Abbandonato dai genitori da piccolo, va alla loro ricerca con un amico. Film picaresco-pauperista che tenta il raddoppio dei freaks erranti della saga di Brancaleone, spostando in età moderna una storia "stracciona". Un sottoproletariato caricaturale, fatto di pitocchi grotteschi e ambigui: idea interessante, non fosse che la realizzazione fa acqua da tutte le parti. Alla fine il film non sta in piedi e annoia, Gassman gigioneggia fuori luogo, e tutto sembra essere stato costruito proprio per dare spago a lui e a Villaggio (forse più rigoroso).
Splendido, poco conosciuto film grottesco che satirizza con perfidia tanta letteratura infantile ("Cuore", "Il giornalino di Gian Burrasca", "La famiglia de Tappetti" ecc.). Assolutamente micidiale la canzoncina che i ragazzini intonano nella sequenza della "rivoluzione" all'interno del collegio!
Funziona abbastanza bene la coppia Gassman Villaggio in questa commedia on the road ante litteram nella quale tra toni ironici e farseschi i due nullatenenti del titolo cercano i genitori di uno dei due. L'idea di partenza è buona ma la sceneggiatura non è adeguatamente sviluppata e la scelta di affidare la regia allo stesso Gassman si rivela poco azzeccata. Risultato: un film mediocre pur con qualche spunto interessante.
Una boutade simpatica ma priva di pretese artistiche quella che coinvolge due semi clochard per le vie italiche alla ricerca della madre di uno dei due. Una narrazione teatrale che vede il mattatore giogioneggiare ma mostrare anche un animo buono e Villaggio sciorinare la sua solita faccia, stavolta coperta di efelidi.
Commedia agrodolce che ha decisamente fatto il suo tempo e che purtroppo è invecchiata male, risultando ultraretorica e troppo misera nel contenuto per potersi prendere quasi sul serio, come accade verso la fine. Per fortuna, Villaggio (orfano sempliciotto) e Gassman (mago in declino dalla favella intortante) riescono quasi a tenere in piedi la baracca, che però, col passare dei minuti, inizia comunque a perdere pezzi. Da segnalare, la frase di Villaggio rivolta a Gassman: "Ero il tuo cane", che poco dopo si rivelerà vera. Un'occhiata gliela si può dare, ma giusto una.
MEMORABILE: Villaggio, salito sul rimorchio di un camion che trasporta mobili: "Che bello, è anche ammobiliato"; Buialotti: "Una padella ogni cento culi".
Il film è quasi un capolavoro e la coppia formata da Vittorio Gassman e Paolo Villaggio funziona alla perfezione nel film (oltre che nella vita reale come amici). Il film è ben fatto e ben costruito, peccato che non passi facilmente in televisione. Un film splendido e soprattutto comico e drammatico allo stesso tempo. Quasi un capolavoro.
Satira alle volte grottesca con un soggetto non certo originale ma che pur non partendo benissimo poi tiene piuttosto bene, con alcune battute notevoli di Gassman. Storie simili in altri film si sono rivelate spesso un disastro, qui invece c'è un buon amalgama tra gli attori e le altre componenenti. Tantissimi i caratteristi non accreditati (anche più del consueto).
Poco conosciuto e poco visto in tv, questo film è un'ottima commedia amara che narra la storia di due orfanelli, molto diversi tra loro come carattere ma accomunati dalla miseria, che cercano insieme i rispettivi genitori. La coppia Gassmann-Villaggio si rivela straordinariamente funzionale. Tante le scene divertenti e interessanti, così come molti sono i caratteristi (Toni Ucci, Liù Bosisio e Luca Sportelli tanto per citarne qualcuno).
Gassman si auto-dirige: carica, carica, carica e infine, purtroppo, svacca. Il limite del film è questo: la trama - peraltro - non regge, ma se il grottesco funzionasse sarebbe toppa perdonabile. Invece l'eccesso infastidisce e ben presto annoia. Sfilata interminabile di bravissimi caratteristi, sia fra gli accreditati (tra i quali Luigi Zerbinati è il migliore), sia fra gli n.c. (ci sono pure Baccaro, la Scagnetti, Sportelli e Marciani). Trucchi "magici" di Silvan, che fa una vistosa comparsata "televisiva".
Sconosciuto capolavoro di Vittorio Gassman, che realizza questa triste commedia satirico-grottesca. Un film straordinario, con molti momenti graffianti e provocatori come la contestazione e l'ospedale ma anche altri di puro divertimento. Gassman è grandissimo (anche come regista) e Villaggio superbo. Cameo di Carlo Delle Piane. Sceneggiatura e dialoghi splendidi. Amaro, commovente e molto triste. Da rivalutare assolutamente.
