Più che un seguito, un remake. La storia infatti si sviluppa in modo identico al primo capitolo: ci sono l’omicidio iniziale (virato a due colori), la resurrezione, la caccia ai colpevoli, la vendetta cruda mentre i flashback si fanno insistenti per ricostruire passo dopo passo la vicenda. Ma rifare IL CORVO senza la sublime regia di Alex Proyas e l‘insuperabile caratterizzazione di Brandon Lee significava al 99% spogliare il film del suo fascino e così è stato. Peccato, perché le scenografie e i colori sono di nuovo stupendi. Chiamare alla regia Tim Pope, autore dei migliori videoclip dei...Leggi tutto Cure (il gruppo dark per eccellenza) poteva essere la scelta giusta. E infatti figurativamente IL CORVO 2 funziona. I colori sono più saturi rispetto al modello, la violenza non manca, l'ambientazione è cupa ma sgargiante nei suoi contrasti (giallo e nero le dominanti). Ma la storia proprio non c'è e il nuovo volto dell'eroe vendicativo è quello di Vincent Perez, che con il magnetismo di Brandon Lee non può davvero concorrere. La maschera diventa quasi quella di un clown e i risolini sadici si sprecano perdendo la sensazione di soverchiante malinconia che aveva caratterizzato il primo indimenticabile capolavoro. Insomma, se esteticamente IL CORVO 2 è più che apprezzabile, se anche le facce dei nemici sono quelle giuste (il cantante rock Iggy Pop è terrificante ed eroinomane vero, basta vedere le condizioni della sua pelle), se gli effetti speciali non fanno gridare al miracolo ma convincono, manca una sceneggiatura buona e dopo un po' il giocattolo s’inceppa. Sempre di ottima fattura le musiche.
Davvero poco riuscito il seguito di un film di ben altro spessore. Sarà il cambio di personaggio (Vincent Perez), sarà l'impostazione "glaciale" e piatta che rasenta uno stile televisivo o forse sarà la pochezza di contenuti, scaltramente ricalcati sul modello del primo capitolo, il fatto è che Il Corvo 2 rimane un prodotto di bassa qualità, incapace di tenere desta l'attenzione dello spettatore sino alle ultime -inarrivabili- battute finali.
Tim Pope delude e non poco. Ottimo regista di videoclip (ha rappresentato diverse melodie dei Cure) davanti a un lungometraggio si sgretola come se fosse d'argilla. È innegabile che eguagliare la qualità del primo capitolo del Corvo era impresa ardua ma comunque ci si aspettava qualcosa di più. Probabilmente anche la scelta (obbligata) di cambiare il protagonista ha pesato non poco. Le musiche sono scadute. Insomma un esperimento riuscito decisamente male.
E dire che a suo tempo mi precipitai al cinema! Questo sequel, remake o come si preferisce chiamarlo, delude e lo fa perché non solo non aggiunge niente al precedente, ma ne calca la bella trama abbruttendolo e nella recitazione e nella sceneggiatura. Si guarda ma senza piacere alcuno. Il momento clou, a mio giudizio, è dato da quel bruttone dell'Iguana, tanto perfetto senza make-up alcuno quanto sgraziato nel recitar!
Seguito che delude abbastanza. Infatti, tolto l'alone da film maledetto che avvolgeva la pellicola precedente, il seguito è quasi un remake del primo capitolo. Perez interpreta il ruolo principale facendo rimpiangere il buon Brandon Lee. C'è un po' di violenza, ma il film non esalta.
Testimoni involontari di un omicidio, Ashe Corven ed il figlio vengono uccisi e gettati in mare. Un altro corvo interviene e trasforma Ashe in un non-morto, pronto a vendicarsi. Il produttore E. R. Pressman e lo scenografo Alex McDowell sono ancora della partira, ma sono cambiati purtroppo lo sceneggiatore e il regista. Il film non ha un grammo della forza di quello precedente e si limita a ripetere quello che era già stato detto con maggior forza nel precedente capitolo. Vincent Perez è un protagonista fiacco, Iggy Pop è irresistibilmente trash.
Non si può parlare di un vero e proprio seguito: l'eredità lasciata da Brandon Lee era pesante come un macigno e la sua interpretazione inarrivabile. Perez si barcamena alla meno peggio ma il confronto sembra abissale, persino il trucco sul viso è poco intenso e meno suggestivo, proprio come la sua performance senza lode. La sceneggiatura è esile e ricalca eccessivamente il primo capitolo. A salvarsi sono i cupi colori di coinvolgenti scenari sempre più derelitti e marcescenti assieme alle azzeccate musiche di sottofondo. Mediocre remake.
