L'aquila solitaria - Film (1957)

È la storia della preparazione e del primo volo senza scalo da New York a Parigi nel 1927. La buona regia di Wilder rende interessante un film non facile per via delle scene della trasvolata che occupano metà del film dove solo Steward-Lindbergh, a bordo del Spirit of Saint Louis, è inquadrato. Determinante diventa anche la voce di De Angelis, mitico doppiatore di Steward, che esterna i pensieri del pilota solitario. Steward è bravo e passa in secondo piano la differenza di età tra lui (48) e Lindbergh (25) al momento dell'impresa.

Il pilota postale Charles Lindbergh pianifica la prima trasvolata oceanica, trova finanziatori e progettisti e contro ogni pronostico riesce nell'impresa. Decisamente poco in linea con il tono agiografico, Wilder gira senza metterci molto del suo questo biopic su un personaggio che aveva, in realtà, parecchi lati oscuri a cominciare da note posizioni razziste. Stewart sta in scena per quasi tutta la seconda parte da solo, nella carlinga del celebre Spirit of St. Louis, parlando con una mosca. Troppo anche per lui. Sorvolabile.

A cavallo tra realtà ed immginazione, Wilder, uno dei più grandi registi di sempre, riesce magistralmente a dividere il personaggio dall'impresa. Il film narra infatti unicamente dell'impresa senza mai avere la pretesa di scandagliare la realtà del personaggio. Dopo una prima parte ben costruita sulla nascita dell'idea segue la seconda, molto più noiosa, sulla trasvolata. Ma nonostante la noia, il regista è davvero bravo a trasmettere le sensazioni dell'uomo durante l'impresa. In alcuni momenti sembra di stare davvero nella cabina con Lindbergh.

La grande impresa di Lindbergh, che trasvolò l'Atlantico in solitaria. Il film si divide in due fasi ben distinte: nella prima emerge la voglia di realizzare il volo, nella seconda si assiste al folgorante volo e a qualche momento di stanca. Stewart è sempre corretto nell'interpretazione.

La trasvolata di Charles Lindbergh tra Parigi e New York in un film biografico di Billy Wilder, interpretato da un ottimo James Stewart. Nonostante la buona ricostruzione ambientale e la bella interpretazione del protagonista, il film risente di una seconda parte eccessivamente statica (il personaggio è in scena da solo nel suo aereo) oltre che di una sceneggiatura non particolarmente sfaccettata.

Discreto film di Billy Wilder che racconta il primo volo da New York a Parigi, opera di Charles Lindbergh (ben interpretato nell'aspetto da James Stewart). Molto buona la prima parte, mentre il secondo tempo, pur interessante, si rivela parecchio statico (Stewart da solo in aereo). Si arriva in ogni caso alla fine soddisfatti, pur consci di non aver visto un capolavoro. Non male.

1927: Charles Lindberg, aviatore per passione, ha il grande sogno di attraversare in aereo l'Oceano Atlantico da New York a Parigi. Strano vedere un insolito e distaccato Billy Wilder in un atipico film solo "visivo" e romanzato, nel quale la noia è sempre incipiente ma la sua maestria contribuisce ad aggirarla. Però, nonostante le numerose e belle riprese aeree (con un esperto James Stewart senza controfigure), il film non decolla.

Pellicola che ha il grande demerito di afflosciarsi proprio quando inizia la vera avventura, facendo sentire ancora maggiormente la datazione. E non bastano i flashback, qualche inconveniente come il ghiaccio, o i colpi di sonno, per rimetterla in linea di galleggiamento, o meglio, di volo. Un vero peccato, perché tutta la parte del progetto, con la preparazione alla grande impresa, era piuttosto interessante. Si può anche vedere, grazie alla più che dignitosa prova di Stewart, ma col giusto equilibrio e una cura maggiore poteva scaturirne un buon film.

La prima trasvolata transoceanica in solitaria, effettuata da Charles Lindbergh nel 1927, raccontata con un tono epico sfumato da piccoli tocchi ironici. Con un protagonista per buona parte del tempo solo e quasi immobile, c'è il rischio di annoiare e Wilder non lo evita del tutto, dato che nella lunga parte dedicata al volo c'è qualche momento di stanca, ma il film comunque interessa ed avvince. Nonostante sia troppo anziano per il ruolo, Stewart offre una prestazione impeccabile arricchita, nella versione doppiata, dai toni caldi dell'inconfondibile voce di Gualtiero De Angelis.