Film italiano davvero interessante. Recitato alla perfezione e diretto con classe (inquadrature studiate molto bene) riesce ad essere intenso e sgradevole senza troppi compiacimenti. Non manca qualche lentezza, ma la sceneggiatura ha alcuni passaggi sorprendenti (si pensi al colpo di scena nel manicomio). Da vedere sicuramente.
Lavoro basato sulla vita di Leonardo Vitale (il primo pentito di cosa nostra), è "quello che si dice un buon film", bestia ormai rara nel panorama italiano. Regia e attori eccellenti, sceneggiatura un po' confusa (volutamente?) nella prima parte. Film guardacaso misconosciuto e poco publicizzato.
MEMORABILE: "Sono un democratico, la dittatura toglie la libertà. Ma fra una mediocre democrazia e un'ottima dittatura, lei cosa sceglie? Un'ottima dittatura".
Ispirato ad una storia vera, il film è una lucida ed efficace denuncia del mondo mafioso e di tutti i suoi collegamenti. Al tempo stesso si evidenzia quel desiderio di libertà del protagonista che psicolabile o meno si batte per cercare di cambiare le cose. Valide interpretazioni e un opprimente desiderio di giustizia che aleggia sulla narrazione.
Alla storicamente importante figura di Leonardo Vitale è ispirato un bel film di Stefano Incerti, uno dei primi che sia riuscito ad analizzare in profondità e con impronta realistica il fenomeno mafioso, cogliendone le implicazioni sociologiche. Il contesto familiare e sociale nel quale si muove il personaggio è descritto veramente bene e il regista mostra una notevole capacità nella ricostruzione ambientale e nella direzione degli attori. Notevole la performance di David Coco. Da recuperare.
Un film significativo, grazie alla prova sentita di Coco e a una regia attenta che senza indulgere alla spettacolarizzazione e alla lacrima facile riesce a raffigurare molti aspetti legati alla mentalità del tempo. La seconda parte perde qualche colpo ma resta comunque un racconto che va oltre i cliché dei mafia movie e mantiene una certa freschezza.
La storia vera del pentito di mafia Leonardo Vitale; in circa un'ora e mezza di durata gli autori, pur modificando alcuni particolari legati alla vicenda per ovvie ragioni, riescono a evitare i classici luoghi comuni sulla mafia realizzando una storia dura, dove non mancano le morti crude. Anche il protagonista David Coco sa rendere ben chiara la presunta follia del personaggio. Buono.
Storia del primo pentito di mafia. Taglio da fiction tv che non fa capire quale possa essere il focus della storia. Le conseguenze penali delle confessioni sono solo accennate, i problemi psichiatrici avvengono repentinamente e l'analisi del ruolo di Vitale nell'organigramma non chiarisce alcunché. Solo i titoli di coda danno un filo di chiarezza. Le musiche, che richiamano il tema finale de La 25a ora, qui servono solo a dare un tono solenne ma restano senza contenuti.
MEMORABILE: I tagli sul petto; Il procuratore che stenta ad accendere l'auto; Lo psicoterapeuta matto anch'esso.
Film che racconta del primo pentito di mafia (anche se sul primato permangono dei dubbi). Il regista sceglie di lasciare il fenomeno mafioso ai margini e di concentrarsi sul dramma interiore del protagonista, talvolta esagerando i toni patetici. Buona la prova del cast, in cui brillano Bruschetta e il solito Sperandeo che conosce il ruolo a memoria. Una storia interessante quando assume i toni dell'inchiesta, meno quando scivola nel melodramma. Nel complesso resta un prodotto più che guardabile, ma col materiale a disposizione si poteva fare decisamente di meglio.
Tony Sperandeo HA RECITATO ANCHE IN...
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Disponibile solo in dvd (da 01 Home Entertainment) questo bel film di Stefano Incerti.
Caratteristiche tecniche (fonte dvd-store)
Formato video 1,85:1 Anamorfico
Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano
Sottotitoli Italiano per non udenti
extra Backstage
Galleria fotografica
Trailer
Primo piano di Rino Cascio su Leonardo Vitale
Commento di Stefano Incerti e David Ceco
Intervista al produttore