Uno dei molti film sul Vietnam nati all’ombra del celebrato PLATOON di Oliver Stone, HAMBURGER HILL prende il titolo dal soprannome dato a una collina della zona militare 937, una collina inespugnabile e chiamata hamburger da uno dei soldati che combattono a causa dell'altissimo numero di vittime mandate lì a morire come carne da macello. il film è diviso (come capita sovente) in due parti ben precise: la prima, decisamente la peggiore poiché fa risaltare le tremende lacune della sceneggiatura e dei dialoghi, descrive sprazzi di vita militare al campo: operazioni secondarie, piccoli dispetti tra compagni d'armi, qualunquistiche considerazioni...Leggi tutto sulla guerra e la vita. La seconda, che al contrario può contare sul solido mestiere del regista John Irving e l’indubbio fascino di un’ambientazione sporca e vera, si concentra sul continuo, estenuante attacco alla collina. Dieci spedizioni fallite, mesti ritorni alla base sempre con qualcuno in meno. Eppure non cessa (né poteva cessare) l'ordine di ripartire per un nuovo assalto, che si rinnova tra cadaveri martoriati, sangue ed esplosioni incessanti mentre un pezzo di musica classica (come in APOCALYPSE NOW) fa da sottofondo. La storia scompare per lasciare spazio all'azione, raccontata con abilità da Irvin. Ritmo concitato e personaggi che guadagnano consistenza consentono ad HAMBURGER HILL di recuperare la qualità persa con i ripetitivi, scontati dialoghi della prima parte. Bella la fotografia, mentre il cast non si fa segnalare per difetti o qualità particolari. Un buon film di guerra, un po' troppo derivativo, sorretto comunque da effetti speciali di tutto rispetto e qualche ottimo momento.
All'epoca la critica ufficiale lo considerò con molto sdegno, ma a parere dello scrivente è invece un buon (anche se sicuramente non eccezionale) prodotto, che soprattutto nella descrizione degli assalti alla famigerata "Hamburger Hill" sa coinvolgere lo spettatore, complice anche la splendida colonna sonora di Philip Glass. John Irvin è un valido artigiano che raggiunge qui forse il vertice della sua carriera registica. Un film onesto che ovviamente non regge il confronto con i migliori incentrati sulla guerra in Vietnam.
Uno dei migliori film sulla guerra in Vietnam. La pellicola parla senza fronzoli del campo di battaglia, del sudore, l'amicizia e la paura dei ragazzi che vi hanno combattuto. Il film è tutta una lunga (inutile) battaglia combattuta per la conquista di un pezzo di terra di dubbio valore strategico, specchio del reale valore di un conflitto assurdo. Difficile, durante la storia, distinguere gli attori: il fango e il sangue coprono tutto e nessun personaggio ha più peso di altri. Come nella vera vita di trincea i singoli non esistono più.
Alcuni soldati vengono addestrati per conquistare una collina ma la “missione” si rivelerà più difficile del previsto. Brutto film in cui a disturbare non è solo il lato ideologico (guerra e operazioni militari vengono presentate come un qualcosa di formativo) quanto l’usualità e la dabbenaggine con cui è stata costruita la storia che è molto banale. Decisamente evitabile.
Una delle pagine della lunga e cruenta storia sulla guerra del Vietnam raccontata dal regista John Irvin in un film che esalta il patriottismo ed è probabilmente animato da una certa sincerità di ispirazione. Il risultato non è però esaltante, anzi lascia decisamente freddo lo spettatore a causa della scarsa partecipazione emotiva trasmessa dalle immagini (forse per colpa dell'uso eccessivo degli spezzoni d'archivio) e da un cast poco ispirato.
Irvin fedele a se stesso con questo film che è un lontanissimo discendente di pellicole come Platoon. Regia e sceneggiatura sciatta, dialoghi ai limiti del ridicolo ed effetti speciali carenti ne fanno un film assolutamente catalogabile come b-movie. Per non parlare delle caratterizzazioni: rubate a destra e a manca da altri film del genere. Peccato! Il soggetto era anche interessante ma la realizzazione è davvero pessima. Una delle rare volte in cui il piccolo schermo, a ragione, disdegna un film Hollywoodiano di guerra e non lo passa mai.
Potente, violento e spietato film di guerra, costruito con dovizia di mezzi adatti all'opera, con una regia classica per il genere. L'aspetto della conquista della famigerata collina, forse utile più all'orgoglio e alla brama di gloria, rispetto alla strategia di campo è necessariamente l'elemento distintivo. Facile il richiamo al sangue versato inutilmente, comunque ben rappresentato nella devastante avanzata. Forse anche i soldati, vittime delle decisioni altrui, necessitano di qualcosa in cui credere, anche di assurdo e inutile.
Diario di una carneficina assurda, una delle tante di una guerra fondata sull'assurdità. La morale dirompente è tutta nei dialoghi dei soldati durante le pause tra un attacco e l'altro, ed è una morale nuda, senza filtri ideologici tipici di chi viene mandato al macello sotto il plagio patriottistico. Irvin scrive le tappe di questa battaglia fedelmente, testimoniandone le dinamiche con un'impronta stilistica essenziale ma impeccabile.
Bel film di guerra con messaggio antimilitaristico, ispirato a una storia vera. Irving ci catapulta nel mezzo della foresta vietnamita tra insetti, umidità, nemici dappertutto e ci rappresenta in modo egregio le paure, gli stati d'animo e i sentimenti di quei soldati che mostrano tutta la loro umanita, nel bene o nel male degli episodi. Ottime ambientazioni e trama che tiene incollati sino al finale.
Dei viet movie post Platoon è quello che amo di più. Fango, sangue, urla, terribili ferite da arma da fuoco (che rasentano il gore), turpiloquio e un cast di giovani - e bravi - sconosciuti. Irvin filma la "sporca guerra" come pochi, in maniera realistica e senza compromessi, ci sbatte in faccia l'orrore e la follia della guerra scaraventando lo spettatore, insieme ai suoi soldati (pura carne da macello), sulla collina "tritacarne", senza tanta retorica e orpelli inutili. Ottime le musiche di Philip Glass. Sottovalutato alla sua uscita e assolutamente da rivalutare.
MEMORABILE: I soldati imprecano contro i reporter di guerra; Un po' di relax nella sauna con le ragazze viet, Il nero "razzista", "Tenente, il suo braccio".
Il film si potrebbe dividere in due: la parte bellica (con gli attacchi per la conquista della collina) e quella relativa ai rapporti e alla caratterizzazione dei soldati, veterani e reclute. La seconda avrebbe dovuto essere la più profonda e interessante, per via delle diverse estrazioni sociali, del colore della pelle e dei diversi atteggiamenti di fronte alla morte incombente; risulta invece sviluppata con poca originalità, ricorrendo a stereotipi e forzature, più evidenti ora a distanza di trent'anni e dopo diverse cineversioni della sporca guerra.
Un classico del genere bellico ambientato nel cuore della guerra in Vietnam. Sicuramente inferiore ai classici del genere, il film si segnala per una ricostruzione molto curata e veritiera dell'assalto alla collina 937; non mancheranno sparatorie, scontri corpo a corpo, e, come la storia insegna, tante vittime. Il cast è abbastanza anonimo e ognuno recita la sua parte con professionalità senza eccellere. Non male, nel complesso.
MEMORABILE: Il soldato ascolta la registrazione della fidanzata.
Uno soldato interviene per dividere i compagni che si stanno menando: "Noi siano americani, non cominciamo le guerre, le finiamo". Se a questo si aggiungono scene come quella della audiocassetta della fidanzatina fiera e della sfuriata al giornalista, oppure l'ode agli "eroi gentili" dell'epigrafe, ecco che il film mostra la sua vera natura: la guerra è una brutta faccenda, ma va fatta senza porsi domande perché è giusto così. Ideologia a parte, lo spettacolo a base di frattaglie (umane) e ritagli (da altri film) possiede una sua rozza efficacia ma è troppo fitto di stereotipi per emozionare.
La guerra del Vietnam è stata una ferita aperta per gli Usa ed è stata raccontata da molti film, diventati oramai di culto. John Irving tenta di lavorare sulla scia di Apocalypse now, Platoon e Full metal jacket (ma le produzioni Usa ne hanno sfornati altri). Purtroppo però, John Irving si avvicina solo per l'argomento ma per il resto infila una sfilza di luoghi comuni, di personaggi mai troppo approfonditi, con scene di bassa macelleria francamente inutili. Bocciato.
MEMORABILE: Le esplosioni notturne, che illuminano a giorno la foresta.
Gruppo di soldati deve conquistare la collina 937 in Vietnam. Prima parte - con addestramento per introdurre le scene di guerra - che risulta senza mordente; qualche scena con le donne locali serve solo a raccontare le "buone" intenzioni americane. Col passaggio alla guerriglia gli scontri sono al limite dello splatter per dare un tono di assurdità al conflitto. Sconta decisamente il confronto con altri film girati meglio sull'argomento.
MEMORABILE: Il soldato che chiede dov'è il corpo del collega; La lettera audio della fidanzata.
Non certo tra le più riuscite nel suo genere, questa pellicola bellica riesce comunque a far respirare un po' di fetore da sporca guerra, dove si muore per conquistare una collina; e nei momenti di quiete qualcuno si domanda anche il perchè (inutilmente, visto che obbedire agli ordini è l'unica cosa che i soldati devono fare). Non tutto funziona; e non resterà certo in mente per particolari momenti intensi, sia verbali, che d'azione, nonostante si muoia e, spesso, nel peggiore dei modi. Ma nel complesso ha una sua dignità, data anche dalla discreta interpretazione degli attori.
MEMORABILE: "La guerra è sempre una fregatura"; "Gli hanno rimandato a casa il figlio in un sacco di gomma con scritto Membra mancanti; Il delirio del morente.
Assai sottovalutato forse perché subito successivo al mostro sacro Platoon, di cui quasi è una versione "di destra", un Berretti verdi ottantiano. Pieno di battute razziste sui musi gialli e i cappelloni hippie, scambi feroci tra fratelli neri e sudisti bifolchi, non risparmia nulla della ferocia della guerra ma senza retorica. Strepitoso nella seconda parte, con l'assurdo assalto alla collina tritacarne e con momenti quasi di commozione. Spietato, violento ai limiti dello splatter, antimilitarista ma patriottico. Ottima la soundtrack di Philip Glass. Bravi attori poco noti.
MEMORABILE: I terribili assalti alle trincee dei Viet; Worcester racconta la sua licenza a casa; La morte di Worcester; Il finale.
Schiacciato tra Platoon e Full Metal Jacket, ha risentito forse del peso di quei due successi d'autore, ma resta un'alternativa più che buona, nel genere; ci sono squarci di assoluta grandezza, mediati da altri un po' più canonici, ma nel complesso è un lavoro crudo e abbastanza realistico che si fa seguire tutto d'un fiato. Girate molto bene le scene belliche sulla collina; meno approfonditi i tratteggi psicologici, ma il cast di volti minori fa comunque un bel lavoro, regalando qualche sequenza intensa emozionalmente. Di livello anche Ost e fotografia; decisamente da rivalutare.
MEMORABILE: La carrellata sui volti in elicottero al ritmo di "We Gotta Get Out of This Place"; L'ascolto della cassetta.
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HomevideoZender • 31/03/08 10:32 Capo scrivano - 49277 interventi
Esce il 10 aprile 2008 per la Eagle la Special Edition SteelBook (IN EDIZIONE LIMITATA CON SPECIALE BOX IN METALLO) la versione rimasterizzata del film.
Audio: Ita.5.1 Ac3/Dts
Video: 16:9/1.85:1
HomevideoZender • 1/11/17 17:52 Capo scrivano - 49277 interventi
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 28 settembre 1990) di Hamburger hill - Collina 937: