Note: La versione di Godard dura 105 minuti, quella rimontata da Ponti 82 e ha una colonna sonora diversa. In dvd vi sono entrambe, in tv passa in genere quella tagliata, tranne che su Rai3
Godard mette in scena crisi della coppia, crisi creativa e conflitto antico-moderno, mediante film nel film (l'Odissea, diretta da Fritz Lang, che interpreta se stesso). Un classico. Ponti scempiò il film (tagliando fra l'altro un grande nudo inziale di BB e cambiando la colonna sonora), JLG lo ringraziò spingendolo giù dalle scale di un hotel. Immortale la parafrasi goebbelsiana di Jack Palance: "Quando sento la parola cultura metto mano al portafoglio".
Mediterraneo e metacinematografico. Come quasi tutti i grandi autori, anche Godard sente il bisogno di riflettere sulla Settima Arte, coinvolgendo in questo niente meno che Fritz Lang, che recita se stesso. C'è poi la crisi coniugale, generata da sospetto, tradimento, gelosia e amplificata dalle poetiche musiche di Delerue. La Bardot è sensuale, raffinata e più volte a sedere scoperto; ma la nostra Giorgia Moll, benchè quasi sempre vestitissima, non le è da meno.
MEMORABILE: La Bardot che sottopone ogni singola parte del suo corpo nudo al giudizo estetico di Piccoli.
Buon film di Godard che racconta in modo originale i rapporti di coppia e quelli nel mondo cinematografico. Ottima la scelta di far parlare i protagonisti nelle varie lingue, scelta che viene totalmente annullata invece nella "folle" versione italiana voluta da Ponti. Avvalendosi di un ottimo cast attoriale, il regista mette in scena una pellicola intimista che riesce a catturare occhi (splendida la Bardot), cuore e mente degli spettatori. Possiamo dare alle due versioni dell'opera giudizi e voti nettamente diversi: buona (***) quella di Godard, mediocre (**) quella "italiana".
Eccelso film di Godard che riflette sul cinema (in particolare sui rapporti tra il
regista-artista ed il produttore-mercante) ma anche sui rapporti di coppia e sulle
scelte morali che gli uomini sono chiamati a fare. Colto, raffinato e complesso, suscita molte emozioni. Strepitosa la regia ed eccelso il cast con una Bardot senza
veli da infarto (ma in questo caso anche espressiva), un Pallance perfetto ed un bravissimo Piccoli. Lang filosofeggia ed intepreta se stesso. Ottima la colonna sonora. Da dimenticare l'ignominiosa versione italiana.
Succede molto poco, ma Il disprezzo è indubbiamente un gran film. Ottime le ambientazioni (soprattutto nelle scene girate a Capri), bellissima BB, ma forse quel che rimane più impresso è il famosissimo brano di Georges Delerue che prende il nome dalla protagonista Camille e che sarà ripescato in Casino.
MEMORABILE: La distanza tra i due protagonisti nel giardino del produttore.
Bel film che ci rende testimoni di un rapporto particolare tra marito e moglie. Il regista però non ci offre un'analisi dei loro sentimenti, ci mostra "solo" delle tracce come nella scena del loro appartamento con ampi piano-sequenza con dialoghi lunghi e inconcludenti senza arrivare mai a chiarimenti. La sua cinepresa si muove sempre con grande classe e la fotografia è stupenda. A me il film è piaciuto, anche se forse rischia di strizzare troppo l'occhio all'estetica, alla meravigliosa fotografia. Un film da riscoprire solo in versione originale.
Se qualcuno non sa bene cosa sia il disprezzo (non il disamore) di una donna verso l'uomo che amava, deve visionare questo film. Credo non sia mai stato filmato in modo così vero questo sentimento. La Bardot e Piccoli sono bravissimi a dare vita ai protagonisti e riescono a sostenere bene le scene anche quando i dialoghi sembrano ripetersi in modo stancante. La presenza di Lang con il suo monocolo, che parla correttamente tutte le lingue dei personaggi, che hanno bisogno di una brava Moll interprete, emerge distintamente. Ottime musica e fotografia.
MEMORABILE: Piccoli che propone un Ulisse nelle sue stesse condizioni: disprezzato da Penelope perché abbandonata in balia dei Proci.
Se non il Godard più riuscito, sicuramente uno dei più completi, in grado di trovare un perfetto equilibrio tra una componente sperimentale e metafilmica mai così efficace e una narrazione melodrammatica che, nonostante un po' di consueta logorrea (ben sorretta da ottimi dialoghi) e un finale piuttosto gratuito, presenta caratteri psicologicamente non banali e un crescendo coinvolgente. Michel Piccolo straordinario, ma alla Bardot (qui spesso a fondoschiena scoperto) ho preferito notevolmente l'italiana Giorgia Moll. Musiche un po' invadenti.
