Poliziotto solitudine e rabbia - Film (1980)

Poliziotto solitudine e rabbia
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1980
Genere: poliziesco (colore)
Note: Uscito in vhs per la Eureka col titolo "Il ribelle - Poliziotto solitudine e rabbia".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Coproduzione italo-tedesca che, dopo un breve antefatto a Venezia, si trasferisce in una Berlino invernale (con tanto di neve) in cui lo sbirro Maurizio Merli si infiltra in una gang locale e si spaccia per un “driver” sostituendosi a quello che loro aspettavano di ritorno da Venezia. Incontrerà l'amore in una prostituta (Jutta Speidel) marginalmente legata alla gang e soffrirà ovviamente le pene dell'inferno per mantenere intatta la sua copertura. Stelvio Massi, regista specializzato in polizieschi ricchi di action, conferma anche qui la sua predilezione per il genere lavorando per l'ultima volta con Merli (alla sua ultima apparizione “sbirresca” prima del misconosciuto AVVOLTOI SULLA CITTA'...Leggi tutto) in un film forse meno spettacolare del consueto (anche se l’agguato iniziale tra calli e fondamente è girato ottimamente) ma scritto piuttosto bene: intricato al punto giusto, psicologicamente studiato e sviluppato con perizia da una sceneggiatura orchestrata meglio del previsto. Merli sfoggia costantemente il sorriso saputo di chi la sa lunga, ma al contempo sembra conscio e preoccupato dai pericoli ai quali sta correndo incontro. Il suo Nick aveva abbandonato disilluso il mestiere di poliziotto; ha dovuto riprenderlo prima per aiutare un amico, poi perché inevitabilmente costretto a seguire le tracce di una pista estera per vendicarne la morte. Notevole anche il finale, con un piccolo colpo di scena che non guasta. Insomma, non ci sarà la grinta dell'epoca d'oro, ma la coppia storica del poliziottesco di casa nostra funziona ancora e le emozioni non mancano.

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Renato 6/02/09 12:31 - 1648 commenti

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Rivisto a distanza di anni, ha confermato il buon ricordo che ne serbavo. Certo non è proprio il tipico poliziesco all'italiana, anche perché nel 1980 il genere non garantiva più incassi significativi e di conseguenza si cercavano altre strade. L''atmosfera che si respira nel film è quasi più da noir, ma Merli regala almeno una sequenza diciamo "alla vecchia maniera" quando si mette a picchiare un moribondo nel suo letto d'ospedale per farlo parlare. Insomma, una coproduzione con pochi soldi ma tutto sommato di buon livello.
MEMORABILE: La scena nello stadio Olimpico di Berlino completamente innevato.

Homesick 24/05/09 08:21 - 5737 commenti

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Poliziesco fuori tempo massimo, che ripropone con grande stanchezza luoghi comuni e personaggi del genere trasferendoli in terra tedesca. Qualcosa di azzeccato c'è ancora, comunque: l'incontro iniziale tra Merli e il preoccupato Rabal, la sparatoria a Venezia, il colpo di scena finale e il "Giamaica" di Bobby Rhodes, nero colosso dalla mano stritolante degno dei villains dei film di James Bond.

Daidae 26/10/09 13:36 - 3179 commenti

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Film che praticamente chiude la grande epopea del genere poliziesco all'italiana. Si tratta di un bel poliziesco tipicamente alla Massi-Merli, con un'ambientazione italo-tedesca che tutto sommato si lascia apprezzare. Molto malinconico nelle atmosfere, nel titolo e nei personaggi.

