(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) La rivoluzione in questione è quella messicana zapatista affrontata, com'è ovvio in casi del genere, molto approssimativamente. L'accoppiata Gassman-Villaggio (già proposta qualche mese prima in SENZA FAMIGLIA, NULLATENENTI CERCANO AFFETTO) si rivela azzeccata fin dal principio, con la straordinaria mimica del futuro Fantozzi che fa da contraltare (e il termine è azzeccato, visto che interpreta un sacerdote) al consueto istrionismo dell'attore più "teatrale" d'Italia, con i residui di un cinema comico basato ancora sul dialetto...Leggi tutto (Gassman) affiancati alla nuova comicità che fa della lingua italiana l'unico idioma espressivo (Villaggio). Al di là di questo il film si lascia vedere senza entusiasmare troppo, raggiungendo anzi momenti di assoluta noia (difetto raramente evitabile nelle "commedie in costume"), lasciando intendere quanto il regista Sergio Corbucci abbia puntato tutto sulle improvvisazioni clownesche dei due protagonisti. Villaggio, all'epoca non ancora prigioniero della balbuzie tipicamente fantozziana, si destreggia bene imponendo il suo personaggio di prete poco convinto e opportunista ma a volte capace di gesti umanissimi, Gassman ricicla il suo cliché di capocomico arrogante e codardo. Se si ride, comunque, il merito va ascritto esclusivamente a loro due, non certo a una sceneggiatura scialba e zeppa di gag già viste.
Bizzarra commedia travestita (o parodia?) da spaghetti-western, genere di cui, specie nella sua variazione brillante, Corbucci era maestro. Tra momenti di noia dati da una trama stiracchiata e da un Villaggio un po' fuori posto, non mancano alcuni momenti divertenti, ma è l'amalgama che non è dei migliori.
MEMORABILE: Gassman che divide i ruoli alla sua compaglia teatrale (del tipo "te fai il prete, la vecchietta, il neonato e ormai che ci sei la cortigiana!").
Film non completamente riuscito ma che regala alcuni momenti di divertimento grazie sopratutto alla bravura degli interpreti (Gassman su tutti, ma anche Villaggio non è male). La rivoluzione messicana di Emiliano Zapata è, ovviamente, solo uno sfondo per far agire i personaggi in situazioni "assurde" tra comico e drammatico. C'è anche Riccardo Garrone nel ruolo di un nipote di Giuseppe Garibaldi, che cerca di emularne le gesta nel nuovo mondo. Diciamo che 2 pallini e mezzo ci possono anche stare, di più no.
Sergio Corbucci mette insieme due grandi attori quali Gassman e Villaggio durante il periodo della Rivoluzione Messicana. Gassman interpreta un attore di teatro (è quindi a suo agio), mentre Paolo Villaggio un prete. Il primo punta tutto sulle battute e gli scioglilingua scaramantici, mentre il secondo è l'unico dei due che usa molto le gag slapstik e le cadute. Quasi un capolavoro.
MEMORABILE: L'incontro fra i due; Paolo Villaggio che dà un colpo di croce in testa alla guardia; il finale emozionante.
Commedia piacevole ma povera di sceneggiatura: sembra che l'intera vicenda ruoti intorno alle ripetute esecuzioni fallite dei due protagonisti, senza interessarsi poi molto alla rivoluzione messicana. Fortunatamente i due in questione sono un Gassman giustamente (per una volta) esagerato e un Villaggio perfetto nella parte del prete, quando ancora poteva definirsi attore e non macchietta. Le risate e il ritmo del film dipendono interamente da loro e se le gestiscono da grandi professionisti. Simpatico, ma non essenziale.
MEMORABILE: L'arrivo dei bambini al convento delle suore; "Io muoio solo per finta e mi ci pagano pure!"
