Corto che analizza l'emergente fenomeno del fotoromanzo seguendo le vicende dei due "divi" Anna Vita (casalinga) e Sergio Raimondi (meccanico). Con un dono della sintesi e una stringatezza di tempi che non si può dire apparteranno alla sua produzione maggiore, Antonioni dà conto dei nuovi "sogni" dell'Italia del dopoguerra, fragili eppure persistenti, poveri ma belli, fatti della stessa materia di cui eran fatti Grand Hotel e Bolero. Lo sguardo della mdp, pur già critico e distaccato, non empatizza coi fruitori ma invita "amorevolmente" a comprendere.
MEMORABILE: I bicchieri; La panoramica nel triste studio fotografico; La bimba che ruba la scena a Raimondi ballando in strada: tra Bellissima e Little miss Sunshine.
Breve ma acuto sguardo sul mondo del fotoromanzo nell’immediato dopoguerra, o meglio sulla ricaduta emotiva che le nuove riviste hanno sui lettori. In questo cortometraggio Antonioni porge lo sguardo sia sulle ragazze che compulsano avidamente quelle pagine, sia sui divi di carta che segue anche nella vita quotidiana e dimessa di meccanico o casalinga. Sono solo appunti o poco più, ma portano con sé una profonda umanità, oltre a qualche pizzico di ironia. Fastidiosamente insostenibile la musica onnipresente.
Ogni epoca ha i suoi eroi, recita la voce narrante; quelli del dopoguerra erano eroi a fumetti. Gli attori e le attrici protagonisti dei fotoromanzi, i divi di un'epoca che non c'è più oggi soppiantati dal moderno star-system, al centro di un cortometraggio che imprime indelebilmente nella pellicola sprazzi di un mestiere un tempo agognato. Immagini degne di essere proiettate e custodite in un ipotetico museo del neorealismo. Una regia attenta e un soggetto originale, per non dimenticare.
Curiosa (e un po' divertita, ma mai irrispettosa) esplorazione del Maestro nel mondo dell'emergente fotoromanzo, che aveva da poco soppiantato le storie disegnate, a loro volta dotate di fumetti. Si analizza socialmente il fenomeno, ma la parte più interessante è la rappresentazione della realizzazione di un paio di fotoromanzi (pure con una sorta di effetto speciale). Roberti fece poi cinema, così come la Vita, che aveva già debutttato, peraltro, con Simonelli: una particina in Accidenti alla guerra!
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