Presunto innocente - Serie TV (2024)

Il procuratore distrettuale Rusty Sabich viene sospettato dell'omicidio di una sua collega e amante. Già portato sullo schermo da Pakula, il romanzo di Turow viene riadattato in un'avvincente serie televisiva. Gli autori riescono a interessare anche chi conosce già la vicenda, attraverso una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi, con il protagonista (interpretato da un ottimo Jake Gyllenhaal) che mostra diverse sfumature caratteriali che lo rendono assai convincente e credibile. Di alto livello anche la prova degli altri attori (tra i quali Bill Camp e Peter Sarsgaard).

La serie televisiva fa rimpiangere il film (già non eccezionale), allunga il brodo all'inverosimile e modifica in parte lo scioglimento, appiccicando infine un incongruo happy end che almeno prima era stato risparmiato. Indubbiamente l'accigliato protagonista Gyllenhaal recita meglio del meno espressivo Harrison Ford, ma i comprimari, tranne Peter Sarsgaard, sono nettamente inferiori (e in omaggio al politicamente corretto la famiglia Sabich diviene multietnica); Greta Scacchi nel film poteva giustificare una passione estrema, inesplicabile nel caso della opaca Renate Reisve.

Trasposizione in fiction del più famoso romanzo di Scott Turow che, malgrado la buona confezione, fa rimpiangere il film di Pakula. Gyllenhaal è persino più convincente di Harrison Ford e il cast nel suo complesso funziona, nonostante abbia un punto debole non da poco nell'insipida Renate Reinsve (sensuale come un ghiacciolo rispetto alla felina Greta Scacchi), ma le concessioni al politicamente corretto sono deleterie, con la famiglia Sabich multietnica, alcuni personaggi chiave maschili che diventano femminili (e ovviamente di colore…) e un epilogo consolatorio assai forzato.