Herrkinski 29/11/09 23:19 - 8109 commenti

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Il congedo dal poliziesco di Merli e Massi è un vero e proprio atto d'amore nei confronti di questo genere; la maturazione è finalmente avvenuta, ed è un autentico peccato che sia al tempo stesso il canto del cigno. Il film è a mio avviso bellissimo, dall'incipit lagunare alla parte berlinese, tra atmosfere invernali malinconiche e una trama ben sviluppata e pregna di situazioni tesissime, che tengono col fiato sospeso. Merli più umano e credibile dei suoi standard; bello anche il personaggio della Speidel. Assolutamente da riscoprire. ****

Nando 18/04/10 04:09 - 3814 commenti

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Il genere poliziottesco italico è alla frutta, le idee sono terminate e le facce hanno esaurito la spinta. Merli si ripropone in questo film come un individuo ormai fuori dalla Polizia che spronato da un vecchio collega riprende, suo malgrado, l'azione. Le scene si spostano dall'Italia e Merli cerca di cavarsela ugualmente. Risultato: gli inseguimenti e le sparatorie sono sparite e si cerca un'indagine più psicologica ed un taglio cinematografico più vicino al thriller.

Gestarsh99 14/02/12 21:05 - 1395 commenti

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Amaro congedo dal poliziesco per l'eterno sbirro Maurizio, ultimo di una quindicina di titoli interpretati sempre con la stessa autoconvinzione irruenta, tra spacconate controverse, antipatici inimicamenti e gagliardi superomismi all'amatriciana. Ed è il titolo stesso a riassumere le due anime preminenti di questo action/noir italo-berlinese, in rigida sintonia col livore decadente e la gelida sconsolatezza invernale di un genere definitivamente al lumicino, parco nell'impiego delle esangui location tedesco-veneziane, sveglio nell'anticipare le cronache sulla mala radicata in Germania.
MEMORABILE: Gli inseguimenti in macchina sulle stradine ghiacciate della periferia di Berlino.

Giùan 31/10/13 06:54 - 4559 commenti

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Più che crepuscolare talora catacombale e a tratti sepolcrale epitaffio sul sodalizio Massi/Merli ancor più e prima che sul poliziesco italiano. Sulla buona fede del progetto (così come sulla intenzionalità che regista e attore metton nell’operazione) non ho dubbi e tuttavia il film pecca di ostentazione e sottolineature dove sarebbero stati necessari disincanto e “leggerezza”. La metallica cornice berlinese è congruente ma troppe facce e personaggi restano di anonimo grigiore. Merli ci mette la grinta di sempre, ma il migliore è lo scavato Rabal.

Trivex 11/11/13 14:00 - 1744 commenti

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L'inizio, nella casa di campagna, sintetizza bene l'atmosfera che permea l'intero film. Un uomo solo, triste e rassegnato, ma che troverà la forza per fare il suo lavoro di poliziotto onesto nel sistema corrotto e falsamente garantista della vecchia (e della nuova) Italia. La parte "di mare" è notevole, con l'inseguimento tra barche che per una volta sostituisce il classico tra la pantera e la sua preda. Il resto, in Germania, è altresì originale (forte il confronto in cui il driver dimostra le sue doti). Solo qualche debolezza si trova nella sceneggiatura.

Pessoa 3/10/16 23:54 - 2476 commenti

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Massi confeziona un valido noir con trasferta in terra teutonica. L'ambientazione berlinese giova a Merli placandone i toni eccessivi e mostrando un attore dal talento multiforme. La storia d'amore funziona grazie alla bella e brava Jutta Speidel mentre agli integralisti del genere mancheranno inseguimenti e sparatorie, qui in tono minore, anche per la difficoltá di fare in Germania quello che i nostri registi potevano fare in patria (ma il film forse così funziona meglio). Anonime, talora irritanti, le musiche. Si lascia guardare, niente più.

Rufus68 15/06/16 23:30 - 3842 commenti

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Il film è davvero anonimo e dimesso, nonostante la buona scena iniziale. In esso si respira una diffusa atmosfera crepuscolare; a ben valutare, però, questa è solo la presa d'atto d'una resa: quella di un genere ormai senza futuro. I tratti aspri e problematici del poliziottesco (con tutti i suoi limiti) non erano più accettati da un pubblico già fuori dagli anni di piombo e lanciato verso i primi blockbuster e l'edonismo di massa. L'onore delle armi a Maurizio Merli (praticamente a fine carriera) vale mezzo pallino in più.

