Bromo and Juliet - Corto (1926)

Obbligato a recitare il ruolo di Romeo per sposare la ragazza che ama, Charley Chase (che è astemio) finisce con l’ubriacarsi e va in scena ebbro. La trasformazione della tragedia in farsa scatena l’ilarità del pubblico. Comica di oltre ventitré minuti imperniata su Chase, alto e sempre distinto, per cui fonte di sorriso quando l’alcool fa il suo ripetuto effetto, per strada e sul palcoscenico. Abbastanza divertente, insomma. Hardy (che, vedendo Chase in calzamaglia, crede che sia gay, “bromo" in antico gergo) impersona un tassista che non viene pagato, come in A bankrupt honeymoon.

Una serie di infauste circostanze portano il protagonista a recitare ubriaco in una serata shakespeariana, inseguito dalla polizia e dal tassista creditore. Il plot della comica è strampalato ma simpatico, ed è ben retto da Chase, gentleman imbranato. Se la prima parte della pellicola riserva alcuni momenti simpatici, la seconda - che si svolge in teatro – si sbizzarrisce in brevi sketch di parodia delle opere elisabettiane con discreta arguzia. Non si ride troppo, ma ogni tanto il sorriso esce per la bizzarria delle situazioni.

Discretamente divertente. Forse leggermente lungo, ma con trovate efficaci, come le entrate in scena dei vari protagonisti che trasformano le tragedie scespiriane  in farse (involontarie) con gradimento del pubblico. Bravo Chase, che attraversa la pellicola sempre con aria distinta, e simpatico il ruolo di Hardy, tassista che esige di essere pagato. Molto dinamica la regia di McCarey, che eleva il corto dalla massa di prodotti simili coevi.