Nasce sotto la peggiore delle stelle questo sequel-remake: un eredità pesante dietro, un canovaccio difficlmente sfruttabile e sopratutto nessun bisogno di aggiungere altro a quanto detto. Non è piaciuto a nessuno infatti, ma 2 per alcuni versi è anche più raffinato del precedente. I toni romantici si smorzano a favore dell'horror puro, la cattiveria aumenta e con lei tutta la teatralità della vendetta. Fotografia oppiacea stupenda, sequenze bellissime e mia kirshner da infarto. Un film forse non "necessario" ma affascinante e ingiustamente odiato.
MEMORABILE: La festa del giorno dei morti; Iggy pop in ogni suo primo piano.
Sorta di remake se possibile ancora più brutto e ridicolo dell'originale. Qui mancano il fascino e la bravura dello sfortunato Brandon Lee, la regia è mediocre e il film è totalmente insapore e privo di interesse. Solo per curiosi e fanatici del cinema.
Seguito o remake che dir si voglia, mostra delle buone caratterizzazioni, una notevole fotografia e anche una sceneggiatura che regge. Ciò che invece non può funzionare è il confronto con l'illustre predecessore, ma soprattutto con il personaggio ormai mitologico interpretato da Brandon Lee. Si lascia vedere, ma lo scontro è perso in partenza.
Spacciato come sequel del film di Proyas, si tratta in realtà di un remake realizzato per ovvie ragioni commerciali. Se già l'originale era un film ampiamente sopravvalutato, non c'è da attendersi nulla da questo diretto dal regista di videclip Tim Pope che infatti ripropone pedissequamente e senza un minimo di personalità ambientazione e "clima" del film di Proyas, con l'aggravante di scegliere un protagonista clamorosamente fuori parte. Inutile.
Modesto pseudoremake del precedente in cui le atmosfere si ripropongono in maniera poco convincente. Perez è monolitico, i comprimari insulse statuine, eccezion fatta per il grande Iggy prestato per una volta al cinema. Colonna sonora carente e finale privo di nerbo. Inutile.
Nonostante la bella fotografia, l'ottima prova recitativa di Perez (che a tratti riesce a superare persino Brandon Lee) e le scenografie suggestive e ben architettate, il film non riuscirà nell'arduo compito di bissare il successo del primo film. Intanto il basso budget da una parte costringe il regista a un taglio da film-tv e dall'altra limita gli effetti speciali, facendo cadere a volte il film quasi nel ridicolo. Alla fine l'anello debole risulterà non tanto la sceneggiatura - ripetitiva rispetto al primo - quanto proprio la regia, a volte incapace di gestire le cose.
Più remake che sequel, tutto sommato meglio di quel che ricordavo. Subito i contro: Perez convince poco, specialmente quando istrioneggia diventando troppo teatrale; il film manca di idee nuove (a parte il discreto finale), ricalcando in buona parte il prototipo. I pro: fotografia e scenografie anche stavolta molto suggestive, ottimi caratteristi per i cattivi (Iggy Pop straordinario), OST alternative/metal anni '90 di un certo livello. Con un protagonista migliore e un po' di coraggio in più sarebbe stato notevole, comunque non malaccio.
Quello che doveva essere sulla carta il seguito del film maledetto e magnetico di Alex Proyas, in realtà è un remake pessimo che non ha nulla di interessante da mostrare. Vincent Perez non è assolutamente convincente, così come tutto il cast di contorno ad esclusione di Iggy Pop (Curve) che quantomeno nobilita con la sua presenza il film. Non funziona nulla a partire dalla regia di Tim Pope, che non è adatta a un film di questo genere. La sceneggiatura inoltre è scontata e non mantiene un briciolo del fascino del primo capitolo. Un vero peccato aver sprecato un soggetto del genere.
Pope nutre la pingue schiera dei sequel che, più che proseguire la storia, si limitano a riproporre l'opera precedente variando un minimo personaggi e particolari di contorno. Il risultato, come prevedibile, vale quanto un remake direct-to-video del cult di Proyas, realizzato con mezzi e suppellettili provenienti dalla dimensione "cheap" della serie B, dove stili e caratteri del buon cinema sono ricalcati con meccanica impersonalità. Il ritmo svelto e un terrifico Iggy Pop come scagnozzo del villain non fanno patire eccessivamente la visione, ma resta un prodotto di netta mediocrità.
MEMORABILE: L'uccisione del bimbo davanti agli occhi del padre; La resurrezione acquatica; I voli onirici; Il corvo nelle mani del cattivo; Lo stormo vendicatore.
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Confermo, ha subito qualche taglietto (pochi secondi) per ottenere il "per tutti". Modalità assai diffusa all'epoca (Seven e Resurrection i primi due titoli che mi vengono in mente).