Biutiful - Film (2010)

Biutiful

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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/02/11 DAL BENEMERITO JANDILEIDA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/01/15
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Jandileida 3/02/11 22:14 - 1565 commenti

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Film dal fortissimo impatto emotivo con un Bardem grandioso, mai eccessivo in un ruolo difficile e complesso cucitogli addosso, con la mano del buon sarto (che sembrava persa tra grammi dell'anima e Babeli tragiche), da Iñárritu. Abbandonate le storie ad incastro, che ormai mostravano la corda, il messicano ci regala una storia vera e dura ambientata nella Barcellona popolare del Raval e del Gotico con un padre sospeso tra la vita, la morte e l'amore per i figli. Peccato solo per qualche scivolata nel soprannaturale che ricorda troppo Trainspotting.

Didda23 10/02/11 03:02 - 2426 commenti

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La svolta di Inarritu (abbandonato lo sceneggiatore abituale Arriaga) in veste di regista e pure sceneggiatore mi è piaciuta. Regala un film lineare, molto emotivo e struggente. Il difetto è che in certi casi il dramma è portato all'eccesso (mai un evento positivo). Bardem è più che strepitoso, ogni volta riesce a sorprendermi perché penso che più di un certo livello sia impossibile e invece lo supera. Notevoli le musiche di Gustavo Santaolla. Da vedere!
MEMORABILE: La scena gay fra due cinesi.

Capannelle 20/04/11 16:39 - 4411 commenti

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Inarritu e Bardem insieme per un prova significativa; magari ogni tanto sa un po' di costruito a tavolino, ma disegna e sfrutta bene i caratteri dei protagonisti: sia nel caso della moglie che si perde di continuo che in quello della coppia di cinesi. Il tutto ambientato nella sporcizia della periferia di Barcellona e girato senza ricorrere a troppe scene madri.

Galbo 10/05/11 05:47 - 12392 commenti

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Per Biutiful, Alejandro González Iñárritu cambia decisamente rotta rispetto ai suoi film precedenti e il cambiamento (che coincide con la separazione artistica dallo sceneggiatore Arriaga, ormai regista in proprio) è decisamente benvenuto. La discesa negli inferi (morale e fisica) del protagonista è un lungo cammino di dolore e disperazione ma nel film è presente in primo piano almeno un valore positivo e di speranza che funge da grande elemento catartico a riscattare la bruttura del contesto: l'amore filiale. Grandioso Bardem.

Mdmaster 26/05/11 17:16 - 802 commenti

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Ero restio a vedere un altro film di Iñárritu dopo 21 grammi ma d'accordo, diamogli quest'altra chance. Non ne sono uscito convintissimo, però mi è sembrato una spanna sopra i suoi precedenti lavori. Bardem interpreta benissimo la discesa agli inferi di un personaggio davvero intrigante, così come lo sono le storie che s'intrecciano con la principale. Strano, poi, come alcuni argomenti del film finiscano col non avere alcuna rilevanza (tipo la capacità del nostro di conferire con i morti). Una pellicola silente, elegante e imperfetta. Non male.
MEMORABILE: La moglie silente a tavola; la conversazione finale con la figlia e la consegna dell'anello.

Rullo 9/08/11 00:06 - 388 commenti

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Un film ambientato nella povertà spagnola, con un uomo che cerca di convivere con un male fisico e morale oppressivo ed ossessionante. La prima parte della pellicola è piuttosto noiosa e non sembra mai decollare (anche perché ricorda un po' altri film spagnoli per tematiche affrontate e stile adottato, come Mar Adentro), però il bello arriva quando ormai siamo sulla buona ora e mezza inoltrata. Sorprendente il modo in cui si riprende e termina con un gran finale. Maestose prestazioni del cast e della regia.
MEMORABILE: La scena sul ponte.

Ariel 7/08/11 00:18 - 40 commenti

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Un film dove il sociale e l'individuale vanno di pari passo. La malattia del protagonista è la malattia di un contesto sociale caratterizzato da una realtà che non conosce cura. Non c'è riscatto, non c'è giustizia. Non va come deve andare. Si dice "piove sempre sul bagnato". E la vita punisce chi, si pensava, fosse già stato punito abbastanza. Unica nota calda: l'amore paterno più appassionato e assoluto che ci sia. Un padre non teme la propria morte, bensì di abbandonare così i figli. E di essere da loro dimenticato. Toccante e completo sotto ogni profilo.
MEMORABILE: Barcellona: una metropoli crepuscolare dove le esistenze e i disagi dei miserrimi si incontrano. Ma non è ancora "mors tua vita mea".

Mickes2 11/12/11 16:24 - 1670 commenti

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Iñárritu ci accompagna per le strade di una Barcellona ai margini e degradata raccontandoci la deriva di Uzbal, un padre che scopre troppo tardi di avere un male incurabile. Dramma sofferto e intimista, diviso tra la convivenza forzata col dolore fisico e quello dell’anima, vissuto nella terribile preoccupazione del non poter regalare un futuro migliore ai propri figli. Convince, a parte qualche lungaggine e sa emozionare attraverso sequenze di grande tecnica ed intensità emotiva; l’interpretazione di Bardem è viscerale ed empatica.
MEMORABILE: "Papà, come si scrive beautiful?" "Così, come si dice".

Cloack 77 19/06/12 10:11 - 547 commenti

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Inarritu sembra senza freni: ogni evento drammatico lo scaglia sul suo protagonista; se si accetta questa storia, il percorso della pellicola non è male, il regista sta addosso a Bardem che naturalmente impressiona, giganteggia. Il resto è contorno, la città nera come cappa del destino, i rapporti "malati" del lavoro, che sembra una occasione di riscatto e invece è semplicemente sfruttamento; senza dimenticare la bellissima scena della emersione dei cadaveri, laddove il pedinamento finisce in favore dello spettacolo cinematografico.

Pigro 24/09/13 10:09 - 9665 commenti

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Non è beautiful la vita di chi sta sospeso sull’orlo della morte, veggente che non sa vedere la propria vita e deve fare i conti con un cancro terminale. È solo biutiful, come quella di immigrati cinesi o africani, costretti a vivere e morire ai margini di una città di cui si vedono solo luride strade illividite da sporco e dolore. Un grande Bardem è la sofferta soglia tra aldiqua e aldilà, tra vergogna e orgoglio, tra sfruttamento e compassione, tra paternità e senso filiale. In una terra di reietti pacificata dalla pace dei defunti. Dolente.

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Saintgifts 13/03/15 09:21 - 4098 commenti

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Il rovescio della medaglia in tutti i sensi, quello brutto. Non mi riferisco al film, che direi notevole, ma alla vita che ci viene mostrata. L'altra faccia di Barcellona, città bellissima, l'altra faccia di chi ci vive, gli immigrati in cerca di un posto migliore e che trovano solo ciò che non fa per loro. L'altra faccia di una famiglia che poteva essere perfetta ma che si trova tutto contro. Sembra fin troppo da sopportare, ma è una realtà che esiste. La regia, la fotografia, la musica, le interpretazioni... tutto concorre al pessimismo.

Schramm 16/04/15 13:07 - 3495 commenti

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Bruttiful è il durissimo vivere di un Bardem che non riesce a quadrare il cerchio tra colpa e riscatto, tra collasso e ascesi, tra espediente illecito e risanazione familiare/sociale. Beautiful è Inarritu che solo apparentemente presta il suo intendere e fare cinema a una struttura lineare e a una narrazione che va da A a B, entro la quale prende vento una disperazione collosa che s’appiccica a ogni fotogramma, e un’asse sangue-sudore-lacrime percorsa da Bardem con la soave disinvoltura di un sonnambulo deambulante in un paradiso perduto perpendicolare a quello, ritrovato e rinnovato, del cinema di Inarritu.

Bizzu 29/04/15 00:35 - 217 commenti

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Ennesima conferma dello stile di Iñárritu, regista di grande classe... che però ha poco da dire. Qui in particolare vengono fuori le magagne che nei precedenti film erano mascherate dalla buona scrittura: in Biutiful infatti non si arriva mai al punto e il regista traccheggia per due lunghissime ore. Babel, almeno, dalla sua parte aveva una certa vivacità nel montaggio e negli intrecci narrativi; qui invece il film si regge tutto sulla (seppur di gran livello) interpretazione di Bardem. In definitiva un buon lacrima-movie, anche se sfiancante.

Giùan 10/01/16 07:35 - 4559 commenti

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Film che suscita contrastanti sensazioni, nonché vaneggiamenti. Senza il mentore Arriaga allo script, il cinema di Inarritu perde la torrenziale concatenazione di Destino e personaggi, ma continua a insistere su una poetica del dolore che parrebbe però acquistare una sia pur contraddittoria sobrietà barocca. Certo restiamo all'interno di un pathos asfittico e miasmatico, la cui visione è piuttosto demotivante sul piano umano e cinematografico. Bravo Bardem a non lasiarsi schiacciare dalla gravità del suo personaggio. Alvarez dai tratti almodovariani.

Magi94 13/09/18 00:32 - 952 commenti

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Incisivo. Storia di una vita con mille dolori e poche gioie, in un mondo in cui bisogna cercare di coniugare la sopravvivenza personale all'umanità. Importante a questo riguardo l'intreccio con le storie di migranti, tutto sommato non dissimili dal destino di Uxbal. Nello stile del regista, eccessivamente calcato l'aspetto della raffigurazione straziante del dolore, non perché risulti artefatta, anzi, ma perché a tratti fine a se stessa, quasi a nascondere una compiacenza nascosta religiosa, che si può condividere o no.

Paulaster 13/09/19 10:19 - 4417 commenti

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Padre affetto da tumore avrà una crisi di coscienza. Il vero pregio del film è far vedere l'altra faccia di Barcellona, dove anche la vita notturna sa di volgare. Per il resto è una sequela di eventi che, anche se non punta a scandalizzare, enfatizza una crudezza d'intenti che scade nel gratuito. Le questioni familiari virano nel melodramma e convincono poco. Bardem non carica il personaggio e azzecca il mesto ruolo. Fotografia eccessivamente "deprimente".
MEMORABILE: L'iniezione da solo; La carica della polizia; I cinesi riemersi dalle acque.