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Nicola81 25/11/16 12:20 - 2857 commenti

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Il canto del cigno del poliziottesco coincide con una delle migliori regie di Massi (bravo nel coniugare le proverbiali sequenze d'azione con momenti più riflessivi e malinconici) e una delle migliori interpretazioni di Merli. Una certa piattezza nella messa in scena e le anonime musiche di Cipriani vengono ampiamente compensate da una sceneggiatura più elaborata e originale del previsto, dall'utilizzo di location insolite (si passa dalle calli veneziane a una suggestiva Berlino innevata) e da un finale di sbrigativa ed efficace secchezza.
MEMORABILE: Il dialogo iniziale tra Merli e Rabal; La sparatoria a Murano e il successivo inseguimento in motoscafo; Il finale.

Myvincent 8/12/16 08:44 - 3741 commenti

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L'azione si svolge praticamente tra Venezia e Berlino, una Berlino al solito dal colore grigio-ghiaccio che ben si presta come sottofondo alle "solitudini" di un poliziotto che finge di essere un malavitoso per far fuori un altro poliziotto. Una storia d'amore che sboccia è immancabile, giusto per completare il classico mix armi ed eros. Paludato e politically correct.
MEMORABILE: La voce originale di Maurizio Merli.

Mco 7/09/17 18:57 - 2327 commenti

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Considerata una delle ultime frontiere del polizi(ott)esco nostrano, testimone di un declino di idee all'interno del genere. Il Merli nazionale si barcamena tra pistole, telefoni pubblci e strade imbiancate dalla neve. Lo fa con la consueta professionalità ma lasciando trapelare una stanchezza di fondo palpabile quasi quanto la rigidità del clima che si respira. Infiltrazione nella malavita per sgominarla, finti omicidi e morti vere. Tutto già visto, e in forma migliore. Rimarchevole la bellezza algida di Jutta Speidel.
MEMORABILE: "Come ti chiami?"... "Venezia".

Markus 1/01/20 19:16 - 3687 commenti

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Coproduzione italo-tedesca che contrappone, seppur nella non molto eccitante versione invernale, la nostra Venezia a una triste Berlino Ovest innevata. L'ultima cartuccia del connubio poliziesco Merli/Massi non suscita molto ardore sul fronte dell'azione e questo sicuramente non aiuta. C'è da dire che è stata forse un'occasione sprecata per Merli, che poteva e forse doveva ricevere maggiore attenzione proprio dopo questo film, nel quale il regista sottolinea la sua figura d'attore rispetto a quella di fredda icona del genere.

Maverik 12/02/20 19:04 - 11 commenti

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Uno dei migliori film con Maurizio Merli che, insieme a Stelvio Massi, si discosta molto dai risultati raggiunti con Umberto Lenzi senza per questo essere meno interessante. Un film intenso, con Merli che mantiene la sua voce originale, girato fra Venezia e una cupa Berlino. Non abbiamo più, qui, un commissario di ferro ma un ex poliziotto dai metodi sempre spicci, un po' diverso dal solito "giustiziere solitario".
MEMORABILE: Il dialogo iniziale con Francisco Rabal.

Panza 9/03/20 22:33 - 1842 commenti

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Variazione sul genere poliziesco che si sofferma sul lato umano del protagonista, un commissario solo e con tanti rimpianti dopo una rischiosa carriera. Questi tocchi malinconici innescano una certa empatia con il protagonista, anche se poi la storia è abbastanza minimale e i momenti d'azione sono costruiti in maniera poco ispirata e non avvincente, soprattutto gli inseguimenti. Il tono dimesso della pellicola, complice anche la nevosa e plumbea ambientazione berlinese, da un lato dà spessore umano a Merli ma dall'altro appesantisce l'opera.

