Il contrasto tra una tranquilla e prospera nazione (la Svezia) e il torbido contesto delle storie criminose è stridente anche se la serie riesce a creare solo in parte le atmosfere dei libri di Henning Mankell. Kennneth Branagh impersona un commissario altrettanto inquieto e mostra una buona aderenza al personaggio, pur essendo di nazionalità britannica. Le storie non sono sempre così misteriose ma sufficientemente varie per rendere la serie godibile.
Da una serie di famosi romanzi polizieschi, Branagh produce e interpreta il commissario svedere Wallander, dimesso e afflitto da problemi familiari. La classe del protagonista è fuori discussione e la confezione è lussuosa per un prodotto tv. Le storie non sono originalissime, così come l'idea di mostrare cosa si nasconde dietro le ordinatissime case svedesi, ma la serie è buona.
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DiscussioneZender • 1/09/11 09:24 Capo scrivano - 48850 interventi
Dunque, per gli attori è normale. Come in tutti i telefilm bisognerebbe mettere prima quelli comuni a tutti gli episodi e poi qualche altro non sempre comune. Empire esiste già in stagione 1, quindi quando ci sarà la 2 si inserirà la 2.
DiscussioneZender • 29/11/16 08:09 Capo scrivano - 48850 interventi
Ottimo Hackett, bravo. Conclusa la serie! Se vuoi scrivere una intro "impersonale" della serie come fa sempre 124c puoi farlo, se vuoi. Non deve cioè contenere un tuo parere sulla stessa ma una serie di curiosità o informazioni oggettive (chi ne è il protagonista, con chi agisce, come lo fa ecc.).
La serie è la trasposizione prodotta dalla BBC dei romanzi dello scrittore svedese Henning Mankell, creatore del personaggio. Nelle quattro stagioni da tre episodi l'una seguiamo le vicende del commissario Kurt Wallander, introverso poliziotto svedese di mezza età. Un uomo segnato da un attaccamento al lavoro e da un' ossessione per la giustizia che lo hanno portato ad una vita solitaria e piena di rimpianti. I romanzi che hanno dato vita a queste pellicole sono stati chiamati dall'autore stesso "I romanzi dell'inquietudine svedese". La definizione appare molto chiara seguendo le varie stagioni. Molto spesso infatti il protagonista si ritrova ad interrogarsi e confrontarsi con molte realtà che restano chiaroscuri enigmatici di alcune società (le nordiche) considerate all'avanguardia nel sociale. Troviamo ricorrenti tematiche come la violenza sulle donne, la fragilità dell'istituzione familiare, il controverso rapporto con gli stranieri.
A dare spessore ad un personaggio così complesso, un carismatico Kenneth Branagh (in vesti anche produttive) che riesce ad infondere in ogni inquadratura la fatica ed il peso che Wallander si trascina, in un susseguirsi di vicende personali e professionali che sembrano portarlo sempre più a fondo. Buono e funzionale anche il resto del cast che nelle prime due stagioni conta anche la presenza di Tom Hiddleston.
DiscussioneZender • 30/11/16 09:04 Capo scrivano - 48850 interventi
Grazie Hackett, tolte solo quelle due o tre parole che indicavano tuoi giudizi sul cast o sulla serie.