Per Tom Savini (che debutta alla sua prima regia in un lungometraggio, dopo i tre episodi di
Un salto nel buio) la lavorazione del film fu sofferta e problematica a causa della mancanza di tempo che lo ha privato di elaborare alcune scene che aveva in mente , del budget e della commisione di censura (MPAA).
A mancare parecchie scene in cui ci si divertiva a sparare alla testa degli zombi e a farle letteralmente esplodere, (Savini ha sempre adorato questo tipo di situazioni, dallo
Zombi di Romero fino alla sua stessa testa che esplode in
Maniac) , in particolare in una scena, quella sul camion a cui spara a uno zombi in fiamme, era lo stesso Tom Savini a sparare con un fucile a doppia canna.
Savini ha sempre lamentato le scene eliminate o progettate, ma poi mai realizzate.
Sono rimaste nello storyboard:
* Il giovane Tom prende fuoco e corre verso il camion che lo farà esplodere
* Ben , che sta cercando di salvare Barbara da uno zombi che si sta avvicinando, infila la canna della pistola nella bocca del morto vivente che sta ghermendo Barbara, e spara ma l'alloggiamento della cartuccia è vuoto. Nella pistola c'è soltanto un proiettile e lentamente si fa strada verso il tamburo dell'arma. Quando finalmente spara, la MDP segue la traiettoria del proiettile, attraverso la testa dello zombi per poi schizzare sangue e cervella sul volto di Barbara.
* La morte di Harry per mano di Barbara era molto più lunga e elaborata di quanto poi si vede effettivamente sullo schermo. Lei lo trova nascosto dietro uno specchio in soffittae spara attraverso il proprio riflesso per ucciderlo. Quello che rimane è l'immagine di Barbara distorta nello specchio . Secondo Savini doveva rappresentare il cambiamento di Barbara dovuto alla terribile e apocalittica situazione.
* Savini voleva che Barbara vedesse i corpi di Ben e Harry bruciare insieme avvolti nelle fiamme sul cassone di un pick-up, Barbara li fissava mentre i loro volti ardevano fino a scoprirne il teschio, finendo poi con un primo piano sullo sguardo di Barbara.
Savini conclude dicendo che dirigendo il film ha imparato una lezione indimenticabile: "I
n un film non si ha mai abbastanza tempo per dare al pubblico tutto quello che si era programmato"
Fonte:
Grandi illusioni di Tom Savini, edizione Cut-Up, scheda de La notte dei morti viventi, pagina 189
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