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La nostra recensione di La banda Casaroli

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ricostruzione storica della vicenda legata alla banda del bolognese Paolo Casaroli (nel film Renato Salvatori), che insanguinò per due mesi l'Italia del dopoguerra (l'anno è il 1950). Insieme ai suoi due complici Gabriele (Tomas Milian) e Corrado (Jean Pierre Brialy), si dedicò alle rapine in banca sfruttando il fattore sorpresa (e non usando altre particolari tecniche), spostandosi tra Roma, Bologna, Genova e altre città, inseguendo il mito della vita da vivere pericolosamente. Corrado e Gabriele lo seguono con differente intensità: il primo è un disilluso, che gioca a fare quello che ne sa sempre una di più, il secondo è un timido, ingenuo...Leggi tutto (quando Tomas Milian era ancora un giovane sbarbato), che si lascia travolgere dall'entusiasmo di Casaroli rimanendo spesso sullo sfondo (anche se poi sarà lui il protagonista dell'ultima parte). Girato da un quasi esordiente Florestano Vancini con abbondante uso di esterni (cui il bianco e nero dona un alone brumoso che ben si addice al clima generale), il film fa già intuire le potenzialità di un regista che in futuro saprà ben destreggiarsi nell'ambito del cinema ispirato a fatli reali (IL DELITTO MATTEOTTI) e di denuncia in generale (oltimo LA VIOLENZA: QUINTO POTERE). Scritto e recitato mirabilmente, LA BANDA CASAROLI centra con efficacia il momento storico e non cede nelle scene d'azione. Senza entusiasmare oltremodo, va detto, ma riuscendo anche a stupire nel finale con un colpo di scena inatteso. Forse un po' datato.

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Tutti i commenti e le recensioni di La banda Casaroli

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/01/07 DAL DAVINOTTI
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B. Legnani 29/04/07 02:38 - 5633 commenti

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Fondamentale. Descrive un periodo storico difficilissimo dell'Italia, che oggi è incredibilmente ignorato da molti, nel quale bande come la Casaroli non erano poche (ma quanti oggi conoscono, per fare un esempio vistosissimo, l'eccidio di Villarbasse e le conseguenti fucilazioni del 4 marzo 1947?). Il film è forse perfetto nel costruire, nel descrivere, nel far vedere anche con crudezza e, per dirla tutta, nel rappresentare i fatti, sino al suicidio finale, veramente accaduto al cinema Manzoni di Bologna, alle ore 20 di sabato 16 dicembre 1950.
MEMORABILE: Brialy, in auto, si gira verso Salvatori. Ha capito che tutto sta per finire. Gli dice "Ciao, Paolo" e...

Fauno 2/02/11 15:51 - 2242 commenti

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Carissimo Paolo, sono ottimi i tuoi discorsi sull'essere "uomo" piuttosto che umiliarsi a dover subire un lavoro. Che dire sulla prevaricazione nei riguardi di tua sorella... a quei tempi lo si faceva nell'Italia intera, dall'Alpe a Sicilia... da premio Nobel puntualizzare il poco coraggio degli italiani nella Seconda Guerra Mondiale, ma ancora di più capire la furbizia degli inglesi. Eri intelligente, eri vissuto? Cosa ti salta in mente di far delle rapine da Bagonghy? Se aveste fatto i salti con l'elastico a quest'ora avreste 90 anni e non vi sareste annoiati.
MEMORABILE: La scena più toccante e indimenticabile ha per protagonista il mio idolo Gabriele Tinti.

Saintgifts 3/02/11 22:50 - 4098 commenti

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Da bolognese la cosa che più mi ha colpito di questo film è l'esatta ricostruzione dell'atmosfera della città (Bologna), gli interni delle case, i personaggi, i modi di intercalare e lo stile di vita della parte di società (operaia) della quale Casaroli e compagni facevano parte. Segno di accurata ricerca da parte del regista, che fa muovere anche bene gli interpreti che bolognesi non sono. Ricreati bene gli stati d'animo e anche la suspense di certi momenti. Si è partecipi e si vive, assieme ai protagonisti, la concitazione dei momenti clou.

Aborym 1/01/17 22:08 - 29 commenti

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Eccellente film di Florestano Vancini, supportato da un trio di attori formidabili, che racconta in un lungo flashback le vicende della celebre banda di rapinatori capeggiata da Paolo Casaroli. Vancini non nasconde il passato fascista dei banditi, ma non realizza un film di denuncia, meno che mai revisionista; la forza dell'opera sta nella capacità del regista di farci percepire le contraddizioni di un paese appena uscito dalla guerra, povero e scosso, all'interno di situazioni e ambienti da puro cinema di genere. Splendidi gli ultimi 30 minuti.

Nicola81 12/10/16 12:15 - 2935 commenti

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Una pagina ormai dimenticata della nostra storia (il banditismo dell'immediato dopoguerra) rivive in quello che è forse il primo film italiano a fondere la cronaca e l'impegno civile con gli ingredienti del gangster movie. Efficaci la ricostruzione ambientale e il disegno dei personaggi (Salvatori è perfetto nel passare dalla sprezzante spavalderia al panico più totale), ma la regia di Vancini è troppo statica. Di lì a qualche anno Lizzani compirà operazioni analoghe in cui, giustamente, concederà di più al ritmo e allo spettacolo.
MEMORABILE: La tragica fuga della banda.

