Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/08/07 DAL BENEMERITO CINEVISION
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Cinevision 29/08/07 17:41 - 72 commenti

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Che dire, l'idea sarebbe anche coraggiosa: portare al cinema l'ideologia di Bush attraverso la storia di un giornalista d'assalto ossessionato dal terrorismo e dall'Islam che ha perso l'uso delle gambe in un attentato anni prima e di sua moglie che si innamora perdutamente di un terrorista (Keitel). Il problema è che la messa in scena di Martinelli è piattissima, gli attori anonimi e la qualità non si discosta molto da una fiction tv. Interessante, ma si doveva osare di più.

Homesick 14/10/07 16:50 - 5737 commenti

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Gran polverone per nulla. Dentro un'approssimativa cornice di allarmismo terroristico e deliri di onnipotenza fondamentalisti, si svolge un improbabile triangolo amoroso intriso di patetsimo e smancerie degne della peggior fiction. Si salva qualche buona ripresa e i vaghi echi thriller nella scena dell'attentato al paralitico. Bravi (ma sprecati) Keitel come accalappiatore/accalappiato e Murray Abraham come novello Bin Laden. Massimo Vanni è il pilota ucciso all'aeroporto.

Sunchaser 1/09/08 19:13 - 127 commenti

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Renzo Martinelli ricalca le tesi di Oriana Fallaci sul terrorismo islamico e sull'ignavia dell'Occidente, incapace di difendere la sua cultura e i suoi ideali e le inserisce in un thriller tutto sommato discreto. Recitato con professionalità e diretto con competenza - nonostante alcune concessioni ad effettismi da spot, dai quali Martinelli proviene - ma un po' schematico per quanto riguarda la sceneggiatura.

Almayer 12/09/08 08:33 - 169 commenti

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E così Martinelli, dopo averci spiegato che in realtà Moro l'ha rapito la Cia, ora sposa le tesi deliranti della "giornalista scrittrice che ama la guerra perché le ricorda quand'era giovane e bella" (cit.) e ci spara addosso frasi ad effetto come "Non tutti gli arabi sono terroristi" "Sì, ma la maggior parte dei terroristi sono arabi". Implausibile, brutto, girato stile studente del Dams, con una sceneggiatura peggio di un groviera. Ma Keitel perché ha accettato una marchetta simile? Veramente un film brutto!

Ciccio 23/01/09 22:11 - 9 commenti

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Si comprende il valore di validi soggetti e sceneggiature quando vengono a mancare. L'idea di partenza è calunniosa, denigratoria, frutto di una visione ottusa che fa solo danno all'incontro tra civiltà. I dialoghi grotteschi, inverosimili, dal lessico e dalla aggettivazione elementari. La trama è confusa, con elementi assolutamente insignificanti messi in scena senza scopo e con passaggi decisamente forzati. La recitazione è amatoriale, ad eccezione di Keitel e Murray Abraham, ed è ulteriormente svilita dal peggiore doppiaggio mai ascoltato.

Daidae 19/08/09 01:30 - 3257 commenti

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Non voglio giudicare il film dal lato politico... guardiamolo dal lato tecnico. È davvero penoso, i livelli sono quelli del cinema italiano 90-2000 (Il cartaio, Sotto il vestito niente II e porcherie simili), attori anonimi, trama banale... Deludentissimo Keitel che passa da Hollywood a filmetti come questo. 1 pallino.

Belfagor 24/10/09 17:15 - 2696 commenti

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Credevo fosse impossibile far sfigurare un attore bravo come Keitel, ma questo film ci è riuscito. La banalità e l'approssimazione tecnica regnano incontrastate, per di più contornate da un truce manicheismo da "o con noi, o contro di noi". A completare il quadro, un improponibile triangolo amoroso. Non guardatelo, per favore: potrebbe indurvi a tentare il suicidio con un CD di Marco Carta.

Cotola 1/04/10 18:38 - 9232 commenti

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Fondamentalista da un punto di vista ideologico (la stessa accusa che Martinelli fa ripetutamente agli islamici nel film), è una brutta pellicola, anche solo se si prende in considerazione il versante cinematografico. Stile modesto e inutilmente roboante e una sceneggiatura pessima che, oltre a dispensare dialoghi ridicoli, non funziona nemmeno sul piano dell'intrattenimento, scivolando ben presto nell'ovvio e poi spesse volte nel ridicolo (involontario e non). Persino Keitel naufraga in questo mar. Disgustoso e pagliaccesco.

Nando 12/05/10 01:26 - 3847 commenti

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Ambizioso film di Martinelli che dichiara aperta la sua personale battaglia al terrorismo di matrice islamica. Purtroppo il modo in cui affronta il problema è palesemente deficitario e narrato con una trama fuorviante e priva di nesso logico. Gli interpreti si adeguano alla melensa storia, nonostante il ricco cast prometteva il contrario. In conclusione mi aspettavo una denuncia più lucida memore del precedente Piazza delle cinque lune.