Sofisticato dramma di Jean Luc Godard che riflette sul mondo cinema e sulla crisi coniugale. Tratto da un romanzo di Moravia, il film (visto nella versione italiana di 84' e rinnegata dallo stesso regista) è indubbiamente affascinante quanto povero di avvenimenti. Grande esercizio stilistico con sequenze di alta scuola come la quasi mezz'ora "real time" di discussioni casalinghe della coppia Bardot-Piccoli o le bellissime scene girate a villa Malaparte di Capri.
Lo stato d'animo della protagonista alle prese con un "cambio di guardia" in un contesto suggestivo come può essere quello di una villa isolata che affaccia sul mare di Capri, collima con l'atmosfera dell'isola stessa, un po' come accadde per per Il mare di Griffi. Lo stravolgente adattamento cinematografico del romanzo di Moravia produce un film sulla crisi di coppia, sulle sfaccettature di un rapporto che volge al termine e che collassa come un macigno. Una nuova esistenza nasce dalle ceneri del passato, ma a quale prezzo? Notevole.
MEMORABILE: Villa Malaparte coi suoi ineguagliabili panorami; La morte, la vita e ancora la morte per un destino beffardo.
Spiace dover constatare che il film non mi ha trasmesso alcuna emozione, forse troppo infastidito dall'inutile e ridicolo battibecco tra i coniugi in crisi ove una sensualissima Bardot arriva anche a esclamare: "Ieri ti amavo oggi no, perché non lo so..." Bellissime le riprese a Capri e intrigante il personaggio di Georgia Moll, che avrebbe meritato senza dubbio più spazio.
Metafilm costruito sulla messa in scena dell'Odissea e dunque sulla costruzione di un'opera, diventa premessa per mettere a fuoco il momento di crisi estrema, definitiva, imprevedibile, di un rapporto di coppia. La Bardot, nella parte, è micidiale; i suoi nudi lo sono per lo spettatore e Godard riesce a colpire al cuore.
MEMORABILE: "Sì, ti amo completamente, teneramente, tragicamente"
Da evitare assolutamente nella versione italiana, è un film non disprezzabile sul disprezzo che può maturare nella coppia. Lo analizza con riflessioni sparse dal sapore filosofico, le quali non sempre hanno un filo conduttore e danno la sensazione di un lavoro astratto. Gli attriti di coppia sfociano nella crisi ma manca la passionalità iniziale e le vere tensioni che possono giustificare il disprezzo conclusivo. La presenza di Fritz Lang arricchisce il lato culturale di un film che parla di cinema e la Bardot esalta l'aspetto sensuale.
L'uomo rincorre l'idea, si strugge della propria imperfezione e nell'indolenza, se ne compiace anche: Godard mette in campo la distanza insolubile tra ideale e reale, in un film che esplora la produzione del mito - e quindi l'industria cinematografica - la creazione di modelli e verità universali che definiscono quello spazio incolmabile che è il luogo del tragico, il dibattersi dell'eroe nel dissidio tra desiderio e logica: il disprezzo cade sul suo compromesso da distanze esiziali. Cinema numinoso, dominato dalla regia, vivificato dagli archi di George Deleure.
La parola, i dialoghi, così naturali eppure così rivoluzionari in Godard, sono i veri protagonisti di quest'opera che si avvale della presenza di alcuni mostri sacri del cinema. BB non si limita solo a cambiare colore di capelli, ma dà significato a quel tipico broncio a cui ci ha abituati. Michel Piccoli è una marito disattento e quindi successivamente disprezzato. Cinema d'autore per palati raffinati, non c'è che dire.
Sceneggiatore andrà in crisi con la moglie durante un film. Se l’aspetto matrimoniale si trascina tra stanchi dialoghi e piccole cattiverie, è il mettere insieme scene di vita e digressioni sul cinema (in decadenza) a rendere interessante l'opera. Godard è maestro nel riempire le scene (le statue) e dare profondità a ruoli così eterogenei. Lang si presta, Palance sembra più un playboy che altro, la Bardot potrebbe restare muta vista la tanta bellezza, invece riesce anche a dimostrare carattere.
MEMORABILE: Il racconto del tappeto volante; Le parolacce della Bardot; Il bacio col produttore; La Bardot vestita solo del libro; La location spettacolare.
Uno dei peggiori del primo periodo di Godard, nonostante il budget e il cast. Il problema fondamentale è lo sciorinamento dei peggiori dialoghi godardiani, sciocchi e inclusivi, senza un'adeguata regia brillante che possa sostenere il tutto. In tal senso, terribilmente soporifera la lunghissima discussione nell'appartamento dei due, spezzata solo dalla Bardot che dice parolacce. Si capisce l'atto di accusa verso tutto ciò che mercifica il film (bellissimo il personaggio di Palance), ma l'onanismo prende il sopravvento e impedisce al film di volare. Ovviamente attori eccezionali.