Fauno 25/03/23 10:35 - 2212 commenti

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Si esporta il poliziottesco nostrano alle Anonime Omicidi internazionali con la più semplice linearità e nonchalance, ma c'è perfino l'ambizione di incastrarci il sentimentalismo più vero, e non è un caso o una divagazione. Magari può lasciare perplesso chi ha sempre apprezzato Merli come violento giustiziere; anche qui lo è, ma solo a tratti, e il film ha lunghe pause meditative, tali da far entrare la mente dello spettatore in qualcosa di veramente terribile come i ricatti e le minacce di morte. La Speidel e Rhodes sono ottime scelte, ben correlate alle motivazioni del film.
MEMORABILE: La sparatoria a Venezia; Il bluff finale; La disperazione di Vivien.
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  • Homevideo Zender • 6/02/09 12:51
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Grazie Renato, inserito nelle note.
  • Homevideo Herrkinski • 29/11/09 23:20
    Consigliere avanzato - 2632 interventi
    E' scandaloso che questo bellissimo film non sia ancora disponibile in DVD...
  • Curiosità Zender • 23/09/15 18:03
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Discussione Nicola81 • 15/11/16 18:45
    Compilatore d’emergenza - 674 interventi
    L'ho cercato per anni, e ora che finalmente l'ho visto posso dire che l'attesa è stata ripagata.
    Eccolo qui il film che chiude la gloriosa (a mio avviso) stagione del poliziesco all'italiana, inaugurata ufficialmente da Steno con il suo La polizia ringrazia. A firmarlo non potevano che essere Massi, uno dei registi più prolifici del filone, e Merli, che da Roma violenta in poi è diventato il commissario per antonomasia.
    Personalmente, lo considero uno dei migliori prodotti della serie, anche se certo non tra i più rappresentativi. Gli elementi crepuscolari già presenti in alcuni titoli precedenti della coppia (Il commissario di ferro, Un poliziotto scomodo, Sbirro... La tua legge è lenta, la mia... no), vengono qui evidenziati al massimo grado. Già l'incipit veneziano è una notevole variante rispetto alle consuete ambientazioni metropolitane, ma finché restiamo in Italia gli elementi sono quelli tipici del poliziottesco puro: pensiamo al dialogo iniziale tra Merli e Rabal con quest'ultimo che si lamenta delle restrizioni imposte alla polizia da un sistema garantista a senso unico, o alla scena in cui Merli interroga il ferito in ospedale.
    Quando la vicenda, però approda in una suggestiva Berlino innevata, assistiamo ad una vera e propria sterzata verso i territori del noir. Merli non è più soltanto il solito giustiziere sprezzante del pericolo ("La mia vita mi appartiene, e così pure la morte", aveva detto al suo diretto superiore), ma un uomo consapevole dei rischi che sta correndo e, ora che ha trovato inaspettatamente l'amore, molto più vulnerabile. E devo dire che in questa fase Merli mostra delle buone capacità recitative, che la maschera di duro impostagli fin lì aveva forse precedentemente offuscato; la sua storia con la bella e brava Speidel viene gestita meglio del previsto da Massi, che naturalmente continua a confezionare con la consueta bravura quei momenti action che il genere richiede, guidandoci verso un finale efficacemente secco e sbrigativo come si addice, appunto, più ad un noir che a un poliziesco.
    Se proprio vogliamo trovare dei difetti, direi che risiedono nella messa in scena un pò spoglia tipica dei prodotti a basso budget (ma visto il tono della pellicola non posso escludere che fosse voluto) e in una colonna sonora non particolarmente incisiva (Cipriani aveva fatto meglio in altre occasioni), ma li considero peccati in fondo veniali.
    In conclusione mi è piaciuto, e quindi onore a Massi (che qui firma il suo film a mio avviso migliore insieme a La legge violenta della squadra anticrimine), onore a Merli (praticamente anche lui al commiato), e onore ai polizieschi italiani: la mia passione per il cinema è nata grazie a loro.
    Ultima modifica: 15/11/16 18:47 da Nicola81