Da come sono truccati i visi dei protagonisti (un Villaggio buon attore ante Fantozzi e un Gassman che fa tutto quello che vuole in un film suo) si può già capire molto del film che, oltre a sciorinare una lunga serie di macchiette, fotografa anche un'Italia con le problematiche di sempre (dopo 45 anni si può dire) e l'eterno confronto tra Milano e Roma. Poteva essere un film notevole, ha momenti di grande incisività, ma Gassman non sa fermarsi e perde il senso della misura, facendo perdere interesse e dimenticare anche il buono dell'inizio.
Un film imperfetto dal punto di vista registico ma a suo modo poetico per situazioni e personaggi. Gassman autore gioca la chiave del grottesco, infarcendolo di momenti stralunati che nell'insieme coinvolgono e fanno intenerire per la sorte dei protagonisti, due disagiati in cerca dei genitori di uno dei due. Villaggio è buona spalla del Gassman attore, istrionico come sempre ma con più umanità e la sceneggiatura sa far sorridere con la giusta dose di amarezza. Bizzarro ma notevole.
È un buon film ma sarebbe stato migliore se Vittorio Gassman lo avesse girato con una struttura più chiara. Gassman interpreta uno dei suoi personaggi risaputi, ma questa volta meno cinico e più umano). Quello che sorprende è Paolo Villaggio nel personaggio del vagabondo in cerca della mamma: interpreta il suo ruolo con immensa bravura e fa davvero tenerezza. Un road movie spassoso ma con alcune sequenze banali. Finale amaro ma ci sta bene, pensandoci: non c'era altro finale da ipotizzare. Comunque un film da vedere!
MEMORABILE: Il caotico ospedale con Toni Ucci e Carlo Delle Piane infermieri; Paolo Villaggio con la febbre alta sotto il ponte.
Semisconosciuto e assolutamente geniale, un film che meritava forse persino l'Oscar. Una commedia cruda, amara, grottesca, divertente e intelligente. Gassman dirige benissimo sé stesso e un Paolo Villaggio alla sua più grande prova attoriale, prima di diventare celebre al cinema con Fantozzi. Bellissime e coinvolgenti le musiche di Fiorenzo Carpi. Da vedere.
Bizzarro film diretto da Gassman, che purtroppo calca troppo sul pedale del grottesco e dell'originale a tutti i costi. Anche la chimica tra i due protagonisti tutto sommato è poca, nonostante fossero – sembra – ottimi amici nella vita reale. La storia regge per una mezz'oretta, perdendo via via interesse con il passare dei minuti, arrivando a un finale malinconico in linea con il resto del film. Da segnalare la colonna sonora di Fiorenzo Carpi e la bellissima sequenza dei titoli di testa, opera di Pino Zac.
MEMORABILE: Gassman: "Roma: la Milano dei romani!".
Gassman, qui anche discreto regista, trova forse per la prima volta una spalla che riesce a non farsi schiacciare. Nel '72 Villaggio è un "clown" giovane quanto accorsato che disegna Agostino, fumetto lentigginoso fuori dal tempo, patetico e inafferrabile anche per il mattatore romano. Il duo sforna una favolaccia da rappezzare nei margini ma nel totale schioccante, con più di un ingrediente felliniano (il circo, le cascate di monnezza, le grosse prostitute) e infine cresimata da un'amara morale.
MEMORABILE: Il brefotrofio diretto da Liù Bosisio; L'ospedale come le malebolge; La scena dell'omosessuale.
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Nel libro autobiografico "La magia della vita" il mago Silvan (Aldo Savoldello) ha rivelato che in una scena di questo film prestò le sue mani a Gassman.
DiscussioneGeppo • 26/11/18 11:03 Call center Davinotti - 4269 interventi
Dusso ebbe a dire: L'attuale scheda di Imdb è veramente sballata,Agostina Belli non compare,alcuni ruoli son accreditati a persone sbagliate...
Visto ieri su pellicola al Mantova Film Festival dove stanno facendo anche una retrospettiva su Gassman,la pellicola in alcuni punti non era in grandi condizioni ma complice anche la piccolezza della sala mi sembrava davvero di essere nel 1972(mancava solo il fumo)
Avranno scambiato Agostina Belli per la ragazza che Gassman e Villaggio incontrano sul camion durante un passaggio. In effetti somiglia molto alla Belli.