Prologo ambientato a New Amsterdam, nel 1686: una strega dal capello vaporosissimo (la silfide LeeAnne Baker, fisicatissima) viene uccisa durante una messa nera da coloro che, una volta reincarnatasi ai giorni nostri, dovrà ritrovare per vendicarsi. Così ecco la bella protagonista, in perfetta tenuta punk e motocicletta, girare per New York alla ricerca delle reincarnazioni dei suoi assassini, che sono diventati un religioso a capo di una comunità di recupero per tossicodipendenti, un tenente di polizia dalle chiare origini italiane (sorta di Poncharello in versione economic) e una ragazza che con quest'ultimo fa subito amicizia...Leggi tutto accompagnandolo nelle indagini sulle strane morti che avvengono in città; morti che sembrerebbero dovute a cause naturali o suicidi, se non fosse che sui cadaveri (tutti drogati o prostitute) vengono ritrovate tracce di uno strano liquido viscido, che il religioso identifica subito con “ectoplasma” ovvero, a suo dire, nientemeno che l'anima degli uomini. E ha pure ragione, perché infatti a succhiarlo è la nostra streghetta supersexy, che poi tramite triplo seno sovrapposto lo fa bere agli zombi che alleva nei sotterranei della città (sarebbe questa la necropolis del titolo?), conciati come gli incappucciati ciechi di De Ossorio. Un esercito letale? Mah, non si direbbe visto che a fare tutto il lavoro è sempre lei, tra un primo piano sulle cosce lunghe strette in vestitini neri e qualche accenno a balletti gratuiti tanto per gradire. Che la Baker sia esteticamente dotata per la parte è un fatto, ma tutto ciò che le gira attorno è da mani nei capelli: i dialoghi tra il tenente e la sua amichetta sono aberranti, il religioso di colore si aggira con le sue croci in legno e aria ebete senza saper cosa fare, Satana si guarda bene dal presenziare in una simile robaccia e l'unica scena degna di essere ricordata è quella dell'allattamento trimammario, tra il ridicolo e il fascinoso. Unico effetto speciale esistente tra l'altro, perché violenza e sangue sono assenti (giusto qualche goccia che cola dall'orecchio di un poveraccio ultrasuonato a morte e qualcosa che fuoriesce dalle ferite). Confezione da horror di serie Z in linea col resto (basti vedere con quale imperizia vengono regolarmente impugnate le croci killer); a ben vedere un videoclip con la Baker a danzare in divisa punk poteva bastare: sarebbe stato molto più significativo e incisivo (anche se la durata del film è fortunatamente contenutissima). Il finale con gag da risolvere in sette secondi viene spalmato per minuti interi: tutto il senso dell'operazione è racchiuso qui.
Ci vuole coraggio per girare certe pellicole e ancor più per produrle. Imbarazzante film che etichettare come brutto non rende bene l'idea di quello a cui va incontro l'incauto spettatore nel visionarlo. Regia e sceneggiatura sono opzionali mentre i dialoghi sono tra i più ridicoli che si siano mai visti sullo schermo e di attori così per fortuna se ne vedono pochi. Visionabile per farsi quattro risate anche perchè per fortuna dura poco.
MEMORABILE: Quasi tutti i dialoghi. Da sganasciarsi dalle risate.
Che inorridisca non ci sono dubbi; non per la paura che (non) incute peò, quanto per il senso generale di boiata pazzesca; purtroppo non c'è una sola cosa che venga condotta in modo corretto. Dialoghi pessimi accompagnano un cast impresentabile. Poi chissà, magari gli stessi attori posti in un diverso contesto cinematografico potrebbero dare prova migliore, ma qui è un disastro; per non parlare poi della regia... Tra il fuggi fuggi generale (consigliatissimo) persino il re degli inferi rimpiange di essere stato accostato a tale film.
C’è ben poco da salvare; è tutto molto povero e ai limiti del presentabile. La storia, per quanto scontata, è massacrata da una recitazione stucchevole e amatoriale. Anche il doppiaggio italiano è assai penalizzante e non aiuta di certo, così come i dialoghi banali e spesso ridicoli. Difficile da digerire, anche dagli appassionati incalliti del genere.
Sciatto horror a base di reincarnazioni stregonesche e rituali campy in salsa Eighties (impareggiabile il balletto della megera durante il flashback secentesco!). In effetti è proprio l’assetto estetico figlio di quella nostalgica decade, fra acconciature New Wave e musiche synth-pop, a redimere parzialmente il prodotto, che per il resto si limita a propinare sprazzi di exploitatività alla Charles Band (qualche nudo, accenni di sangue, brevi tocchi bodyhorrorifici) fra dialoghi mediocri e passaggi di script raffazzonatissimi. Produce Tim “Robot holocaust” Kincaid: detto tutto.
MEMORABILE: I membri zombeschi della setta satanica si nutrono attingendo alle tre paia di seni (!) della strega; Il prete e il poliziotto nello scontro finale.
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Qualcosa accomuna questo pessimo lavoro agli altrettanto brutti Breeeders e Mutant Hunt: è il nome di Tim Kincaid, titolare della casa di produzione Tycin Films.