Jeff Lieberman ha i suoi fans: con I CARNIVORI VENUTI DALLA SAVANA ha dato vita a orde di vermi assassini lasciando il segno, con SINDROME DEL TERRORE ha coniugato droga e horror in un mix davvero insolito. In SATAN’S LITTLE HELPER di nuovo mescola i generi trasformando l’horror in una semi parodia di se stesso. Satana, qui, si veste da Satana e approfitta della festa di Halloween per confondersi tra i ragazzini in maschera uccidendo un po' qui e un po' lì. La figura insolita è quella del suo piccolo aiutante, un ragazzino che...Leggi tutto lo incontra per strada, lo vede accatastare cadaveri e gli chiede di poter essere il suo braccio destro. Satana ammicca (non parla mai) e se lo porta dietro nelle sue scorribande... Un’idea curiosa, che impedisce al film di essere preso sul serio ma nemmeno lo abbandona nei territori della commedia sanguinaria. Resta lì nel mezzo, sospeso in un limbo strano che ai più farà gridare alla fesseria. E forse non ci siamo poi così distanti, a dire il vero. Perché l'atteggiamento della famiglia del piccolo aiutante (la madre è Amanda Plummer, la figlia una biondona popputa che si concede con fare da ragazzotta facile) si comporta in modo troppo spesso imbecille. Va bene poi credere che sotto la maschera ci sia il fidanzato della figlia, ma dopo un po', quando non si riceve alcuna risposta da uno che non accetta di togliersi il lattice di dosso, qualche sospetto dovrebbe arrivare. Un paio di belle scene “politically incorrect” (un micio spiaccicato sul muro per poter scrivere col sangue, un cieco messo sotto col carrello della spesa) ma, alla fine dei conti, un horror puerile né carne né pesce che dopo un po’ si ripete...
Osannato, premiato, ipervalutato. Halloween Killer è l'ennesima farsa (girata in economia) di quel (brutto) tipo di cinema horror che proprio non vuole saperne di addentrarsi nel contenuto del genere. Indebolito da un soggetto poco credibile (il bambino - forse scemo - convinto di parlare con Satana), ridicolizzato da un contesto d'ilarità quasi opprimente, viene menzionato per il suo contenuto blasfemo (il killer nei panni di Cristo) ma si tratta di un prodotto omogeneizzato ed edulcorato: adatto, insomma, ai minori di 16 anni... Deludente.
Onestamente una scemenza da due soldi, apprezzabile solo per la cattiveria di fondo. Odioso lo scemissimo bambino, che non si vede l'ora di vedere accoppato. Non si sa da che parte parteggiare, visto che l'idiozia generale dei personaggi non attira certo simpatia. Incredibile come il silenzioso e sempre riconoscibilissimo killer riesca a fare tutto ciò che fa e a passare inosservato con un semplice cambio di travestimento.
Se non altro divertente, questo "slasher "destinato al mercato dell’home video. Lieberman (classe ’47) recupera e replica le caratteristiche del genere citandone i classici ("Halloween") senza tuttavia prendersi troppo sul serio. Trattandosi di Katheryn Winnick e della Plummer che si lascia preferire per le sue qualità artistiche, non possiamo di certo biasimare il killer per la sua passione verso le "tette" e non solo.. Dopo una prima parte che procede in maniera spedita il film mostra la corda finendo col "Male" che si fa beffe del "bene" a colpi di maschera.
Il film di Lieberman parte da un'idea che non è male. Il contesto è la "solita" cittadina americana alle prese con la festa di Halloween. Inquietante all'inizio il diavolo che si cela dietro la terribile maschera di lattice. Non male l'idea del bambino idiota che gli fa da "spalla". Poi il tutto comincia a cadere nel banale e nel ridicolo. Ci sono alcuni momenti "sadici", ma la pellicola nel complesso non soddisfa. A volte si sfiora il trash da "Troma"... Da Lieberman io mi sarei aspettato qualcosa di più.
Con diversi scivoloni e snodi improbabili, ma anche momenti topici in cui Liebermann dimostra di non aver perso un grammo del suo spirito lisergico e dissacrante (la festa in maschera). L'idea è bellissima: realizzarla restando sul piano della verosimiglianza non era impresa facile perché i mezzi a disposizione sono esigui e alcune ambizioni naufragano nel ridicolo (l'anarchia urbana scatenata da quattro figuranti). Il mascherone demoniaco però è icastico e le musiche di Horowitz amplificano il mood ottantino. Finale che prende piacevolmente in contropiede con una svolta inattesa e spietata.
Piccolo gioiello di cattiveria e cattivo gusto ambientato in un bizzarro microcosmo dove sembra che tutti siano stupidi o quasi (bisogno chiudere un occhio su diverse incongruenze e inverosimiglianze, ma se si sta al gioco dello script il divertimento non manca). C'è un po' di tutto: gattini morti ammazzati, donne incinte e ciechi malmenati, un padre sbudellato davanti alla sua intera famiglia, senza contare piccole blasfemie (il killer mascherato da Gesù) e un finale beffardo che non poteva essere migliore. Sciocco ma decisamente godibile.
Ennesima pellicola sulla celeberrima festività in maschera, ed è ancora slasher con villain mascherato (inizialmente da diavolo, ma poi... da Gesù). Il maniaco omicida indossa sempre la maschera, non parla mai, usando i gesti per comunicare e in questo possiamo vedere, col senno di poi, delle anticipazioni di Art il clown, con un approccio meno eccessivo nello splatter (anche se qualche scena di eccesso la troviamo) e fortunatamente privato di elementi soprannaturali, sostituiti dalla scaltrezza del killer nell'evitare di farsi uccidere. Potabile, ironico ma a volte subentra la noia.
Slasher movie fuori dai canoni ironico, dissacrante, sardonico e politicamente scorretto a firma di un regista spesso sottovalutato. Annex con la sua mimica riesce a caratterizzare benissimo un killer comunque adeguatamente carismatico e Lieberman non si fa mancare un'aspra critica a un po' tutta la società moderna. Bisogna soprassedere però a qualche forzatura di troppo, qualche personaggio non completamente centrato e qualche passaggio che poteva essere gestito meglio.
Per Halloween, un ragazzino scemo si traveste da "piccolo aiutante di Satana" e, quando incontra un tizio mascherato che sbuzza e taglia gole a quanti gli capitano a tiro, è tutto lieto di mettersi al suo servizio... Per convenzione, i personaggi che popolano gli slasher in veste di vittime potenziali hanno in genere un QI basso, ma in questo film si toccano livelli tali di idiozia difficilmente immaginabili, il che rende le loro reazioni non solo inverosimili ma assurde. Film demenziale quindi? Forse era questa l'intenzione, ma tanta imbecillità risulta più irritante che divertente.
MEMORABILE: In negativo: la mamma traveste la figlia come una cortigiana scollacciata; Il bimbo pentito si giustifica dicendo che credeva fosse tutta una finta.
Lieberman, che aveva diretto il cult settantiano di vermi carnivori, torna al cinema e qui chiude la carriera. Forse per capirne il senso bisogna rifarsi al videogioco di cui è appassionato l'odioso ragazzino protagonista. Film videogame quindi, con personaggi cartooneschi, situazioni e dialoghi assurdi in cui spicca una cattiveria programmatica (donne incinte investite, paraplegiche spintonate e impiccate) e improvvise esplosioni splatter. Divertente nella prima parte, alla lunga il gioco si fa ripetitivo e annoia. Da notare una giovanissima Winnick pre Lagertha.
MEMORABILE: Il gattino accoppato a mani nude e usato come pennello; Il padre sbudellato di fronte al figlio; Satana diventa Gesù.
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