Meander - Trappola mortale - Film (2020)

Meander - Trappola mortale
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Titolo originale: Meander
Anno: 2020
Genere: thriller (colore)
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/11/20 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 7/11/20 22:59 - 9275 commenti

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Una donna si risveglia in un "labirinto" di cunicoli: perché? Chi l'ha messa lì? Ne uscirà? A parte i soliti interrogativi di prammatica per questo tipo di pellicole, va detto che il film sarebbe stato un gioiellino se non fosse stato preceduto dal cubo nataliano. Tra l'altro prova anche ad inserire qualche elemento di novità rispetto al prototipo, qualche blanda coloritura horror e fantascientifica, senza però riuscirci. Resta comunque un valido intrattenimento che sa come incuriosire e coinvolgere per tutta la sua durata. Finale che per molti sarà insoddisfacente.

Daniela 28/07/21 19:46 - 12919 commenti

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Dopo aver accettato un passaggio in macchina da uno sconosciuto, una donna si ritrova intrappolata in un labirinto sotterraneo di corridoi strettissimi e cubicoli angusti, fitto di trabocchetti, pericoli e prove da superare... Ovvio il debito cellistico, sia per la situazione sia per l'indeterminatezza delle premesse, ma con un tasso di claustrofobia maggiore che rende la visione ancora più angosciante, complice la presenza di un ansiogeno conto alla rovescia. Se la lunga parte centrale convince/avvince, lascia invece perplessi l'epilogo metafisico, facendo abbassare la valutazione.

Lupus73 13/11/21 16:01 - 1549 commenti

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Inizio che sembra anticipare un soggetto con killer seriale, poi la protagonista si risveglia con tuta avvenieristica in ambiente chiuso, e da qui emerge un soggetto horror/sci-fi molto simile al cubo di Natali, sostituito qui da una tubatura simile a quella dell'aria condizionata fitta di trappole per passare a stadi successivi, con cadaveri che spesso si animano e altre volte sembrano necroborg. Tutto molto curato, ma la pecca sta nell'inserimento dell'elemento soprannaturale (con le visioni della figlioletta morta) non troppo ben incastrato e un finale discutibile. Vedibile.

Kinodrop 19/11/21 18:45 - 3136 commenti

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Una donna si ritrova, non si sa come, prigioniera in una sequela di tubazioni, cunicoli, anfratti e trappole, con inganni salvifici e sotto la pressione di un braccialetto/timer che rende la situazione teoricamente ansiogena, anche se da subito si intravedono soluzioni logiche che invece non ci sono (vedi il finale). Anche le troppe e facili derivazioni sci-fi non riescono a rafforzare uno script debole e per forza di cose ripetitivo, a cui non giovano neanche i gratuiti inserti horror né la limitazione della performance a un solo personaggio che fa quel che può. Intrattenimento.

Il ferrini 7/12/21 04:14 - 2505 commenti

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Derivativo nel senso più deteriore del termine. Prende infatti tutti i peggiori difetti del genere cui appartiene e li frulla in un pastrocchio che non funziona come thriller, né come sci-fi e ancora meno come dramma materno. A completare il tutto un finale brutto e disonesto che mortifica anche il più bendisposto degli spettatori. Si muove bene la protagonista, che per un po' cattura l'attenzione mentre supera un mostro del sottosuolo e varie trappole, ma questo non lo rende un The descent e ancora meno un Cube. Da evitare.

Schramm 26/12/21 14:35 - 3680 commenti

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Neo-estetica del labirincubo, ove ci si trova fino all'ultimo senza sapere perché né come (ed era meglio non saperlo). La formula ha del rimasticatissimo e di certo non si suda neanche una delle sette camicie per rimodernarla: Tsuklaustrofobicume soffocato da un decor postmoderno flipperoso, l'ormai plastificata crudeltà di Saw che apre al socratico nosce te ipsum e al moralistico mangia sano torna alla natura, e il calcolo dell'intestinale area del cubo di Rubik ostacolato da trabocchetti adrenalinici e vispi zombi al carbone: quanto basta a disarmare pure l'utente più possibilista.
MEMORABILE: La mimesi digerente e sfinterica del design-decor, unico visivo colpo di reni del tutto.

