Sorprendente mix tra post atomico e love story che prende di mezzo Mad Max in gonnella, occhi bianchi sul pianeta terra, le colline che c'hanno gli occhi, creature ripugnanti e sibilline alla
The descent, luci d'amore di
Prima dell'alba, novelle pretty woman (ma non è tutto oro quello che luccica, a scanso di mielosità favolistiche romanticheggianti) e relazioni dei sentimenti che paventano l'apocalisse come
Miracle mile.
Turi (da tenere assolutamente d'occhio), spalleggiato da Xavier Gens, realizza qualcosa di completamente diverso sul territorio polveroso e selvaggio del dopo bomba, innestato perfettamente un meccanismo di due storie parallele, una zeppa di tensione e defribillazione che non lesina su piccole schegge splatter (l'osso che fuoriesce dalla gamba, il proprietario del camper semi sventrato, la faccia ridotta ad un hamburger del biker stupratore e predatore) e rimanda alla migliore tradizione del survivor movie e delle derive madmaxiane. L'altra un' intensa storia d'amore che lambisce i territori del droga movie fino alla lancinante maternità mancata, del principe azzurro e della ragazza perduta.
Il twist che arriva in dirittura d'arrivo (anche se intuibile) è un colpo di genio straziante (occhio all'affettuoso gesto materno con la mano che accarezza il viso e attenzione alla descrizione del ritratto "mostruoso" di Bacon) e la chiusa ancor più dolorosa e pessimistica, che non può non commuovere e dare una stretta al cuore, che crea un mix suggestivo e dirompente tra i deserti rosso sangue e l'amour fou.
E nella terra di mezzo, nelle zone morte di nessuno, in lande inospitali e abbandonate tra cannibali mutanti e la legge del più forte, si consuma una delle storie d'amore più penetranti che il cinema abbia raccontato negli ultimi anni, con contorno di sangue, polvere e manuale di sopravvivenza.
Interessante, poi, l'avvento dell'ecatombe annunciata al telegiornale nelle breaking news.
Per il sottoscritto un piccolo gioiellino da preservare con cura, che, stando alle previsioni a lungo raggio, potrebbe giocarsi la palma d'oro annuale con
Ex-Machina.
Ai posteri l'ardua sentenza.