Difficilmente oggi la si riguarda o la si ricorda. La Linea era un uomo che camminava su di una linea (appunto) infinita e che interagiva con il suo disegnatore (in realtà si vedeva solo la mano, di Cavandoli) parlando con lui un linguaggio incomprensibile. Niente di speciale, ma era proprio l'originalità e la semplicità dell'idea il punto forte della serie, che dal 69 marciò negli anni a seguire finendo tuttavia oggi nel dimenticatoio.
Da un'idea semplicissima, un prodotto interessante che testimonia la fantasia e l'originalità dei disegnatori di una volta. Storie brevissime che spesso si concludevano ai danni dello sfortunato protagonista; talvolta si riprendevano leggende celebri, come quella di Romolo e Remo. Il colore degli sfondi cambiava frequentemente, anche all'interno di una stessa puntata.
Recuperando e interiorizzando essenzialità e bidimensionalità del geroglifico egizio, Cavandoli forgia un'idea-creatura polimorfica ormai consegnata al mitologema e alla leggenda, ostacolata o falsamente aiutata dalla mano demiurgica e sempre destinata a un cupio dissolvi finale (il genitorial-erodiano "io ti ho fatto e io ti disfo"). I colori primi degli sfondi ne evidenziano lo stato emozionale e apparecchiano i rovinosi rovesci di situazione, sottolineati da uno strafottente gergo criptolalico e da un memorabile motivetto jazzy. Indispensabile.
MEMORABILE: Badum-Badum, la sigletta iniziale di Godi. Il mai andato in onda "La linea sexy".
Forse ispirato da un corto francese del 1908, intitolato "Fantasmagorie"! Geniale, nella sua semplicità, trovata pubblicitaria, poi sfociata in episodi a sè stanti. Restano impresse le interazioni fra l'uomo disegnato e il disegnatore, al quale spesso ci si rivolge con tono dittatoriale, i disastri combinati dal protagonista ed il suo curioso intecalare, dal quale emergono, qua e là, parole in dialetto lombardo.
Storico. Intere generazioni sono cresciute con la Linea del compianto Cavandoli. Un piccolo capolavoro di tecnica nella sua semplicità, mai andata in pensione (fino a pochi anni fa era sempre sul canale satellitare Studio Universal). Una tappa fondamentale da non dimenticare.
Cosa c'è di più essenziale di questo prodotto d'animazione? Nulla. E lo dice il titolo stesso. Il nasuto personaggio lineare, dal carattere non certo facile (dovuto al fatto che il disegnatore lo tartassa, inserendogli oggetti di tutti i tipi, animali, feroci e non) è ovviamente l'arma vincente, perché sembra incredibile, ma alla fine lo si considera quasi vero, grazie anche alle sue reazioni decisamente umane. Il vero limite è stato il dover creare sempre situazioni nuove, con poco e niente e quindi, una certa ripetitività, alla lunga, subentra. Nonostante questo, l'idea va applaudita. Buono.
MEMORABILE: Le arrabbiature del protagonista, con borbottii intraducibili, ma che chiunque, ascoltandoli, non può che associare agli insulti più pesanti.
Un'idea che per la purezza della sua concezione permette la continua iterazione senza mai sembrare obsoleta. Cavandoli realizza con la Linea un capolavoro nel quale è permesso raccontare tutto, fedele come concetto grafico alla sua epoca ma così sintetico da rimanere nuovo ad ogni generazione. Un vertice dell'animazione italiana e non.
Una serie che è un continuo profluvio di genio. A metà tra i modelli di Cavandoli (Disney e Upa) un personaggio divertentissimo che comunica una gamma infinita di emozioni nonostante sia fatto di una sola essenziale linea, il tutto coadiuvato dal doppiaggio in "borborigmo" (vagamente milanese) di Carlo Bonomi e dalla mano-demiurgo dell'autore. Neanche tanto sorprendentemente lasciato da parte dalla RAI...
Nella sua semplicità l'idea aveva del geniale: trasformare una semplice linea in un uomo e sul suo cammino mettere tutta una serie di oggetti che avevano lo scopo di interagire con lui. Nato con scopo pubblicitario, il personaggio divenne poi autonomo e visse numerose, brevi, avventure. Forse i giovani d'oggi non l'apprezzerebbero in quanto troppo "minimale", ma la mia generazione non lo dimenticherà mai.
Una mano disegna sulla lavagna una sagoma e questa cammina lungo una linea, ove incontra varie avventure, che affronta sempre con l'aiuto della mano disegnatrice. Deliziosa la sagoma, nelle sue acide rivendicazioni nei confronti del suo creatore, e deliziosi gli episodi, nei quali la linea dell'orizzonte prende sempre nuove forme per nuove storie, anche se inevitabilmente ripetitive. Un'idea semplice, che ricorda le origini del cinema d'animazione (Fantasmagorie), svolta in maniera geniale, divertente e avvincente.
Un'idea tanto semplice quanto intelligente. Su uno sfondo a colori cangianti, la nostra Linea passeggia attraverso lo spazio e il tempo, si scontra con la longa manus del disegnatore, brontola in una sorta di grammelot e scopre persino l'erotismo, in una puntata mai andata in onda. Cavandoli, come Kandinskij, riparte da punto, linea e superficie, una base universale su cui innestare una serie di avventure fra loro diversissime. Il tutto contrappuntato da una gradevole musica jazz.
