Spensieratezza, tante belle canzoni, balli, feste, spiaggia e mare sono gli ingredienti di questo film, che tutto sommato si lascia vedere con piacere. Racconta di un'estate negli anni '60 (anche se a rivederlo oggi ricorda più l'estate degli anni '80) e nel cast figurano grandi caratteristi come Mario Carotenuto e Gianni Agus (qui davvero bravi). La colonna sonora è curata da Edoardo Vianello, Peppino Di Capri e Little Tony, presenti anche nel film nella parte di loro stessi. Ci sono anche Carmen Russo e un giovanissimo Sebastiano Somma. Non è male.
MEMORABILE: La telefonata di Olimpia Di Nardo. Little Tony che canta "Tutti frutti".
Durante una serata in discoteca due ragazzi degli anni '80 (la Vegliante, futura Rossella della 3^C e Freyberger, poi produttore TV) immaginano di vivere due decenni prima. Omaggio ai musicarelli degli anni '60, in cui i vuoti dell'inconsistente sceneggiatura sono riempiti dall'atmosfera di festa e spensieratezza sulle note di classici di Edoardo Vianello, Di Capri e Little Tony. Anche gli attori sembrano divertirsi un sacco, a cominciare dai veterani Carotenuto e Agus, che rifanno i loro ruoli più tipici, e i professionisti del ballo Russo e La Cayenne. Produce la Filmirage di Massaccesi.
MEMORABILE: Little Tony in "Tutti frutti"; La Cayenne ubriaco; i consigli di Carotenuto al nipote.
La nutrita colonna sonora è selezionata da Edoardo Vianello, che sceglie una serie di brani tratti dagli anni '60. Partecipano Di Capri, Little Tony e persino Jack La Cayenne (un cameriere). La vicenda del film (in realtà un flashback dal sapore molto nostalgico) ricorda molto i film del filone vacanziero come Sapore di mare. Buona l'interpretazione di Carotenuto. Produce e cura la fotografia Aristida Massaccesi.
Paradigma (fin dall'accostamento del titolo) del revival anni '60 che invase gli '80. Fa tenerezza ritrovare invecchiati i caratteristi "originali" (Carotenuto, Agus) e cantanti (Little Tony, Edoardo Vianello, Peppino di Capri) che pure fisicamente (ma solo quello) erano ancora "credibili". Tutto il resto invece è purtroppo insalvabile. L'effetto, sconcertante, è lo stesso sortito dai coevi "Italian Graffiati" di Ivan Cattaneo: alla villa di Agus, Vianello intona una versione dance di "Guarda come dondolo" che sembra più antica dell'originale.
MEMORABILE: La scena in cui Little Tony dimostra di NON cantare in playback!
Incipit a base di italo-disco, poi salto ai tempi di Little Tony. I giovanotti dalla recitazione catatonica (si riconosce la Rossella dei Ragazzi della 3^C) sono spiazzati dall'intelligenza superiore dei due bambini (spicca il piccolo Giovanni Frezza protagonista del capolavoro fulciano Quella villa accanto al cimitero), spietati speculatori monetari sulla pelle dei turisti tardo-adolescenti. Risalta il contrasto tra il ricco, tirchio e sbruffone imprenditore con megavilla e i ragazzi borgatari.
MEMORABILE: La ramanzina dell'imprenditore al borgataro; La caccia al tesoro e i furbissimi bambini sopracitati... con sorpresa finale!
Film esilissimo e con una trama quasi inconsistente che è sostanzialmente un omaggio ai musicarelli degli anni 60. Qui abbiamo a disposizione una schiera di giovani attori con una recitazione arrangiata e qualche caratterista sprecato (Carotenuto e Agus in primis). Colonna sonora ricca e presenza di qualche cantante come Di Capri, Tony e Vianello in ruoli marginali. Niente di che.
Tra lo spin-off di Sapore di mare e l'omaggio al musicarello anni '60, un'operazione nostalgia che non convince particolarmente; sarà che la ricostruzione d'epoca è davvero poco curata (sembra comunque di stare negli '80 nonostante la posticcia ambientazione '60s) e che la sceneggiatura è davvero poca cosa, ma il film sembra più lungo di quel che è e i siparietti cantati da Vianello, Little Tony & co. (invero tutti in discreta forma) fanno tenerezza e creano un curioso paradosso temporale. Buono comunque il cast, con tante facce note dell'epoca.
Sulle note del non memorabile brano "Le soleil" di Edoardo Vianello ("Che soleil, soleil, ammazza che soleil") la Vegliante chiede al suo ragazzo: "Chissà come ci saremmo conosciuti negli Anni '60". Sbrigato l'incipit, si passa ai farlocchi 60's italici tutti spiagge, maglioncini annodati sulle Lacoste e pini ombrelliferi che fanno ombra ai campi da tennis. Una farsa di scarso interesse - girata alla meno peggio - che ovviamente insegue la moda di Sapore di mare. Non ci si diverte e il fatto ancor più triste è che in questa squallida messinscena sono impiegati nomi altisonanti.
