Belfagor • 28/01/10 17:56
Formatore stagisti - 145 interventi Volevo iniziare la discussione inserendo un pezzo della recensione di questo film scritta da Aldo Fittante e pubblicata su
Film TV.
«Ti va di andare al cinema?», chiede un'annoiata Jane March (Leda) al marito. Lui: «Che film?». Lei «Uno che i critici hanno fatto a pezzi. Quindi sarà un buon film». Lui: «I critici sono persone molto frustrate. Tu non credi?». Il dialogo è tratto da una scena di Il mercante di pietre e non c'entra nulla con il film. Renzo Martinelli mette le mani avanti perché in cuor suo sa che quel film è proprio impossibile da salvare.
Credo che sia un'ottima esposizione delle intenzioni del regista: visto che la miglior difesa è l'attacco, meglio fare di ogni erba un fascio prima ancora che arrivino le critiche. Ma, più in profondità, cosa traspare da questo atteggiamento? A mio parere, un disprezzo più generale, nei confronti non tanto della critica quanto dello spirito critico, quello che dovrebbe essere proprio di ogni spettatore. Di conseguenza, il regista ci dice: o accetti in pieno quello che dice il film, o sei un frustrato che si sfoga sul lavoro degli altri. Brutta cosa l'obbiettività...
Visto che in questo sito lo spirito critico è di casa, voi che ne pensate, Davinottiani? Anche se critici amatori, siamo davvero così frustrati?
Ultima modifica: 28/01/10 17:57 da
Belfagor
Jena
Sunchaser
Cinevision, Homesick
Almayer, Nando, Capannelle
Ciccio, Daidae, Belfagor, Cotola, Galbo