Tante volte i vecchi film (e qui siamo nel 1936), quando si trattava di “truccare” la realtà, utilizzavano espedienti che al giorno d'oggi ci appaiono commoventi quanto ingenui: il ricorso ai fotomontaggi, alle dissolvenze fotografiche, agli stacchi nel montaggio potevano colpire allora, oggi fanno sorridere. Ebbene, in THE DEVIL DOLL Browning riesce a stupirci ancora adesso: i suoi uomini miniaturizzati che si muovono tra suppellettili, piante, alberi di Natale, si sposano talmente bene al contesto da non far trasparire gli effetti speciali che hanno reso possibile il miracolo. Se analizziamo la scena della bambola che si anima nel letto per derubare una sua vittima c'è...Leggi tutto da rimanere di sasso: né in DR. CYCLOPS né in RADIAZIONI BX si riuscirà più a raggiungere tale perfezione; il tutto, non va dimenticato, è poi inserito in un thriller di ottima fattura, con un Lionel Barrymore impeccabile sia in abiti normali che in quelli di una vecchina che vende giocattoli a Montmartre (il travestimento/copertura che gli permette di ritrovare a Parigi i vecchi soci di cui vendicarsi). La regia di Browning (anche sceneggiatore) è una volta di più efficace, moderna, priva di fronzoli, fortunatamente lontana dal perdersi in inutili romanticherie. La storia procede spedita verso un finale che arriva finanche troppo presto (il film dura poco più di un'ora e dieci) e che tende a voler commuovere secondo le tradizioni hollywoodiane. Corretta l'interpretazione del resto del cast, con una menzione speciale per l'invasata moglie del “primo riduttore”, capace di alternare lucida follia a improvvisi scatti di isterismo. E' chiaro comunque che l'intento principale (riuscito) era quello di stupire con gli effetti.
Interessante film, con effetti speciali notevoli per l'epoca... Tuttavia anche oggi non perde il suo fascino. Il fascino del rimpicciolimento troverà poi altra linfa in Radiazioni BX, ma qui mette un'angoscia incredibile a causa anche del potente contrasto chiaroscurale. Lionel Barrymore poi è incredibile nel suo travestimento da buona vecchina... Niente male, per un film del 1936!
Notevole film per l'anno 1936, con un paio di sequenze (la bambola che scende dal letto, l'albero di Natale) che, anche inserite in un film di 20 anni più recente, farebbero ancora gridare al miracolo. La trama è sviluppata bene con un ritmo costante che non ricorre quasi mai a passaggi scontati o eccessi romantici. I personaggi sono azzeccati anche se la prova di Barrymore spicca senz'altro su tutti.
Un film davvero particolare (ma é scontato, visto che il regista é un maestro del genere bizarre!). I protagonisti sono persone miniaturizzate che vengono usate da Lionel Barrymore nella sua personale vedetta contro i responsabili delle false accuse per cui é stato arrestato. Bravissimo anche nell'interpretazione del padre che vuole redimersi agli occhi della figlia. Sicuramente é stata l'occasione per sperimentare nuove tecniche che sono alla base di questa pellicola poiché la trama é abbastanza scontata e non certo da Oscar. Da vedere!
MEMORABILE: Le miniature che vengono acquistate come bambole e, una volta in casa, si trasformano in piccoli assassini.
Dal regista dell'inarrivabile Dracula (1931) con il supporto, alla sceneggiatura, di Erich Von Stroheim, fuoriesce un insolito horror - con venature gialle - basato sul personaggio di Paul Lavond (Lionel Barrymore) sorta di inventore diabolico. Ha scoperto, infatti, come miniaturizzare le persone, rendendole simili a bambole. E tutto per ottenere un'équipe di pericolosissime assassine, tanto più infide quanto più piccole. Horror datato, inevitabilmente manieristico, ma che trova negli effetti speciali (dell'epoca, ovviamente) il suo motivo d'essere.
Ottimo horror dello specialista Browning. Buoni effetti speciali, attori molto convincenti (fenomenale Barrymore nel suo doppio ruolo), da citare anche la mad-doctor al femminile. Molte le scene culto (il ballo tra le 2 mini-bambole umane, l'albero di natale, lo spillo nel letto).
Browning alle prese con "mostriciattoli" di ogni sorta rappresenta una garanzia di divertimento sfrenato, ambiguo e bizzarro; ancora oggi le sequenze che vedono protagoniste le bamboline malefiche costituiscono una gioia per gli occhi. Peccato per l'ingerenza dei produttori, che imposero un finale dolciastro e rassicurante (nel copione originale, Lavond veniva brutalmente assassinato dalle sue creaturette, ribellatesi). Barrymore conquista con l'istrionismo ma a restare impressa è Rafaela Ottiano, sguardo spiritato e pallore malevolo.
