Onesta opera, tratta da pièce teatrale dello stesso Racioppi, nonostante vari alti e bassi, che ha qualche trovata graziosa. Giannini e la Merlini bravi come sempre, mentre Capolicchio non lo si accetta sùbito, per via di quel baffo posticcio, ma poi lo si può trovare funzionale. Gradevole partecipazione di Moschin, prelato che ha come amante Minnie Minoprio! Molto meglio del terribile Il maschio ruspante, del medesimo regista. Da ricordare che la breccia di Porta Pia fu rievocata pure nel 1905!
Esile ma simpatica commediola ambientata nella Roma papalina che Racioppi ha tratto da un proprio lavoro teatrale. Tutta incentrata sulla contrapposizione fra i due personaggi principali - un Giannini perfettamente calato nei panni del villico romano e un meno indovinato Capolicchio che cerca di scrollarsi di dosso l'aura di personaggio maledetto dei suoi primi film - la vicenda si dipana con leggerezza fra equivoci e scaramucce sentimentali per virare inaspettamente verso un drammatico finale. Fra le attrici spicca la deliziosa Barbara Bach.
MEMORABILE: La fuggevole comparsata di Rosalba Neri nei panni di una ballerina di cafè-chantant.
La commedia di Racioppi, da lui stesso proposta per il teatro, si avvicina ai temi della Roma risorgimentale di Magni, ma il suo errare stanco tra situazioni boccaccesche, ricerca della paternità e uno stonato epilogo drammatico e strappalacrime non conduce da nessuna parte. Tolto un Capolicchio fuori parte e un non indimenticabile Moschin, gli attori se la cavano: Giannini si conferma poliedrico e la Merlini si bea del suo tipico ruolo da matrona bizzosa; brava anche la Valturri, che comunque nel suo breve curriculum da Germi in poi non ha mai deluso. Bella e candida la Bach. *!/**
MEMORABILE: La Merlini: «Omo sbronzato, oppure nato stanco, nun alza paglia e femmena va in bianco».
Due giovani di belle speranze si aggirano nella Roma papalina in cerca di "paternità". Discreta commedia di Antonio Racioppi, tratta da una commedia teatrale dello stesso regista. Funziona la contrapposizione tra i due personaggi principali, di cui vengono sottolineate le diversità, ma anche i tratti comuni. Piacevole, anche se con qualche tempo morto, la vicenda. Buona l'interpretazione degli attori, specie Giancarlo Giannini e Marisa Merlini.
Sufficiente, ma nulla di più, questa commedia di Racioppi che ha tra i suoi punti forti i due protagonisti, soprattutto Giannini, fautori delle fasi agrodolci della pellicola, quelle sicuramente più riuscite. Il resto si barcamena tra parti farsesche e sentimentali di minore impatto, più routinarie; anche la ricostruzione storica è ristretta e misera (probabilmente non si poté fare di meglio). Anche la figura del monsignore peccatore, pesca blandamente dal già visto senza approfondire o aggiungere nulla di nuovo.
Pessimo adattamento, da parte del regista, di una sua commedia teatrale, con l'evidente intenzione di sfruttare le ambientazioni della Roma papalina e risorgimentale narrate poco prima con successo da Gigi Magni. Povero di idee e pesantemente volgare in certi passaggi, il film è visibile soltanto per le ottime presenze femminili, Barbara Bach e Rosalba Neri, che svettano su tutto.
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