Fantasmagorie - Corto (1908)

Una lavagna, un gessetto, una macchina da presa e tanta pazienza: così nasce uno dei primissimi cortometraggi animati capace di attirare l'attenzione del pubblico coevo. Il pagliaccio protagonista si può definire il primo personaggio dei cartoni animati di sempre e già anticipa quello che vedremo in più di 100 anni di cinema d'animazione: il personaggio si deforma e ne subisce di tutti i colori... sempre col sorriso sulla bocca. Pietra miliare.

Tra i primi film d'animazione, sulla falsariga delle sperimentazioni di Blackton: una mano disegna sulla lavagna nera un pupazzo e questi prende vita lanciandosi in avventure fantasmagoriche (appunto...), tra figure umane, animali e oggetti, devote alla pura fantasia delle situazioni, senza alcun impianto narrativo ma con semplice gusto grafico e ludico. Molto piacevole, ancorché breve e di piccola consistenza.

La linea di Cavandoli lo ricorda molto, perché si parte da una mano che disegna un pupazzo, il quale poi diventa il protagonista del breve cortometraggio (poco più di un minuto). Più che una trama vera e propria, ci sono varie trasformazioni del personaggio creato all'inizio. Da notare che già all'epoca c'era il problema della donna con cappello che rende lo schermo invisibile allo sfortunato spettatore che le siede dietro...

Il titolo dice tutto: fantasmagorie evocate da qualche tratto di gessetto su una lavagna. Privo di trama, questo cortometraggio di Cohl realizzato agli albori del Novecento, è il trionfo della fantasia e dell'immaginazione. Impeccabile tecnicamente se pensiamo all'epoca della sua realizzazione, è ancora oggi un piacere per gli occhi e manifesto di non comune inventiva.

Si contende il primato di primo cartone animato della storia con Trasformazioni umoristiche di facce buffe. Si tratta di disegni a inchiostro nero su carta bianca, animati con tecnica classica e sviluppati in negativo (da cui l'effetto lavagna) che in pochi secondi evocano un mondo di personaggi e oggetti larvali e giocosi di raffinata potenza espressiva e incantatoria. L'assenza narrativa e il procedere imprevedibile contribuiscono a farne un mirabile esempio di sperimentazione d'avanguardia. Ricorda il surrealismo ma lo precede.

Il disegno è assai grezzo ma, considerata l'epoca della realizzazione, risulta impossibile pensare che si potesse realizzare l'animazione con un tratto più ricercato. Cohl fa trionfare la fantasia e ci mostra qualcosa di veramente "fantasmagorico" in cui tutto è in continua trasformazione. Bella anche l'idea d'iniziare con una mano che traccia su una lavagna pochi segni che daranno vita alla breve (poco più di 60") pellicola.

Cortometraggio dall'immenso valore storico firmato da Emile Cohl che si lascia andare a fantasmagoriche animazioni partendo da un gesso e da una lavagna. Il fatto che non ci sia una vera e propria storia che segua un senso logico non è così importante, perché la cosa funziona benissimo come intrattenimento e si guardano le avventure dei personaggi con grande interesse. Si passa dalla signora che con il suo cappello non lascia vedere lo schermo del cinema ad altre evoluzioni che vedono protagonisti anche animali. Cohl vuole fare incontrare i due mondi tra di loro e ci riesce.