MEMORABILE: La sequenza del furto compiuto dalla donna miniaturizzata.
Browning, come sappiamo, non è estraneo al genere horror. A ben vedere è anche quello che gli riesce meglio. Dopo capolavori quali Dracula e Freaks, il regista sforna nel '36 questo film. Non è un capolavoro come quelli sopracitati, ma rappresenta in ogni caso un horror originale con buoni effetti speciali (soprattutto in relazione all'epoca). Le figurine miniaturizzate e assassine nate dal genio diabolico del protagonista sono ormai parte dell'immaginario cinematografico degli amanti dell'horror datato. Davvero bello.
Veramente demoniaca la storia dell'innocente che per vendicarsi usa esseri viventi in miniatura, ma ancor più inquientante è la disperata ossessione che guida i protagonisti in follie autolesioniste: uno strepitoso Barrymore, anche en travesti, e una spiritata Ottiano. Ognuno insegue il suo sogno che solo apparentemente incrocia quello degli altri se non strumentalmente. E l'unica possibilità di salvezza da questa terra impastoiata di male è in cima alla torre Eiffel, vicino al cielo e a un pizzico di speranza. Affascinante.
Browning rivisita alcuni degli elementi utilizzati in The unholy three, stavolta in un'inedita chiave sci-fi, con tanto di effetti speciali che ancora fanno il loro lavoro egregiamente. Notevole anche Barrymore nel doppia parte di vecchina e la Ottiano nell'isterico e simpatico ruolo della scienziata pazza. Certo, la storia spinge su un finale commovente di cui non si avvertiva davvero il bisogno e nella prima parte il ritmo non è proprio brillante, ma la freschezza dell'idea e la professionalità restano con lo spettatore.
MEMORABILE: Il furto della collana da parte di Lachna.
Ingiustamente condannato, un uomo attua la propria vendetta tramite persone miniaturizzate e vendute come bambole alle vittime designate. Browning si sbizzarrisce con effetti visivi decisamente all'avanguardia per l'epoca - alcune sequenze sono davvero sorprendenti - ma senza lasciare che questo vada a discapito di una trama comunque semplice. Barrymore, eccellente, non esagera mai nelle scene in cui compare en travesti. Colpisce la visione cinica e moralmente grigia di un mondo in cui si commettono crimini per provare la propria innocenza.
Classico senza tempo del cinema dell’orrore, il film di Browning si fa apprezzare per l’ottima sceneggiatura (la quale pone in essere una serie di tematiche di notevole complessità ed impatto – morale, colpa, vendetta…) e per le visionarie scelte figurative accompagnate da una fotografia magistrale. Va inoltre conferito particolare merito alla recitazione ricca di sfumature di Lionel Barrymore. La buona riuscita del prodotto complessivo pone in secondo piano l'inverosimiglianza relativa alle questioni più spiccatamente scientifiche.
Capostipite di un certo filone fanta-horror (la miniaturizzazione), ha svariate frecce
al suo arco che ne fanno allo stesso tempo un classico del genere ed un gioiellino da
non perdere. La storia coinvolgente e ben scritta è supportata da una confezione di primissimo livello con degli effetti speciali che ancora oggi fanno stropicciare gli occhi a chi guarda (ovviamente se si tiene conto della loro "età anagrafica"). Buon ritmo, bella fotografia ed un Barrymore bravo e molto gigione. In più i contenuti sono
molto cinici e coraggiosi per l'epoca: delinquere per dimostrare la propria innocenza.
Banchiere ingiustamente imprigionato, dopo molti anni evade e torna a Parigi per vendicarsi dei suoi vecchi soci, nascondendosi sotto mentite spoglie. La particolarità di questa ennesima versione del Conte di Montecristo è costituita dal travestimento da vecchia signora e dall'uso come strumento di vendetta di esseri umani miniaturizzati, ridotti ad automi mossi dalla volontà del loro padrone. Piccolo gioiello di un maestro dell'horror, che trova il suo punto di forza nell'interpretazione di Barrymore, ma anche lo sguardo della folle Ottiano resta impresso.
Lo scienziato che ha scoperto come risolvere la fame nel mondo miniaturizzando gli esseri viventi deve solo risolvere il problema del piccolo cervello delle sue creature, che han perso il libero arbitrio. Il poter comandare le piccole "bambole" con la forza della concentrazione va bene invece a Paul Lavond (Lionel Barrymore), che le usa per la sua personale vendetta. Al di là dei notevoli effetti speciali e della spettacolarità delle scene, la trama si rivela interessante e più profonda di quella che può apparire, con riflessioni etico-morali.