Nella sua semplicità una serie davvero divertente ed innovativa, specie se pensiamo all'epoca della sua realizzazione. Ideata e realizzata da Cavandoli, la serie parte da un semplice tratteggio per sviluppare personaggio e situazioni divertente con il pregio ulteriore di una interazione creatore/animatore-protagonista che aggiunge un tocco in più al prodotto.
Geniale personaggio animato d'altri tempi, usato anche in vari spot pubblicitari anni '70 e '80, per una serie di pentole a pressione, che basava le sue trame sui litigi fra il personaggio principale, la Linea, ed il suo creatore. Gli episodi che ricordo erano brevi (li mandava in onda una tv locali fra un cartone Hanna & barbera e uno giapponese) fatti solo con brontolii "ironicamente" incomprensibili, ma erano divertenti da morire. È un esempio di animazione povera, ma ricca di fantasia che oggi scarseggia nel mondo dell'animazione. Cult.
MEMORABILE: La (ri)nascita della Linea, all'inizio di ogni breve episodio.
Si tende sovente ad abusare dell'aggettivo "geniale": non è questo il caso. Cavandoli estremizza l'essenzialità grafica fino all'astrazione metafisica, inventando un personaggio in realtà più umano di tanti altri anche in carne e ossa, accessibile a più livelli (dal godimento infantile alla riflessione teorica). Intramontabile, soprravvissuto alla pur valida Lagostina. A proposito di termini abusati, un classico.
Mai come in questo caso si può dire poca spesa e molta resa: la realizzazione è semplice che di più non si può, eppure decisamente divertente (un personaggio nasone originato da una linea bianca interagisce nei modi più strani con varie stranezze, viventi e non, che il disegnatore gli mette di fronte). Degni di nota risultano specialmente i buffi improperi del Nostro, che rammentano un po' il cugino It con la differenza che qui combinano versi poco comprensibili con frasi in esilarante simil dialetto milanese. Raccomandato a tutte le età.
MEMORABILE: Interagendo con un dinosauro: "Eh ma chès chì l'è pusibil? El mangia tùcc!".
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*A conferma del nemo propheta in patria, la genialità di Cavandoli non venne mai riconosciuta in Italia, non potendo essa trovare sfogo se non per vie traverse a causa di idiotissime controversie. Le oltre duecento strisce della Linea, inizialmente destinate per il circuito Rai, non vennero mai approvate dall'ente in quanto sospettate di veicolare pubblicità occulta a favore della Lagostina. Cavandoli si trovò costretto a cederle alle neonate reti private, che le usarono ampiamente come collante per colmare gli allora numerosi buchi di palinsesto
*Carlo Bonomi, voce della Linea e inventore dell'onomatopeico gramelot, è incredibilmente identico a Cikatilo
HomevideoZender • 11/11/08 08:18 Capo scrivano - 47816 interventi
Esce il 19 novembre 2008 per la Warner LA LINEA - di Osvaldo Cavandoli (Box 4 Dvd) (La famosa serie animata resa celebre dal Carosello della Lagostina)
Audio: Ita.mono
Video: 4:3
Extra: Episodi 101-156 + 200-225: Con la voce di Carlo Bonomi - Sexylinea + Eroslinea + Trazom, A.V. (la linea Mozart) + Pornolinea + Making of + L’addio di Cavandoli alla Linea
mi ha sempre lasciato un po' di inquietudine...sarà che la vedevo quando ero bambina, ma quella voce, gli sfondi senza nulla e l'inevitabile finale mi generavano un possibile incubo.
Comunque idea geniale.
DiscussioneZender • 22/02/09 11:08 Capo scrivano - 47816 interventi
No dai, inquietudine no... Certo è che era davvero un'idea geniale e più passa il tempo più mi rendo conto di avere una stima immensa per Cavandoli che ha saputo inventare una cosa simile.
La linea era veramente geniale. Con un'idea semplicissima e pochi tratti Cavandoli riusciva a creare situazioni divertenti. Bella anche la parlata, con chiaro accento meneghino anche se incomprensibile.
Zender ebbe a dire: No dai, inquietudine no... Certo è che era davvero un'idea geniale e più passa il tempo più mi rendo conto di avere una stima immensa per Cavandoli che ha saputo inventare una cosa simile.
inquietudine sì, sono una persona sensibile...scusate, ma io ricordo qualche vago frammento della linea sexy, forse è stata mandata in qualche speciale?
Zender ebbe a dire: No dai, inquietudine no... Certo è che era davvero un'idea geniale e più passa il tempo più mi rendo conto di avere una stima immensa per Cavandoli che ha saputo inventare una cosa simile.
DiscussioneZender • 15/01/13 08:30 Capo scrivano - 47816 interventi
Mah a dire il vero qui vedo un semplice omino disegnato (anche se la mano entra in scena proprio come nella Linea), mentre il concetto splendido e originale della Linea era un'immagine dal tratto continuo, soprattutto. Comunque delle affinità ci sono, è innegabile. Chissà...