I "rapporti uomo-donna" secondo Godard, che racconta attraverso 15 "fatti precisi" (sketches numerati e introdotti o interrotti da cartelli con accompagnamento di spari tipo western) la relazione fra un sondaggista e una cantante ye-ye. Bizzarro, a-sistematico, punteggiato da scenette da antologia dell'humour nero, citazioni o apparizioni inattese (camei non accreditati di BB, Françoise Hardy...), divertente. Uno degli slogan del film ("i figli di Marx e della Coca-Cola") fece fortuna.
Pur essendo, come molte opere di Godard, un film piuttosto ancorato ai suoi anni e figlio dell'epoca in cui fu girato ed uscì, si rivela a tratti anticipatore dei tempi, vedi le belle, calzanti (a mio parere) ed interessantissime le considerazioni metacinematografiche e soprattutto molto capace di ritrarre in maniera veritiera la società dei tempi, specialmente quella dei giovani che si rivela essere contraddittoria (su tutto si pensi alla definizione "figli di Marx e della Coca-Cola") e non troppo lontana e differente da quella odierna.
MEMORABILE: I protagonisti al cinema: "È l'edizione orginale"; "meglio, il doppiaggio rovina tutto".
Interessantissimo, godardiano fino al midollo. Una serie di "sketch" fittamente dialogati, dove il montaggio di tali dialoghi ignora la regola del campo-controcampo situandosi nel territorio dell'intervista (fuori campo chi domanda, in primo piano chi risponde). Fortunatamente tali dialoghi (che trattano temi come la politica, il sesso, il Vietnam e l'arte, cinema in particolare) sono intriganti e ben calibrati. La trama è subordinata a questo sistema a sketch e anche la regia agisce in modo ad esso funzionale. Espressivi gli attori.
E’ già un Godard di frontiera, in cui la coerente struttura filmico-narrativa è progressivamente corrosa dalle urgenze del reale o almeno del contingente. In tal senso si tratta di un vivido documento d’epoca in piani sequenza, senza ancora quella che sarà la presunzione del cinema-veritè, ma perciò capace di restituir lampi d'un tempo in cui la mentalità consumistica si fa pervasiva, l’ideale (politico) si fa scalzar dal personale (successo) e dove i confini del pubblico (maschio) e privato (femmina) comincian a denunciare la loro labile interscambiabilità.
MEMORABILE: Le esplosioni di violenza apparentemente immotivate: l’omicidio nel bar; Il tipo che si dà fuoco; I neri nel metrò; La scena in sala di registrazione.
Ancora una volta, Godard espone un saggio del suo cinema sperimentale e rivoluzionario: spezzoni di vita quotidiana e dei costumi giovanili dell'epoca - discoteche, contraccettivi, contestazione marxista, mito USA e consumismo in crescita - scanditi a colpi di pistola e raccontati attraverso piani sequenza, non-sense, didascalie sino al brusco finale tragico. Léaud è romantico, innamorato e bizzoso come il trauffautiano Antoine Doinel e la Goya e la Jobért si esprimono con una grazia tutta francese. Un documento insieme cinematografico e societario.
MEMORABILE: La dichiarazione d'amore incisa su disco; le proteste al cinema per aver proiettato il film nel formato sbagliato; Madama Dorè.
Il marchio di fabbrica del cinema Godard è presente anche in questo suo film molto interessante sull'amore e la politica e consiste nel mettere in scena una gioventù appassionata e ricca di volontà di esprimersi, che si tratti di militanza sociale o semplicemente di musica. Infatti i due protagonisti, interpretati dai volti iconici di Léaud e Goya, hanno due passioni completamente differenti e vivono la loro relazione tra alti e bassi, che il regista ci mostra sempre in maniera non lineare e inserendo tratti di vita quotidiana del tutto staccati dal loro rapporto. Da vedere.
La trama riguarda il rapporto tra un uomo e una donna e alla fine viene spezzettata in tante scenette per parlare di varia attualità: politica, amore, Vietnam... Godard gira a modo suo, infischiandosene di alcune regole cinematografiche (i dialoghi con voce fuori inquadratura) e catturando sempre l’attenzione. I vari cartelli e suoni assortiti sono in pieno stile del regista e qualche volta paiono eccessivi. Discreta la fase finale più pacata e anche l’inserimento di vari camei (tra cui la Bardot).
MEMORABILE: Lo sparo al marito al bar; Le fototessere; La Bardot al tavolino.
La vita di una giovanissima coppia di innamorati, lui un sondaggista politicamente impegnato e lei un'aspirante cantante che pensa solo alla sua carriera nella musica, vista nei suoi aspetti quotidiani e minimali con le modalità tipiche di Godard, ossia un succedersi di quadretti spesso all'insegna del non sense e con dialoghi che a volte sfiorano l'assurdo. Pur necessariamente datatissimo e inchiodato al suo momento storico, dispensa qua e là non poche indicazioni premonitrici. Leaud, fedele al suo personaggio, è volutamente irritante, nella sua finta ingenuità, deliziosa la Goya.
MEMORABILE: Il cameo di Brigitte Bardot; Leaud al cinema corre in cabina di proiezione a protestare perché il film non è proiettato con la mascherina corretta.
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Interessante film di Godard che può essere visto
su grande schermo.
Cinema Massimo Torino:
Mercoledì 24 marzo ore 18,15
Venerdì 26 marzo ore 20,30
HomevideoXtron • 1/12/12 12:08 Servizio caffè - 2239 interventi
Il dvd RHV:
Audio italiano - francese
Sottotitoli in italiano
Formato video 1.33:1 4/3
Durata 1h40m00s
Extra Trailer, filmato "l'inesauribile modernità di Godard" (sottotitolato)