Insapore tentativo di agganciarsi al revival degli anni Sessanta inaugurato dai fratelli Vanzina. Film che procede davvero stancamente, con alcune pessime performance del cast (i tre giovani ragazzi) e qualche vecchio leone che si difende come può: Mario Carotenuto, ad esempio, che qui è un allenatore di boxe come ne I due assi del guantone. Tecnicamente modesto e infarcito di odiose canzonette da spiaggia, evita quantomeno la volgarità ma non offre nessun momento divertente.
Una produzione di Joe D'Amato diretta dal giornalista Mino Guerrini, una storia estiva che mescola canzoni (tantissime, una dopo l'altra) e un po' di storia d'Italia (il nobile Gianni Agus che parla dell'avvento "impossibile" del centro sinistra). E' un divertente incontro tra nostalgia e musicarelli, con una Carmen Russo strepitosa in bikini e scarpe con i tacchi sulla spiaggia.
MEMORABILE: L'hully gully ballato sulla spiaggia con Vianello che canta.
Claudia Vegliante HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneGeppo • 24/03/11 11:48 Call center Davinotti - 4356 interventi
Markus ebbe a dire: Vedo nel cast il mio mito Claudia Vegliante!
E come no, la protagonista in assoluto. Credevo che lo conoscessi 'sto film, Markus!
Sono anche daccordo con Dusso: È decisamente un film riuscito, grazie alla presenza di Mario Carotenuto e Gianni Agus.
DiscussioneDusso • 24/03/11 12:20 Archivista in seconda - 1923 interventi
Lo vidi a giugno 2006 me lo ricordo pochissimo,ho da qualche parte una registrazione dell'epoca da Mediaset,per quel che ricordo c'era un Carotenuto in forma e qualche scena carina,insomma lo ricordo come un prodotto dignitoso.La Vegliante invece non mi ha mai detto molto per la verità...
Zender ebbe a dire: Io dico semplicemente che nessuno dei distributori mai avrebbe immaginato che per un film così qualcuno si sarebbe preoccupato del fatto che plaia è scritto con la i invece della y.
Questo vale per un sacco di cose. Chi una volta pensava che qualcuno si sarebbe divertito a riconoscere gli n.c.? O i registi n.c., che sono molti di più di quanto si crede?
E chi, nel 1700, pensava che si sarebbero scritti fiumi di inchiostro per discernere la mano di Francesco Guardi da quella del fartello Antonio o da quella del figlio Giacomo?
La gente (registi, produttori, pittori...) lavora per mangiare, non per farsi catalogare.
Ho un'altra ipotesi.
Per non pagare i diritti relativi alla canzone, lo hanno storpiato apposta. Due volte.
Ipotesi suggestiva, ma precauzione inutile:
i titoli di canzone in Italia non sono protetti da copryght. Qualche anno fa, quando uscì Notte prima degli esami (prodotto dall'ex-moglie Simona Izzo) Venditti si arrabbiò molto e lanciò una raccolta di firme tra gli associati SIAE per la tutela del titolo: non se lo filò nessuno...
La cosa rafforzerebbe la mia ipotesi. In questo modo si sarebbero cautelati da azioni di questo genere. Per stare al sicuro, insomma.
Sapremo mai la verità...?
DiscussioneZender • 24/03/11 15:32 Capo scrivano - 48848 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Io dico semplicemente che nessuno dei distributori mai avrebbe immaginato che per un film così qualcuno si sarebbe preoccupato del fatto che plaia è scritto con la i invece della y.
Questo vale per un sacco di cose. Chi una volta pensava che qualcuno si sarebbe divertito a riconoscere gli n.c.? O i registi n.c., che sono molti di più di quanto si crede?
E chi, nel 1700, pensava che si sarebbero scritti fiumi di inchiostro per discernere la mano di Francesco Guardi da quella del fartello Antonio o da quella del figlio Giacomo?
La gente (registi, produttori, pittori...) lavora per mangiare, non per farsi catalogare. Soprattutto non ci pensava chi girava film di questo tipo...
Zender ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Io dico semplicemente che nessuno dei distributori mai avrebbe immaginato che per un film così qualcuno si sarebbe preoccupato del fatto che plaia è scritto con la i invece della y.
Questo vale per un sacco di cose. Chi una volta pensava che qualcuno si sarebbe divertito a riconoscere gli n.c.? O i registi n.c., che sono molti di più di quanto si crede?
E chi, nel 1700, pensava che si sarebbero scritti fiumi di inchiostro per discernere la mano di Francesco Guardi da quella del fartello Antonio o da quella del figlio Giacomo?
La gente (registi, produttori, pittori...) lavora per mangiare, non per farsi catalogare. Soprattutto non ci pensava chi girava film di questo tipo...
Senz'altro. Ma ci sono stranezze anche più in alto: si pensi a Schock di Bava.