti) passa in secondo piano rispetto a quella sul calcio. Si lascia appena vedere.
Un ragazzo per bene appassionato di calcio passa le sue giornate a tifare Napoli e ad andare allo stadio. Questo turberà l'umore della sua fidanzata e quello di alcuni tifosi violenti e mafiosi che non apprezzano la visione dello sport di Nino. D'Angelo e Scandariato sfruttano il momento magico della squadra partenopea per imbastire una storia intrisa di buoni sentimenti che però si ricorda solamente per una hit del cantante napoletano, per le numerosissime immagini di repertorio calcistiche e per alcune comparsate degli allora giocatori del Napoli. Sceneggiatura molto misera.
MEMORABILE: La macchina di Nino D'angelo, azzurra e con Maradona sulla parte posteriore.
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HomevideoGeppo • 12/08/09 00:07 Call center Davinotti - 4356 interventi
Prossimamente in edicola il dvd "Quel ragazzo della curva B".
Edizioni Master.
Collana: Nino D'Angelo collection.
HomevideoGeppo • 10/09/09 09:49 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ho ricevuto il DVD dellla Edizioni Master (edicola) di QUEL RAGAZZO DELLA CURVA B.
Master: Qualche graffio
Formato video: Fullscreen
Audio: A tratti sporco (Dolby Digital 2.0 italiano).
Durata: 94' minuti (integrale)
Menu interattivi e accesso diretto alle scene.
Le partite del Napoli che vediamo nel film, del quale ringraziamo Nemesi per i fotogrammi, inserite in ordine cronologico rispetto al giornata di campionato, sono:
1) Napoli-Torino del 5 ottobre 1986, 4° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 3-1. Partita che Nino (D'Angelo) e i suoi amici rivedranno alla domenica sportiva, dopo essere andati insieme allo stadio ad inizio film.
2) Napoli-Atalanta del 19 ottobre 1986, 6° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 2-2. Utilizzata nel film per rappresentare una sconfitta del Napoli.
3) Roma-Napoli del 26 ottobre 1986, 7° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 0-1. Partita che Nino (D'Angelo) e i suoi amici andranno a vedere in trasferta.
4) Juventus-Napoli del 9 novembre 1986, 9° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 1-3. Della partita si vede solo il tabellone del risultato.
5) Napoli-Empoli del 23 novembre 1986, 10° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 4-0. Le immagini della partita sono utilizzate per il goal del Napoli che Nino (D'Angelo) sogna nel prologo del film.
6) Napoli-Brescia del 18 gennaio 1987, 16° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 2-1. Utilizzata come partita decisiva per la vittoria dello scudetto da parte del Napoli.
7) Napoli-Sampdoria del 1 marzo 1987, 20° giornata di serie A stagione 86/87, terminata 1-1. La partita è utilizzata per l'azione che portano alla rete del Napoli nel sogno di Nino (D'Angelo) ad inizio del film.
Nella scena girata in ospedale, quando Nino (D'Angelo), assiste in tv allo spettacolo del San Paolo, si sente chiaramente la voce del leggendario inviato da Napoli Italo Kuhne