Schlesinger e sempre stato uno dei miei "cattivi maestri", dai capolavori assoluti come
Un uomo da Marciapiede,
Il maratoneta,
Il giorno della locusta,
Domenica maledetta domenica, ma adoro anche alcuni dei suoi film cosidetti minori, come:
The Believers (mio personal cult in assoluto),
Il Gioco del Falco e
La Prossima vittima (thriller tra l'altro straordinario, con un incipt al cardiopalma che anticipa di un anno quello di
Scream)
Sweeney Todd (anticipo che non ho visto la versione di Tim Burton) e un film realizzato a fine carriera (il penultimo, prima della terrificante commedia
Sai che c'è di nuovo), che pare quasi un divertissement giusto per non "restarsene con le mani in mano"
Un filmetto, di sicuro, sorretto da uno script banale e senza particolari sorprese, con la solita storiella di cannibalismo inconsapevole e "botteghe che vendevano la morte", eroi tutti di un pezzo, serial killer sopra le righe (comunque ottima la prova di Kingsley) e il classico finale scontato che fa tanto tv movie
Dai trashissimi
Macellai di Milligan, al delirante
Lo Strangolatore di Vienna, la storia e sempre la stessa, senza variazioni
Però, in mezzo a cotanta convenzionalità e scontatezza, lo zio John riesce ancora a tirare zampate che lasciano il segno
Una Londra sudicia e fetida piena di sterco per le strade maleodoranti, donne con i denti marci, carne marcia e puzzolente, tanfo e miseria (un pò come le atmosfere e il luridume di
Profumo o di
From Hell), locande sozze e prostitute olezzose, con una ricostruzione dell'inghilterra di fine settecento davvero realistica e putrida
Bestiame che gira per le strade (mi sono pure venute alla mente le "vacche all'ingrasso" di
Via Dalla Pazza Folla, tanto per restare in zona Schlesinger), uomini imbellettati e ripugnanti, tra parrucche grottesche e dentiere
Poi, lo zio John, si autocita: le "cure dentistiche" e le gole squarciate del
Maratoneta, i "riti" di
The Believers (nel finalone), la miss Lovett di Joanna Lumley che assomiglia alla Karen Black de
Il Giorno della Locusta (soprattutto quando e a letto con Kingsley o quando frusta per "piacere" l'irreprensibile Rutledge) e dispensa momenti di ottimo cinema (l'inseguimento al museo delle cere con conseguente gola tagliata, la fetida cucina-tra carne maciullata e pasticci di carne-di miss Lovett, la sedia trabochetto, il bambino muto pestato e incatenato, la fogna con i resti umani maleodoranti, la puzza insostenibile in chiesa) e la subdola, quanto crudele e agghiacciante, "normalità" dell'orrore del Sweeney Todd di Kingsley, mi ha portato alla mente il criminale nazista di Laurence Olivier del
Maratoneta
Poi, vabbè, scantinati che fanno tanto
Non Aprite quella porta 2 e un finale che assomiglia non poco a quello di
Urban Legend (anche se, lo zio John, non risparmia qualche effetto gore, come: una testa divorata dai topi, un corpo nudo massacrato e trascinato per le scale, teste tra gli scarti degli animali fatti a pezzi, cadaveri sezionati, uomini appesi agli uncini da macellaio come Teri McMinn in
Non Aprite quella Porta)
Peccato che però il film viaggi sui binari della mediocrità e del deja vù, con quel sapore dolciastro del visto e stravisto (e con qualche puntata nell'humour macabro che un pò infastidisce, come le musichette di Richard Rodney Bennett), che regala ben pochi sussulti e ben poche sorprese (la sceneggiatura e davvero di una banalità sconcertante)
Comunque , alla fine, non male, e si sente la mano di un grande regista come Schlesinger
Nella parte dell'anatomopatologo si rivede con piacere Peter Jeffrey, l'ispettore Trout de
L'abominevole Dottor Phibes, che elargisce uno squisito dialogo sul cannibalismo.
Ottima la qualità audio/video della vhs
Eagle/Buena vista.