Storia di due famiglie molto diverse per classe sociale, cultura e mentalità (l'una di intellettuali progressisti e in difficoltà economiche, l'altra di ricchi borghesi conservatori)nell'Inghilterra dei primi anni del '900. Tratto da un romanzo di Foster, il film di Ivory si caratterizza per l'ottimo lavoro di caratterizzazione psicologica dei personaggi e per l'impeccabile messa in scena con particolare cura per costumi e scenografia. Il cast è assolutamente impeccabile.
Uno dei migliori lavori di sempre firmati da Ivory. Dietro la perfezione formale (due Oscar meritati: scenografie e costumi), spesso fine a se stessa nei film di questo regista, stavolta c’è anche della sostanza. Una storia interessante ed intensa, impreziosita da un grande cast in ottima forma, con la Thompson premiata alla notte degli Oscar. Da vedere sia per chi ama il genere che per gli altri.
Assistere a Casa Howard è come ammirare uno di quei graziosi panorami inglesi di fine Ottocento, dove le persone dipinte sono troppo lontane per essere riconoscibili, mentre l'ambiente in cui sono immerse domina su tutto. Per via della quantità e rapidità degli eventi narrati, i personaggi che James Ivory mette in scena rimangono bidimensionali e non riescono mai ad uscire dal quadro per venire incontro allo spettatore. Ovviamente - come negli standard del grande regista - grande fotografia, accuratissime scenografie e sfolgoranti costumi.
Incontro/scontro fra due famiglie dalla mentalità molto differente, ma tutta all'interno degli usi e costumi della buona borghesia, ai quali si sottrae il solo personaggio di Helen. Dal bel romanzo del suo prediletto Edward Morgan Forster, Ivory trae il soggetto per un film figurativamente elegante, curatissmo in ogni dettaglio, interpretato da un cast appropriato ed ineccepibile nei rispettivi ruoli, ma anche piuttosto distaccato, poco coinvolgente, soprattutto se confrontato con un altro suo film girato un paio d'anni dopo con la stessa coppia protagonista, ossia Quel che resta del giorno.
Attorno a una proprietà terriera si dipanano le storie di tre famiglie. Sullo sfondo di un’Inghilterra che spazia tra aristocratici e poveracci, Ivory descrive al meglio le classi sociali. Impietoso con gli arroganti altolocati, moderno con gli illuminati borghesi e orgoglioso col popolo. Cast che esprime le sfaccettature di relazioni senza sentimentalismi inutili: la Thompson riesce a far ruotare attorno a sé l'intera storia. Eccellenti ricostruzioni storiche con una fotografia non troppo d'annata.
MEMORABILE: Il testamento bruciato; Hopkins che sfugge alle domande su una sua amante.
Le vicende quotidiane di tre famiglie di diversa estrazione sociale si intrecciano nell’Inghilterra d’inizio Novecento. Suntuosa ricostruzione d’epoca di una società spietata, settoriale e classista. Finalmente supportato da mezzi adeguati e con a disposizione un cast di altissimo livello, il regista inglese firma una delle sue opere più riuscite. Resta una certa freddezza narrativa, riscattata però dalla bellezza dei costumi e delle scenografie curate in modo maniacale. Per Ivory si tratta del terzo adattamento di un romanzo di E.M. Forster.
MEMORABILE: Leonard schiacciato da uno scaffale di libri; La distruzione del biglietto testamentario; La ricomparsa a Casa Howard di Helen incinta.
Impeccabile ricostruzione dell'Inghilterra dei primi del Novecento, con le prime automobili in strada, per l'adattamento in pellicola dell'omonimo romanzo di Edward Morgan Forster, firmato James Ivory. Tre famiglie di diversa estrazione sociale, legate, però, a una casa (quella del titolo) e le conseguenze a cui tali diversità possano portare. Naturalmente non siamo di fronte a un prodotto di facile consumo (si rischia più volte di addormentarsi), ma la messinscena è di fattura più che buona. Ottimo il cast.
Tecnicamente realizzato benissimo, con una cura formale incredibile e una recitazione di alto livello. Però il film lamenta una certa freddezza che lo rende assai meno riuscito rispetto al successivo lavoro dello stesso Ivory con la coppia Hopkins/Thompson. La storia degli incontri/scontri tra i membri di due famiglie dell'alta borghesia inglese non riesce ad appassionare, e questo risulta un limite non da poco, anche considerando la sua notevole lunghezza (qualche decina di minuti in meno avrebbe giovato).
Tratto dall'omonimo romanzo. Dramma inglese con sfumature socio politiche: il "conflitto" di classe fra alta e piccola borghesia. Film più che raffinato, coinvolgente e mai noioso nonostante una durata monstre di quasi due ore e mezza. Emma Thompson (premiata con l'Oscar) è bravissima (si apprezza di più, però, in versione originale). Discreta la colonna sonora.
Non v'è dubbio che negli anni '90 Ivory sia stato punto di riferimento per chiunque (per convinzione o moda) si piccasse d'esser un cinefilo raffinato. Nella cosmogonia ottocentesca creata dall'autore inglese, quest'ulteriore riduzione di Forster corrobora la solitamente straordinaria attrazione visiva (le scenografie della Arrighi, i colori di Pierce Roberts) con un discorso di classe che ha il merito di mantener il suo crudo moto di condanna senza scadere nella tesi precostituita. Merito dell'alchimia Thompson/Hopkins e di una Redgrave che "detta" le ragioni della trama.
MEMORABILE: I colloqui tra la Thompson e la Redgrave; Il consiglio di famiglia in cui si decide di non rispettare le ultime volontà della madre.
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HomevideoRocchiola • 27/11/18 08:39 Call center Davinotti - 1320 interventi
Uscito nel 2017 in BD nella serie "Indimenticabili" curata dalla Eagle (quella con la custodia dorata per intenderci). Non so quale master possano aver utilizzato (il migliore sulla piazza è quello della Criterion del 2009 ma ho dei dubbi che si tratti di quello), ma in ogni caso l'immagine in formato panoramico 2.35 è pulita e presenta una buona definizione che rende abbastanza dettagliate le ricche scenografie del film. Buono anche l'audio italiano DTS 2.0.