Pumpkh75 3/01/22 14:26 - 1809 commenti

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Dai cubi ai tubi: un passaggio dentro cunicoli e strettoie che sorprendentemente trova una sua linfa soffocante e impetuosa nell’equipaggiamento fornito (i countdown, il mostro senza braccio, il magister di metallo e carne morta), nonostante i primi minuti non lasciassero presagire particolari entusiasmi. Turi cede però nuovamente alle proprie (eccessive?) velleità autoriali e sul calare apre varchi nel labirinto a colpi di allegorie e metafisica, sprofondandoci in un nuovo dedalo senza che un solo stimolo ad uscirne sia stato fornito. Regge bene la Weiss. Stoppino lungo, poca cera.

Anthonyvm 3/11/22 15:19 - 6079 commenti

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Dopo una partenza scoraggiante, in cui Turi riesuma l'arcinota formula fanta-survivalista di Cube, fra dedali e trabocchetti, per riadattarla a un one-woman show che non fa distinzioni fra monotonia e claustrofobia, un twist mediano (non originalissimo, ma del tutto opportuno) alza progressivamente la tensiva posta in palio, trappola dopo trappola, avversario dopo avversario. Benché l'irrinunciabile metafora "spirituale" sia lampante sin dalle prime battute, lo stile visivo del regista francese non lascia indifferenti e la prova (anche fisica) di Gaia Weiss va applaudita. Non male.
MEMORABILE: La disposizione di luci e colori nei corridoi e nelle stanze; Strisciando sotto il filo spinato; Il settore body-horror; Dialoghi con la figlioletta.

Pinhead80 23/11/22 18:50 - 5114 commenti

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Una ragazza, dopo aver accettato un passaggio da uno sconosciuto, si ritrova suo malgrado in una sorta di tunnel da cui sembra impossibile fuggire. Lì avrà anche l'occassione per affrontare tutti i suoi demoni. Classico film trappola evidentemente debitore verso il film di Natali da cui prende in prestito i meccanismi del genere collocandoli in un'ambientazione ancor più claustrofobica. La prima parte scorre via che è un piacere, anche perché rimangono insoluti i motivi per cui la protagonista si trovi lì. La seconda parte invece vuol spiegare troppo e finisce per non convincere.

Magerehein 31/07/23 09:14 - 1095 commenti

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Il successo di Cube (a cui questo film si rifà) si doveva al totale mistero dietro a quella misteriosa struttura, oltre alla presenza di più personaggi. Qui non abbiamo né l'uno (c'è un buon colpo di scena a metà film, ma anche maldestri tentativi di spiegazione sci-fi che buttano troppo fumo negli occhi) né gli altri; la sola protagonista fa anche bene il suo, ma la ripetitività dell'operazione viene presto a galla (complice le trappole temporizzate) e il regista non è Tsukamoto (lui sì che sapeva lasciar soffocare nel senso di claustrofobia). Insoddisfacente, specie nell'epilogo.
MEMORABILE: Braccio mozzato; Filo spinato; Piede parzialmente mozzato.

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Jaspers 11/08/24 20:13 - 168 commenti

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Tsukamoto e Natali sono le ovvie basi da cui Turi parte per inserire nuovamente una donna in un ambiente angusto (una sua fissa fin dal cortometraggio) ma, rispetto al disastroso esordio, qui ha molto di cui andar fiero: l'angoscia è ininterrotta, i cunicoli sono già soffocanti di per sé, figurarsi quando le trappole si scatenano. Gaia Weiss è perfetta e gli elementi gigeriani sono un'aggiunta inaspettata, che mantiene alta l'attenzione. Il messaggio di fondo sul non rifuggire la vita potrà risultare pretenzioso, ma la potenza visiva del tutto difficilmente lascerà indifferenti.
MEMORABILE: Tempo scaduto: Fuoco!; La prova dell'acido; Le frecce; L'ultima tappa; Il "ciclope".
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  • Homevideo Buiomega71 • 28/09/21 15:24
    Consigliere - 26561 interventi
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