Un istrione come Gassman e un'ottima spalla come Villaggio sono l'arma vincente di questa pellicola, dove i loro botta e risposta ne costituiscono la linfa vitale. Gassman è quello che regge il peso maggiore della baracca filmica (quando deve fare Garibaldi: "Credevo che fosse morto...ma avrà 112 anni!"). Mentre Villaggio, pur con certi limiti, non fa comunque mancare il suo valido apporto (l'anima candida al cospetto di un furbone che ubriaca con la favella e che ricorda un po' l'altro poveraccio interpretato da Gassman ne La Grande Guerra ). Meritevole di visione, con allegrezza e leggerezza.
MEMORABILE: Il messicano di Villaggio: "El teatro el ghe fa schifo al cardinal"; Gassman presenta l'attrice: "Il suo nomignolo è ogni botta un tacchia"; Il finale
Erano i lontani anni '70, forse il periodo più creativo e divertente del cinema italiano. Corbucci va probabilmente a riprendere la coppia Brancaleone - Thorz di due anni prima e la sbatte in Messico, in una rivoluzione in cui nessuno dei due vorrebbe prendere parte. Tra equivoci e momenti gustosi si ride, sorride, raramente ci si annoia. Si rimpiange anche quel cinema in cui autori e attori si divertivano sul serio ed erano capaci di confezionare film che, pur senza pretese, riuscivano nel loro intento.
Un grande risultato di Corbucci, forse uno dei pochi a essere riuscito a calare personaggi normalissimi e italianissimi in un'atmosfera da spaghetti western. Gassman è l'attore di teatro vigliacchetto e affabulatore, Villaggio è il sacerdote puro e ingenuo (molto bravo, ma comunque in un ruolo di spalla): i due insieme funzionano molto bene e regalano duetti divertenti. La bella colonna sonora di Morricone e il finale inaspettato lo elevano al di sopra della media. Notevole.
Me lo ricordavo meno riuscito, invece rivedendolo devo dire che è davvero un bel film, questo di Corbucci, una commedia assai divertente ambientata durante la rivoluzione messicana ma con due personaggi italiani. La pellicola non è perfetta, ma comunque ha dei grandi momenti di comicità e un finale azzeccato. Il merito di tutto questo è della straordinaria coppia Gassman istrione e affabulatore e Villaggio prete buono e ingenuo, che insieme danno vita a duetti a dir poco esilaranti. Bellissima la OST di Morricone. Da vedere assolutamente.
MEMORABILE: Gassman quando deve fare Garibaldi: "Ma io credevo fosse morto.. c'avrà 112 anni!"; Villaggio che mangia un panino di nascosto; Il finale inaspettato.
Corbucci chiude la sua trilogia messicana con una commedia zapatista che le grandi prove di Gassman e Villaggio trasformano in un vero e proprio monumento alla cialtronaggine. Il budget è di quelli importanti e permette belle location e un'abbondante dose di spettacolarità, mentre la sceneggiatura di buon livello garantisce una visione piacevole senza momenti di stanca. Ottime le prove anche di Garrone e Fajardo, ma tutto il cast è in gran spolvero con le facce giuste anche nei ruoli minori. Un film decisamente bello, che meriterebbe una riscoperta e maggiore visibilità televisiva.
MEMORABILE: "Me volevi rubbà er finale, ma il finale è tutto mio. Guarda che morte che sto a ffà!" (Gassman).
Purtroppo il grande talento di Sergio Corbucci e di due signori attori come Vittorio Gassman e Paolo Villaggio è completamente sprecato all'interno di un film che vuole spingere il western italiano sempre più verso il picaresco ma che non riesce mai a decollare. Peccato perché l'idea di base era buona; ma tutto suona falso e forzato e anche il cattivissimo Fajardo qui non riesce a essere credibile.
Sergio Corbucci HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàFabbiu • 3/09/10 16:20 Archivista in seconda - 661 interventi
Divertente curiosità che racconta Villaggio a straucult: tutto il team del film viene a conoscenza del fatto che ben due mesi di riprese.. in realtà non sono mai state girate per un guasto ai macchinari; lo stesso materiale è stato rifatto in 22 giorni
CuriositàZender • 23/09/12 19:08 Capo scrivano - 48848 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: