Bella donna in mutandine e reggiseno fugge da un ospedale psichiatrico; e da chi viene soccorsa e sposata? Da uno scienziato, parente della fu mosca umana e produttore di mutanti. Quando si dice la sfiga. A collaborare col protagonista, troviamo il padre, il fratello, un cinese (è Kato, il servitore combattente di Clouseau) e una cinese (come io sono aborigeno). Detto ciò e, soprattutto, nonostante ciò, il film non è poi così male e ha persino una sua dignità. I personaggi sono ben caratterizzati (lui, il padre, la moglie, la ex e la "cinese"). Ha un discreto ritmo e simpatici effetti.
MEMORABILE: La foto, stile gossip, del nonno mosca umana (da piegarsi). Al fratello teletrasportano una polenta di mutanti da smaltire.
Dignitoso capitolo conclusivo della saga della mosca. Non c'e Vincent Price, ma in compenso c'e il buon mestiere di Sharp, che realizza la pellicola con cura. Buon cast con il regale Brian Donvely, la Gray che si vedrà in altre pellicole fantascientifiche. Non male il make-up degli esperimenti mal riusciti, il finale con un bel colpo di scena. Meglio del secondo capitolo.
Estinzione della stirpe Délambres e fine degli esperimenti di teletrasporto. Le molecole di celluloide si disintegrano definitivamente in un acquoso blend tra le implicazioni etiche del capostipite, i meri obiettivi ludici del sequel e grumi di polvere gotica (i freaks segregati e la bieca governante fedelissima alla prima moglie del padrone). Niente mosche né impressionanti ibridi uomo-animale: all’unica sequenza davvero memorabile si assiste all’inizio, con la rottura del vetro della finestra e la conseguente fuga notturna della Gray ripresa al ralenti.
MEMORABILE: La Gray evade nottetempo dalla casa di cura, correndo nel bosco vestita solo di slip e reggiseno.
Capitolo conclusivo della trilogia iniziata con L'esperimento del dottor K. Qui in un tempo ormai evoluto, la macchina del teletrasporto funziona dal Quebec a Londra e la famiglia DeLambre continua i suoi esperimenti. Per fortuna la trama non è ripetitiva come nel secondo capitolo e si è cercato di dare una svolta alla saga, introducendo nuovi elementi e tirando più personaggi in causa. Abbastanza funzionale, discreto tecnicamente... ma alla fine stavolta non c'entra nessuna mosca.
Una pazza evade da un manicomio per ritrovarsi fra le braccia di un folle scienziato che ha dentro di sé i geni di una mosca. Fra teletrasporti, esperimenti usciti male e altro ancora, si sviluppa questo seguito dell'Esperimento del dottor K, tanto diligente quanto noiosetto e privo di profondità narrativa, rispetto ai due precedenti. Da vedere giusto per completare la triade.
MEMORABILE: Le labbra a canotto della protagonista Carole Gray.
Spassoso B-movie ricco di personaggi e situazioni deliranti. Si recita quasi a soggetto: conseguenze (familiari) dei folli e geniali esperimenti col teletrasporto. Siamo lontani dalla classe del suo predecessore nobile (L'esperimento del dottor K) ma il prodotto non è indegno, incuriosisce e intrattiene grazie a un riuscito mix di elementi eterogenei (maledizioni genetiche, mutanti, psicopatie varie, indagini poliziesche). In qualche sequenza riesce anche ad avere forza evocativa e la confezione è accettabile. Visibilissimo.
Dignitoso finale della saga, tanto corretto quanto privo di vera forza creativa. Le spiegazioni pedestri degli episodi precedenti nonché il versante poliziesco non giovano alla causa che si svuota della più cupa visione sulle conseguenze del mito del progresso a ogni costo. Qualche discreta notazione (gli esseri prigionieri), alcuni spunti interessanti seppur non sviluppati (la prima moglie) e la presenza di Donlevy rappresentano almeno dei punti a favore.
Una villa prigione, uno scantinato pieno di freaks, donne scappate da ospedali psichiatrici e scienziati dalla morale alquanto distorta. "La maledizione della mosca" si riallaccia a malapena ai suoi due precedessori, preferisce l’orrore alla fantascienza, si concentra sull’attesa della paura piuttosto che palesarla e si dischiude in un finale drammatico, ombroso e per nulla consolatorio. Brutti gli effetti speciali ma le atmosfere e le scenografie rendono il film interessante e atipico.
Un giovanotto se ne va a spasso con la sua Chevrolet, quand'ecco che gli sbuca dalle frasche una Carole Gray in lingerie che gli sgambetta davanti come un capriolo. Se non è fortuna questa... Purtroppo questo curioso e promettente incipit non è seguito da uno sviluppo altrettanto originale. Pellicola fantahorror dal tono ingenuo, un po’ anni ’40 con il laboratorio aggiornato. Statico, pare di assistere alle vicende aziendali di una ditta di teletrasporti a conduzione familiare con le noie per i controlli della finanza e le lamentele dei clienti sfigurati durante il trasporto.
MEMORABILE: L’incipit; La rara bellezza di Carole Gray.
La bella schizofrenica nel bosco e la grande clinica degli orrori. Derivativo rispetto ai due capitoli che lo hanno preceduto, è un piccolo film indebolito all’evidente povertà di mezzi tecnici ma ben caratterizzato da un interessante dualismo narrativo; quello che traghetta la psichiatria verso la fantascienza (o viceversa). Nonostante risulti l’esperimento più debole della triade, cast e regia riescono comunque a innescare un buon coinvolgimento.
Continuano gli esperimenti della famiglia Delambre in un sequel praticamente spurio (produzione inglese, recap degli eventi passati nettamente alterato, di mosche neanche il ronzio), visivamente suggestivo ma alquanto scompigliato. Lo script fallisce nell'allineare i diversi subplot e i vari registri narrativi (la fantascienza pura fra teletrasporto e invecchiamento precoce, il body-horror dai sentori pre-cronenberghiani, addirittura il giallo psicologico in zona Rebecca e Angoscia), in una conflittualità di punti di vista che anonimizza la storia e ammortizza la suspense. Mediocre.
MEMORABILE: La domestica maligna e attaccata alla vecchia padrona; Gli effetti del decadimento cellulare; Le due cavie mutanti riunite in un solo mostruoso corpo.
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All'epoca dell'uscita del film nei cinema inglesi la BBFC (la commisione di censura inglese) taglio' un inquadratura del corpo di 2 vittime teletrasportate.
Tale scena e' stata reintegrata nelle recenti versioni in dvd.