Giùan 23/07/17 07:44 - 4865 commenti

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Importante e convincente. Dopo La lunga notte del '43 e prima dei suoi film di inizio '70, Vancini approfondisce il recupero e la documentazione di alcune delle più scomode (oltreché quasi rimosse nonostante l'appartenenza a un recente passato) realtà storiche di un Paese, in cui le ferite socio-morali della guerra son vivide. La rievocazione è asciutta e cruda, come segnala la recitazione sottotono dello scettico Brialy e dello sprovveduto Milian, mentre lo stesso vitalismo di Salvatori sa di boria artefatta a uso e consumo del pubblico (...che verrà).

Cotola 6/08/17 10:19 - 9425 commenti

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Agli occhi dello spettatore contemporaneo, potrà sembrare banale. Ma all'epoca, parliamo di oltre mezzo secolo fa, non lo era affatto. Vancini ha in primis il merito di aver ricostruito perfettamente non solo le vicende che racconta, ma anche gli umori, gli ambienti e le situazioni di un momento storico molto particolare. In più, e ciò non guasta assolutamente, sa anche dare un ritmo ed una vivacità "spettacolare" alla sua pellicola che ai suoi tempi fu male accolta, facile capirne i perché, e tra le altre cose fu accusata di essere troppo americana. Da vedere.

Daniela 7/10/17 00:41 - 13132 commenti

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Una bella sorpresa da parte di un regista da cui non mi aspettavo un'opera tanto asciutta e grintosa, in grado di immergere con grande efficacia la ricostruzione cronachistica degli eventi nel periodo storico incerto e contraddittorio dell'Italia all'inizio degli anni '50. I personaggi dei tre banditi sono caratterialmente ben delineati e possono contare sulle prestazioni attoriali eccellenti (memorabile Salvadori), mentre le scene d'azione risultano girate con mano sicura e senso spettacolare. Recupero obbligatorio per un film meno noto di quanto meriterebbe.
MEMORABILE: L'ultima rapina; La fuga in tram; La sparatoria nella piazza

Berto88fi 22/03/19 10:17 - 220 commenti

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Solida pellicola di Vancini che può vantare diversi pregi: la descrizione dello stato d'animo dei protagonisti, la messa in scena delle impulsive gesta criminali, la panoramica sul contesto vissuto dall'Italia dopo la guerra; poca azione ben dosata; il ritmo leggermente incostante non suscita comunque disinteresse. Ottima prova di Salvatori, ben spalleggiato da Brialy, Milian ancora leggermente acerbo. Film da riscoprire.
MEMORABILE: "L'umanità si divide in due categorie: quelli che alzano le mani... e quelli che le fanno alzare!"

Myvincent 4/05/19 09:25 - 3929 commenti

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In una celebre intervista Casaroli, con proprietà di linguaggio, asserì che le sue gesta erano anche frutto di un dopoguerra che rendeva i giovani animali distrutti dalla morte e dalla violenza. E in effetti lo spirito del film è proprio questo: ricreare quel "sentimento" di autodistruzione di una certa generazione senza storia. Peccato per la discontinuità stilistica del racconto che fiacca l'interesse, dirottandolo verso fasi alterne di apprezzamento. Quando sembra giunto a una conclusione, poi inaspettatamente riprende.
MEMORABILE: L'eccezionale interpretazione di Renato Salvatori, mai così bravo; Quella, al contrario, da "gattamorta" di Tomas Milian.

Tomas Milian HA RECITATO ANCHE IN...

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Keyser3 14/03/20 20:10 - 444 commenti

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Dopo il folgorante esordio de La lunga notte, Vancini sposta l'ambientazione dalla sua Ferrara a Bologna per questo film ben confezionato, in anticipo di qualche anno sui lavori di Lizzani. La buona riuscita dell'operazione è garantita dalla figura dominante di Renato Salvatori, bullo e sfrontato, a cui fa da contraltare un giovane e taciturno Milan, e da un efficace bianco e nero che fotografa una Bologna fredda e plumbea.
MEMORABILE: "Ne ho in mente delle poesie io... e se troviamo chi è disposto a recitarle con noi...".

Zampanò 11/12/20 17:25 - 386 commenti

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La conferma che Renato Salvatori è un dimenticato del nostro cinema pur avendo in carnet interpretazioni magnifiche. Il carisma di Paolo Casaroli è tutto suo, dalla prima alla (soprattutto) ultima scena. L'habitat è una Bologna lattea, sotto un cielo talmente grigio da sembrare un tetto. Milian misurato e latente come un Interlenghi. Vancini è regista che lascia esplodere la disperazione e anche stavolta va così. Formidabile la scena della sparatoria. L'ultimo Paolo canta "Caballero" e Cavallero sarà un'altra famigerata banda criminale (Banditi a Milano, girato qualche anno dopo).