Capannelle 28/05/12 08:58 - 4459 commenti

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Martinelli ne combina una delle sue confezionando un film che sfrutta il tema del giorno senza dargli spessore, miscelando male thriller e (risibile) love story e con tanto di frecciata anti-critici inserita ad arte (in pratica il momento più palpitante del film) per pararsi le spalle. Pessima figura per un Keitel monoespressivo mentre la coppia di protagonisti più di tanto non può dare. Qualche sequenza presa singolarmente funziona, ma lo sviluppo della storia vanifica tutto.
MEMORABILE: "Che film vuoi vedere?" "Uno che i critici hanno fatto a pezzi. Quindi sarà un buon film".

Renzo Martinelli HA DIRETTO ANCHE...

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Jena 19/05/13 10:50 - 1585 commenti

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Non certo così infame come lo descrivono. Sembra piuttosto che un certo furore ideologico abbia ispirato il massacro critico del film, rarissimo caso di film con impostazione bushista/fallaciana con gli islamici come malvagi terroristi e quindi in netta controtendenza con la filmografia del "capiamoli, siamo noi che li aggrediamo". Il film in sé scorre veloce, con qualche inutile leziosità da cartolina (le immagini inclinate) e qualche goffagine nella parte centrale. Come sempre, grandi la "iena" Keitel e Abraham, bellissima la March. ***
MEMORABILE: L'attentato di Fiumicino; L'attentato all'ambasciata in Kenya.

Galbo 16/01/14 19:29 - 12487 commenti

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Martinelli si cimenta con il tema scottante del terrorismo islamico, ma dimostra di non possedere gli strumenti culturali per affrontarlo o di essere in malafede. Il film è ideologicamente forzato, per non dire falso e in malafede; inoltre la messa in scena è scadente e nel naufragio artistico sono coinvolti anche buoni attori come Keitel e Abraham. Regia sciatta. Da evitare.
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  • Discussione Belfagor • 28/01/10 17:56
    Formatore stagisti - 145 interventi
    Volevo iniziare la discussione inserendo un pezzo della recensione di questo film scritta da Aldo Fittante e pubblicata su Film TV.

    «Ti va di andare al cinema?», chiede un'annoiata Jane March (Leda) al marito. Lui: «Che film?». Lei «Uno che i critici hanno fatto a pezzi. Quindi sarà un buon film». Lui: «I critici sono persone molto frustrate. Tu non credi?». Il dialogo è tratto da una scena di Il mercante di pietre e non c'entra nulla con il film. Renzo Martinelli mette le mani avanti perché in cuor suo sa che quel film è proprio impossibile da salvare.

    Credo che sia un'ottima esposizione delle intenzioni del regista: visto che la miglior difesa è l'attacco, meglio fare di ogni erba un fascio prima ancora che arrivino le critiche. Ma, più in profondità, cosa traspare da questo atteggiamento? A mio parere, un disprezzo più generale, nei confronti non tanto della critica quanto dello spirito critico, quello che dovrebbe essere proprio di ogni spettatore. Di conseguenza, il regista ci dice: o accetti in pieno quello che dice il film, o sei un frustrato che si sfoga sul lavoro degli altri. Brutta cosa l'obbiettività...

    Visto che in questo sito lo spirito critico è di casa, voi che ne pensate, Davinottiani? Anche se critici amatori, siamo davvero così frustrati?
    Ultima modifica: 28/01/10 17:57 da Belfagor
  • Discussione Zender • 28/01/10 17:59
    Capo scrivano - 48216 interventi
    Ahah, beh, hai detto bene: sembra proprio una difesa contro ciò che Martinelli sapeva già che gli sarebbe piovuto addosso (pietre, appunto). E' un discorso un po' qualunquista, quello di Martinelli, direi. Anche se per alcuni può pure funzionare...
  • Discussione Ciuvildo • 20/02/10 19:51
    Disoccupato - 20 interventi
    ritengo che ci sia critica e critica, quella davinottiana nasce dalle emozioni che sono state generate durante la visione di un qualsiasi film, l'altra quello giornalistica spesso è dettata da idee politiche, palinsesti giornalistici e compiaciemnti vari a questo e quel regista o produttore. Nel caso del film di Martinelli mi sembra in effetti un semplice modo di mettere le mani avanti.
  • Discussione Capannelle • 29/05/12 12:41
    Scrivano - 3648 interventi
    Non posso che condividere quanto è stato detto su questi dialoghi.

    Pongo un'ulteriore domanda: ma tra Martinelli e l'attore Murray Abraham cosa c'è, un "patto di mutuo soccorso"?
  • Discussione Zender • 29/05/12 18:09
    Capo scrivano - 48216 interventi
    Ah ah... Magari molto più semplicemente gli piace come attore e ha un ottimo rapporto qualità/prezzo. Una volta individuato non se lo lascia scappare.