Westonberg 21/01/20 11:46 - 31 commenti

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Un film straordinario. Fredda, struggente ed estenuante, la pellicola di Iñárritu ci mostra la vita ai margini della città, dei dimenticati, degli esclusi. Javier Bardem è Uxbal, un uomo pieno di contraddizioni ma spinto comunque da una volontà di aiutare il prossimo e preservare i due figli dal putridume legato alla vita che conduce. La regia di Iñárritu è sempre accorta e puntuale, coadiuvata da una fotografia asciutta e virata sui toni freddi. Lo spettatore viene condotto al declino graduale del protagonista, che decade senza speranza. Molto forte.
MEMORABILE: La bravura di Javier Bardem; La scena in discoteca è una delle più belle mai girate.

Daniela 16/05/22 10:35 - 12660 commenti

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Gli restano pochi mesi da vivere, ha due bimbi piccoli, una moglie bipolare inaffidabile, un  fratello fellone, scarsi guadagni facendo da intermediario tra immigrati clandestini e datori di lavoro che li sfruttano: un carico da 90 di dolore, disperazione e morte sulle spalle del protagonista per un film che, percorrendo la via crucis di questo povero cristo, eccede nell'accumulo delle disgrazie e suscita perplessità in alcuni passaggi troppo programmatici. Merita comunque la visione per l'ambientazione in una inedita Barcellona cupa e soprattutto per l'intensa prova di Bardem.
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  • Discussione Galbo • 8/02/11 14:53
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Jandileida ebbe a dire:
    Talmente esotico che servono le birre trappiste con gli ombrellini dentro

    Tu dove sei Galbo?


    Reggio Calabria
  • Discussione Pigro • 9/02/11 10:28
    Consigliere - 1661 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Siamo lì, però lui sta in Belgio, sa più di esotico e sembra più lontano :)

    Ah, ma allora siamo pure internazionali...! ;-)
  • Discussione Didda23 • 13/02/11 23:49
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    scusate l'ignoranza ma dove è la sede?
  • Discussione Zender • 14/02/11 14:23
    Capo scrivano - 47778 interventi
    Diciamo Milano. Ma è una sede per modo di dire :) Qui si tende spesso a scherzare.
  • Discussione Funesto • 14/02/11 14:28
    Fotocopista - 1415 interventi
    Non era la Ca' Davinotti, a Venezia? LOL
  • Discussione Stefania • 14/02/11 15:13
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Funesto ebbe a dire:
    Non era la Ca' Davinotti, a Venezia? LOL

    Quella è la capitale politica, Milano è quella amministrativa... Poi c'è la sede di Roma, che langue sotto il pugno di ferro di un certo podestà, esperto di locations, che dietro l'aspetto innocuo e i modi gentili nasconde una spietata determinazione... Per avere le foto delle locations di Pierino (sua segreta perversione) può ricorrere alle peggiori bassezze;)
  • Discussione Zender • 14/02/11 15:27
    Capo scrivano - 47778 interventi
    Non confondiamo.... Ca' Davinotti è solo la casa di Marcel M. J. Davinotti jr, che se ne sta lì ricnchiuso e di certo sul sito non metterà mai piede. Io ogni tanto passo a trovarlo nelle cantine dove vive, gli racconto di noi ma... niente, non gli interessa nulla, lui è ancora fermo a quaderno e matita. Quindi, da qui a pensare che quella sia la sede...

    Quanto alla sede di Roma è altrettanto prestigiosa e stiamo tentando di aquistare un attico all'ombra del Colosseo per piazzarci i 1800 mq previsti su 8 piani.
    Ultima modifica: 14/02/11 15:28 da Zender
  • Discussione Funesto • 16/02/11 17:16
    Fotocopista - 1415 interventi
    Me lo disse Legnani che "l'antro della fondazione" era Ca' Davinotti...
  • Discussione Zender • 16/02/11 21:05
    Capo scrivano - 47778 interventi
    Perché c'è una cortina di disinformazione che protegge le vere sedi e un po' di confusione generale. L'antro di Ca' Davinotti è dove vive Marcel coi suoi quaderni, ve lo dice chi c'è stato e non metterebbe una sede lì nemmeno se lo pagassero... Legnani è pagato per fare il cover-up su qesti argomenti, lo sanno tutti. Ora glielo dico: Buono, abbiamo deciso di non nascondere più la città in cui è la sede principale, puoi dedicarti ad altri insabbiamenti.
    Ultima modifica: 16/02/11 21:16 da Zender
  • Homevideo Gestarsh99 • 11/06/11 11:30
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 22/06/2011 per Universal:



    DATI TECNICI

    * Sottotitoli: Italiano, Spagnolo
    * Lingua Doppiaggio: Italiano, Spagnolo
    * Formato Audio: DTS HD Master Audio 5.1 - Dolby 5.1
    * Extra: Dietro Biutiful: i Video Diari del Regista