Noodles 19/10/21 08:14 - 2582 commenti

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Ottimo film di Florestano Vancini, secco, asciutto, nient'altro che la nuda e cruda vicenda (con qualche modifica) della banda di amici che si diede per caso al crimine nel 1950. È proprio quella casualità che fa da base all'opera, che descrive precisamente la personalità dei tre protagonisti mostrando tutte le loro debolezze quanto il loro essere inadatti a quel tipo di vita. Ottimo il cast, una sorpresa la prova di grande sensibilità di Tomas Milian. È tutto tendente al minimale, ma tremendamente efficace. Davvero un ottimo film. Da riscoprire.

Caesars 17/09/22 00:10 - 3935 commenti

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Vancini ripercorre le tragiche gesta della banda Casaroli, che in pochi mesi compì qualche rapina lungo l'Italia, lasciando dietro di sé anche alcuni cadaveri. La narrazione è asciutta e l'interpretazione del terzetto protagonista perfetta; peccato però che in alcuni momenti la pellicola stenti a catturare l'attenzione dello spettatore. Comunque l'atmosfera degli anni '50 viene descritta alla perfezione. Un prodotto più che discreto, che merita almeno la visione.
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  • Discussione Kaciaro • 24/01/10 16:06
    Galoppino - 507 interventi
    un bel film di azione,e ricostruzione di un personaggio italianopoco conosciuto sapete, se qualche santo stia lavorando per farlo uscire in dvd???
  • Discussione Fauno • 2/02/11 15:53
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Per Buono.Comunque bello e azzeccato anche il tuo commento,e per l'eccidio di Villarbasse mi voglio documentare.Ciao.FAUNO.
  • Discussione Fauno • 17/02/11 09:49
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Per Saintgifts:sono bolognese anch'io,anche se da ormai 17 anni mi sono trasferito per lavoro e per scelta di vita,e condivido appieno il tuo commento.Pensa che ho frequentato il liceo scientifico Sabin,che ai miei tempi aveva sede al Palazzo dei Garganelli,quindi prova a immaginare quanto mi fossero famigliari via S.Petronio Vecchio,dove c'era fra l'altro la palestra,lo scorcio di via Guerrazzi e il tratto di via Santo Stefano fino all'altezza delle Sette Chiese.Mi ha veramente commosso.Mentre se hai visto Al piacere di rivederla c'è un'inquadratura finale di via Riva Reno all'angolo con via Galliera,vicinissimo a Palazzo Montanari e per i rockettari al Disco d'oro.Ecco,visto la mediocrità di quel film,quell'inquadratura mi ha fatto proprio rabbia...Comunque piacere e a un prossimo commento comune.FAUNO:
  • Discussione Saintgifts • 17/02/11 22:11
    Comunicazione esterna - 42 interventi
    Ciao Fauno,
    quando girarono questo film a Bologna, allora, ma forse anche adesso, città sonnacchiosa,(al di là dei luoghi comuni su Bologna, per un certo verso anche veri) dove ben pochi film erano stati girati, poi ci ha pensato Avati a mostrarla al mondo, avevo 19 anni, quindi ti puoi immaginare l'emozione di poter andare a vedere la troupe al lavoro, e gli attori fecero tendenza. Ci si impomatava alla Jean-Claude Brialy, e ci si faceva confezionare gli abiti con il gilè (allora si andava a ballare in giacca e cravatta) alla Casaroli abbottonato fino in cima. Fece scalpore la famosa frase "io vado a farmi fare un sissignore", (siamo nel 62). Non ho visto Al piacere di rivederla, ma lo cercherò. Io abitavo a Porta San Mamolo, quindi la mia zona era proprio il centro, e le zone che tu racconti le conosco tutte. Ho scoperto pochi giorni fa che Gabriele Tinti, il tuo idolo, era di Molinella, e che se n'è andato ancora giovane, peccato.
    E' stato un piacere Fauno. Saintgifts
  • Musiche Lucius • 6/03/16 10:35
    Scrivano - 9062 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il flexi-disc promozionale originale:



    Ultima modifica: 6/03/16 17:08 da Zender
  • Discussione Caesars • 19/09/22 10:09
    Scrivano - 16947 interventi
    Un cinegiornale d'epoca dedicato al film
    https://www.youtube.com/watch?v=BtU9X_oMzRc

    Nd Zender: aggancio qui la vecchia locandina:

    [img size=126]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images70/5073.jpg[/img]
    Ultima modifica: 12/12/24 14:13 da Zender
  • Curiosità Caesars • 19/09/22 10:23
    Scrivano - 16947 interventi
    Il personaggio interpretato da Tomas Millian si uccide al cinema mentre assiste alla proiezione di Botta e risposta di Mario Soldati, interpretato da Fernandel.
    In realtà il membro della banda si suicidò durante la proiezione di "Le valli della solitudine”, un western del 1949 di Louis King, con Dick Powell

    Fonte: il cinegiornale sotto riportato, nel quale appare uno stralcio di giornale che riportava la cosa:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images62/cinegg1.jpg[/img]