I, zombie - Film (1998)

I, zombie
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: I Zombie: The Chronicles of Pain
Anno: 1998
Genere: horror (colore)
Note: Aka "I zombie".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ammettiamo pure che Andrew Parkinson (regista, soggettista e sceneggiatore unico) abbia avuto una buona idea (pur se il Cronenberg della MOSCA non è così distante): è sufficiente un'unica intuizione per fare un film? Forse, ma allora ti devi chiamare Kubrick, o quantomeno Shyamalan per poter reggere la durata senza indisporre lo spettatore. Parkinson, ahilui, non è né l'uno nell'altro; di conseguenza il suo I, ZOMBIE, nonostante i legittimi tentativi di giocarsi la carta del film d'autore (per modo di dire, visti i mezzi e le qualità) non riesce proprio a coinvolgere. La colonna sonora - delicata e sempre sua - è quella giusta (tocchi di piano,...Leggi tutto malinconici stacchi...), la scelta del giovane Dean Sepling come protagonista anche, gli effetti speciali - poveri, certo, ma discreti - non prestano il fianco alle critiche e offrono succose scene di pasti cannibalici consumati in solitudine, quindi? Ebbene, dietro a tutto manca una regia che possa rivitalizzare una sceneggiatura incapace di esprimere un minimo di fantasia. La storia ci dice che David viene morso e contagiato. Da quel giorno la sua vita sarà il resoconto di una decomposizione fisica progressiva e di un desiderio inestinguibile di cibarsi di carne umana. Succede altro? Pochissimo, tanto che è difficile immaginarsi un film dall'andamento più piatto e ripetitivo di I, ZOMBIE. David parla con il suo registratorino come se tenesse un diario, nel frattempo si strugge, sogna (il solito espediente narrativamente economico per giustificare scene appena più varie e spaventose altrimenti fuori posto), si masturba ma gli resta il pisello in mano...

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Undying 21/03/07 22:38 - 3807 commenti

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Metafora sul "disfacimento" del corpo quando affetto da malattia terminale, il film di Andrew Parkinson è insostenibile e fastidioso, permeato da un clima di malessere e di pessimismo di rara efficacia. Gli effetti speciali sono intensi e feroci (non a caso c'è di mezzo Fangoria) ma risultano noiosi e inguardabili perchè al servizio di una storia più adatta ad un cortometraggio. L'economia complessiva della sceneggiatura ne risente, generando più volte il desiderio di interrompere la visione.

Ford 23/04/09 23:04 - 582 commenti

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Arrivare fino in fondo è dura, ed è il merito e assieme il demerito del film; merito perché l'atmosfera si fa cupa e insostenibile con il passare dei minuti, demerito perché la regia da telenovela di Parkinson è davvero deleteria alla comprensione del film, sorretto da una buona idea (uno zombie razionale, che tiene addirittura un diario) ma sceneggiato in maniera prolissa e pesante. Chi lo guarda fino alla fine viene "premiato" con uno dei finali più brutti della storia del cinema.

Gestarsh99 6/01/12 16:46 - 1395 commenti

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Ben prima del ritorno in auge degli zombi, in Inghilterra c'era già chi riesplorava il tema da un'angolazione intima e psicologica, cercando di rintracciarvi un nucleo drammatico di solitudine e malattia. La pallida povertà estetica fa sembrare il film quasi un diario autoptico sul maniaco di turno, deprivato buttgereitianamente di ogni suppellettile esecrante; uno Schramm pudicamente ingentilito e quotidianizzato. Al centro non la classica mutazione irreversibile uomo-morto-revenant ma una dipendenza para-vampirica a progressivo decorso distruttivo. Un Parkinson blando e tremolante.
MEMORABILE: Il membro del protagonista che si stacca durante l'ultima evirante masturbazione...

Myvincent 18/05/14 07:50 - 3726 commenti

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Cronache dettagliate e di prima mano di una trasformazione zombesca, come in un lento disfacimento cadaverico subito dal "vivo". Il taglio di questa pelicola sembra essere documentaristico (a causa delle interviste disseminate) ed è interessante la ridda di emozioni e sensazioni patologiche che si susseguono durante il deterioramento fisico e psichico umano. Ma alcuno sviluppi narrativi appaiono insoluti o inspiegabili. Le intenzioni erano buone, la resa filmica meno.

Ryo 10/11/16 01:47 - 2169 commenti

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Un film molto particolare dal punto di vista del genere classico zombesco: qui viene vissuta la metamorfosi di un essere umano in procinto di divenire non-morto. La trasformazione viene vissuta alla stregua di una qualsivoglia malattia degenerativa: molto accentuate la disperazione, la mancanza di una cura, la costrizione a procurarsi del "cibo". Una metafora sulla solitudine di uno stadio terminale? Lento e ripetitivo, ma possiede degli sprazzi di idee niente male.
MEMORABILE: Mentre si masturba, il pene del protagonista si stacca e gli rimane fra le mani...

Schramm 18/04/17 10:19 - 3490 commenti

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Nel retrovia (cronologico e qualitativo) dei titoli che contemplano l’autofagocitosi corporea, Parkinson, fedele al proprio gentilizio, vara il morbo-movie, ossia quel che da lì a un quindicennio diventerà trend e quasi sottogenere horror a sé. Lo fa senza tuffarsi dall’espiatorio trampolino sessuale, abbracciando il Buttgereit più esistenzialista (score di todeskinghiano retrogusto, zombificazione e allucinazione del sé di chiara falda schrammifera), e avvalendosi di f/x che sono i soli propellenti e propulsori di un film che niente ha da dire e tuttavia lo dice che peggio non si potrebbe.

Anthonyvm 4/02/24 00:15 - 5637 commenti

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Filmino indie risalente al 1998, anche se sembra essere stato girato una dozzina di anni prima: sintomo evidente di un budget microbico, ma anche quell'inafferrabile quid che conferisce al complesso un malsano fascino. Fra lenti decadimenti deformativi cronenberghiani e crisi di astinenza in zona Henenlotter, sembra di assistere a un Thanatomorphose ante-litteram diretto da qualche laborioso lettore di Fangoria (che non a caso figura fra i distributori). Fra il dozzinale e l'arty, il tedio e la gozzoviglia da gore-hound, un'operetta che si prende troppo sul serio ma ispira tenerezza.
MEMORABILE: Facendo a pezzi i cadaveri; Meglio non masturbarsi se il corpo cade letteralmente in pezzi; La scelta tragica all'ultimo stadio della decomposizione.

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  • Homevideo Ford • 23/04/09 23:05
    Custode notturno - 42 interventi
    una (pessima) versione in dvd è reperibile nei cestoni del supermercato sotto casa tua al modico prezzo di un euro.
  • Musiche Gestarsh99 • 23/01/12 18:14
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    L'intensa e tristissima sigla di chiusura del film, composta come tutta la soundtrack dallo stesso regista Andrew Parkinson.
    Da notare i palesi richiami melodici alla colonna sonora di Nekromantik (1987), composta dal trio Kopp-Lorenz-Walton
    (rimandi musicali non casuali, dal momento che il film stesso evidenzia cospicui debiti/omaggi nei confronti di
    Schramm (1993), altro opus sempre diretto da Jorg Buttgereit):


    I, ZOMBIE - Sigla finale