Simpatica commedia romantica molto carina. Nino D'Angelo canta molto di meno ed è il suo ultimo film con il caschetto biondo. E' anche l'ultimo film di Roberta Olivieri parecchio cresciuta dai tempi di "un jeans e una maglietta" ma anche dal suo ultimo film prima di questo, cioè Giuro che ti amo del 1986, che purtroppo viene ricordato per essere l'ultimo film del mai abbastanza rimpianto Bombolo. Roberta non ha più la bellezza da ragazzina che aveva 3 anni prima ma è sempre molto bella e bravissima. Ottimi e simpatici Ninetto Davoli e Toni Ucci.
Filmetto (chiaramente) senza pretese ma scritto, diretto e interpretato con una certa grazia. La presenza di Ninetto Davoli è un valore aggiunto. Assolutamente godibile e persino avvincente. Scandariato non è Brescia ma neppure Grassia. Di Grassia (grazie al cielo) ce n'è uno solo.
È fresca come l'acqua da bere questa commedia sentimental-musicale di buoni sentimenti, umorismo spicciolo e napoletanità. (o forse "napoletanismo", ma D'Angelo è così autentico...). Il ritmo è giusto, i dialoghi generalmente non impacciati, gli attori discreti (a parte D'Angelo, che mica è lì per recitare), anche se certo Davoli è l'unico a sapere come muoversi. E gli abiti anni ottanta, con quei colori pastello, non erano neppure brutti...
MEMORABILE: Davoli e D'Angelo che liberano Valentina dai rapitori. L'ho detto, Davoli si sa muovere!
Deludente. Nino D'Angelo, rispetto al giovane di Giuro che ti amo, Popcorn e patatine e gli altri fotoromanzi da cinema sembra abbia almeno 10 anni di più. Davoli non mi convince troppo e la Olivieri ha perso quella bellezza sbarazzina tipica delle ragazzine; Toni Ucci è addirittura penoso sembra infilato a forza. Filmetto da niente, intervallato dalle canzoni del famoso caschetto biondo, non mi è piaciuto.
Commediola sentimental-canterina con sviluppo narrativo scontato. D'Angelo canta e motteggia in napoletano, la Olivieri non è più una bambina e recita pedestremente. L'unico che accende qualche barlume luminoso è Davoli, che regala i momenti più simpatici.
Canto del cigno e tardo film con lo "scugnizzo biondo" (ormai trentenne...) che stavolta si trasferisce a Roma dove, in una metropolitana, s'infatua di una bella biondina (la "solita" Roberta Olivieri, qua al suo commiato artistico), ma le vicissitudini non tarderanno ad arrivare. Tutto già visto e digerito; resta il fatto che da un cinema così puerile nei contenuti e scarso nella recitazione non c'è molto da aspettarsi; allora occorre lasciarsi trasportare da un pur sempre divertente kitsch dal sapore autentico. Qualche canzonetta di D'Angelo.
Anche nei tardi anni Ottanta, il film sentimentale della storica coppia D'Angelo-Olivieri segue fermamente la sua formula consueta, unendo senza sorprese amore, amicizia, canzone napoletana, noir e commedia; ad essere valorizzato è soprattutto quest'ultimo aspetto, attraverso l'allegra romanità di Davoli, simpatico spaccone che si vanta persino di aver soffiato la donna a Cobra, e dalla filosofia sottoproletaria di Ucci, vagabondo del metrò. L'infame della situazione è reso con sguardo avido, viscido e irridente da Bruno Stori.
MEMORABILE: La liberazione della Olivieri, con D'Angelo e Davoli che con fari, altoparlanti e pistole giocattolo simulano l'arrivo della polizia.
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E' presente la canzone di Nino D'Angelo "E ti scriverò".
DiscussioneNeapolis • 29/11/18 18:54 Call center Davinotti - 3081 interventi
Ultimo film di Roberta Olivieri con Nino con inaspettata uscita dalle scene. Nell'immaginario collettivo rimarrà come la fidanzata perfetta del caschetto d'oro.