Un po' sopravvalutato, col senno di poi; un piccolo (anche come durata) e riuscito film che si fa ricordare per la sua idea della vendetta compiuta tramite uomini in miniatura. Più dalle parti della commedia nera (con tocchi fantasy) che dell'horror, trova il suo punto di forza nella divertita interpretazione di Barrymore (anche in costumi femminili), nel fascino del difforme (elemento non nuovo in Browning) e nell'audacia nel tenere sempre sfumata la linea che separa il bene dal male, tanto da far risultare straniante l'apparente lieto finale.
Divertente, magnetico e perturbante, avvolto di un'aura luciferina. La vicenda incuriosisce e coinvolge immediatamente e ha qualcosa che ricorda le atmosfere cupe e fantastiche di certi racconti di Hoffmann. Gli effetti speciali (che qui fanno la differenza) sono all'avanguardia e, soprattutto, belli e stranianti. La magia del cinema evocata da un maestro di stile, sostenuta da interpretazioni di valore (Barrymore e Ottiano sono straordinari). Se non è un capolavoro assoluto poco ci manca.
Importanti assonanze con La moglie di Frankenstein, dell'anno precedente: le miniature e il personaggio della Ottiano (occhi sbarrati e frezza bianca) vengono di lì. Browning è abile nella riabolarazione di tali suggestioni allestendo una trama gialla lineare ed efficace. E tuttavia il film va ricordato soprattutto per le interpretazioni di Barrymore, en travesti e della stessa Ottiano che trasmettono alla storia un'aura obliqua e malata. Un po' moraleggiante il finale.
C’è sempre qualcosa di sorprendente nei lavori di Browning legato non solo alle abilità registiche, ma anche al modo di raccontare la storia conferendo spesso un tocco unico. È un horror che sconfina nella fantascienza e nel giallo anche se in alcuni momenti pare quasi una fiaba nera, con elementi che sembrano uscire direttamente da un incubo. Il finale accomodante, in realtà, nasconde un cinismo e una malinconia di fondo non indifferenti. Sorprendenti gli effetti speciali, soprattutto in relazione all’anno di produzione.
Grandissimo fanta-horror che ha ispirato moltissimi film a seguire, immerso in un'atmosfera cupa e al tempo stesso ironica, con orrorifici giochi di luce e un finale di trascinante emozione. Da applausi l'impeccabile interpretazione di Lionel Barrymore. Quando, con poco, si riusciva a raccontare non una storia e/o un genere ma un mondo (cinematografico) intero.
Tod Browning alle prese con una sorta di "Conte di Montecristo" in salsa horror, in cui un ottimo Lionel Barrymore en travesti per la maggior parte del tempo si vendica dei suoi vecchi nemici. Ciò che colpisce di più sono gli effetti di miniaturizzazione di uomini e animali, sorprendenti per l'epoca e dotati di un certo fascino anche ai nostri giorni. La storia è semplice e si lascia seguire con molta scorrevolezza, anche per l'esigua durata del tutto. Niente brividi per il pubblico, ma quel tocco magico che si trova raramente nei film d'oggi.
MEMORABILE: I cani miniaturizzati; L'impagabile coppia di "megere" fabbricatrici di bambole; La bambolina vivente che si anima di notte.
Scappa di prigione insieme a un lunatico scienziato che vuole rimpiccolire l'umanità con la complicità della moglie. Ottima la coppia formata da Lionel Barrymore travestito da vecchietta e da una Rafaela Ottiano folle. La trama è quella dell'evaso che cerca vendetta con chi lo ha fatto arrestare, ma con risvolti fantastici riusciti e supportati da effetti speciali notevoli. C'è anche una forte dose di sentimentalismo nel finale, che comunque non stona con il resto della storia.
MEMORABILE: La donna in miniatura nella stanza da letto di notte.
Film ancora oggi di indubbio fascino. Gli effetti usati per far vedere le "bambole" aggirarsi tra esseri umani e oggetti sono molto curati e visti tutt'ora non fanno storcere il naso; anzi, in un paio di occasioni quasi sbalordiscono, vista l'epoca. Riuscita la sceneggiatura, che sa coniugare temi tipici del cinema horror anni '30 con una solida base drammatica che rende i personaggi sfaccettati e interessanti. Gigantesco Barrymore, che ascoltato in lingua originale si tramuta in una perfetta e dolce vecchietta. Notevole.
Una bianca ciocca ondulata come quella della mitica Lanchester e anche la nostra Ottiano si trasforma nella moglie di uno scienziato pazzo che vorrebbe miniaturizzare l’umanità per renderla più sostenibile (piano folle probabilmente sognato da qualcuno pure oggi). Fantasioso revenge movie con effetti speciali spesso ancora affascinanti e credibili a distanza di decenni e un intreccio che spazia con equilibrio attraverso diversi registri che vanno oltre il fantahorror. Peccato per il finale umanamente illogico, ma moralmente più accettabile secondo il codice Hays che l’ha imposto.
MEMORABILE: Le scorribande notturne della bambolina; Il messaggio con il passi biblici.
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