MEMORABILE: La felicità del produttore davanti al filmato di una donna nuda; "Quando sento la parola cultura metto meno al libretto degli assegni".
Tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia. Pellicola che ha avuto molteplici traversie contando due versioni, italiana e francese: la prima risulta quella più deludente, dato che non porta pienamente in risalto quello che voleva trasmettere Godard. Storia di una crisi di coppia ambientata nel mondo del cinema, con sviluppi anche esistenziali. I dialoghi hanno una valenza a dir poco fondamentale.
Saltando a piè pari il terribile stravolgimento operato sulla versione italiana e visionando il film nella versione originale, ci si ritrova in pieno nell'atmosfera e nei temi che caratterizzavano tanto cinema di quegli anni, a partire da Antonioni e dai suoi più o meno ispirati epigoni: la crisi della coppia borghese, l'incomunicabilità e l'inaridirsi dei sentimenti, la mercificazione dell'arte e del lavoro intellettuale e così via. Godard unisce intuizioni felici e di grande suggestione a eccessi di verbosità soprattutto nei duetti fra Piccoli e la Bardot, qui comunque molto brava.
MEMORABILE: La splendida musica di Delerue nella versione originale.
Riflessione come al solito profonda e intelligente da parte di Godard sul cinema e sulla vita, prendendo spunto (e poco più) dal romanzo di Moravia e facendo slalom (ma non nella versione italiana) tra le imposizioni esercitate dal produttore. E poi c'è la presenza ieratica di Fritz Lang, che da sola vale il film. Godard è sempre capace di sorprendere e la modernità di questo film ha del miracoloso.
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Lucius ebbe a dire: Roger, oggi stavo in zona e ne ho approfittato per fare uno scatto all'appartamento. Ma sarebbe quello in mezzo alle due palazzine gemelle?
Perchè anche dal radar non si capisce molto bene...
In Via Filippo Lippi quella prospettiva non si vede. Scattando tra le due palazzine gemelle in fondo allora si, ma non so se trattasi sempre di Via Filippo Lippi.
qui al centro si vedono le due palazzine gemelle e sotto, in posizione all'incirca di mezzo tra le due, la palazzina dove vivono la Bardot e Piccoli
quindi entri in via filippo Lippi dalla sbarra che si vede anche nel link e percorsi circa 10 metri, sulla tua dx ritrovi la stessa prospettiva del fg:
Ok, io ho scattato dal centro delle due palazzine gemelle verso quella che è sul retro. Ci sono due entrate per Via Flippo Lippi, entrambe con la sbarra. Sono strade private, ma ai pedoni è permesso l'accesso.
Sarebbe questa?
Coordinate: 41.922471694393444, 12.474888414144516
Radar: 12.474888414144516, 41.922471694393444
Lucius ebbe a dire: Ok, io ho scattato dal centro delle due palazzine gemelle verso quella che è sul retro. Ci sono due entrate per Via Flippo Lippi, entrambe con la sbarra. Sono strade private, ma ai pedoni è permesso l'accesso.
Sarebbe questa?
Coordinate: 41.922471694393444, 12.474888414144516
Radar: 12.474888414144516, 41.922471694393444
le prime due foto non mi sembrano utilizzabili visto che sono prese da via conca e non hanno la stessa visuale. Nella terza invece c'eravamo quasi, é presa dall'angolo di via Lippi (io mentalmente "entravo" dall'ingresso opposto)
la palazzina è quella sulla sx e al centro una delle gemelle. Bastava andare più avanti e, alberi permettendo, avevi l'esatta visuale del fg
Se mi trovassi in zona volentieri. Comunque dalla salitina si vede ben poco per via degli alberi.
Ma sareste anche in grado di capire se la stanza in cui erano gli attori fosse quella della mia foto su (ultimo piano, solaio in pendenza, sotto il terrazzo) o il piano sottostante?
Godard avrebbe voluto, come interpreti principali, Frank Sinatra e Kim Novak, mentre Carlo Ponti suggeriva Marcello Mastroianni e Sofia Loren. Alla fine si raggiuse il compromesso: Michel Piccoli e Brigitte Bardot.
Alla fin fine mi sono stufato di vedere il mio bipallinaggio, per un film che (nell'edizione originale, ovvio) non li merita. Quindi ho deciso di ricommentare il film. Quello sotto riportato è il vecchio commento (riferito alla versione manipolata da Ponti)
Metto subito in chiaro una cosa: ho visto l'edizione italiana (tagliata di oltre 20 minuti) e non quella originale, quindi ho in pratica visto un altro film, disconosciuto dallo stesso regista. Detto questo: la pellicola non mi è piaciuta; troppo verbosa e troppo noiosa anche se ben recitata da tutti gli interpreti. Tra l'altro nella versione italiana viene completamente a mancare la babele di lingue che parlano i protagonisti in quanto sono tutti doppiati in italiano, facendo saltare una delle caratteristiche originali del film.