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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/12/21 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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Capannelle 11/12/21 10:45 - 4451 commenti

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Girato in un efficace bianco e nero, è un racconto dell'Irlanda anni 60 all'inizio delle lotte di strada tra cattolici e protestanti. Vanta un cast niente male tra cui la Dench in un ruolo però secondario e il piccolo Buddy (Jude Hill) capace di trainare le sequenze col suo candido faccino. Branagh ha il merito di caratterizzare diverse inquadrature, puntare sulle musiche d'epoca e tentare un sentito affresco di quegli anni tumultuosi, ma sembra accontentarsi e non volere modulare più di tanto il pathos della vicenda (che rimane focalizzato sui rapporti tra i familiari di Buddy).

Leandrino 14/12/21 09:57 - 516 commenti

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Scanzonato, poi duro, poi ancora serio e di nuovo scanzonato. Un film che, non fosse tanto abusato il termine, si definirebbe "lettera d'amore". E' questo che Branagh elabora, raccontando la sua città nel mezzo del conflitto nord-irlandese durante un'infanzia semi-biografica della quale vorrebbe conservare piuttosto un ricordo caloroso. Non c'è un attimo, in effetti, in cui si rimanga indifferenti di fronte al ricordo di un'umanità semplice e benevola, sebbene a tratti si rischi l'effetto cartolina "nostalgica". Forse, invece, il colore "magico" del cinema è di troppo.

Myvincent 28/02/22 07:49 - 3803 commenti

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La guerra civile in Irlanda del nord fra protestanti e cattolici vista dagli occhi di un bambino spensierato che sarà testimone e parte attiva di un cambiamento nelle abitudini della sua famiglia e di tanti suoi concittadini. Il racconto inizia troppo "leccato" e laccato su un piano espressivo, continuando a indugiare in un sentimentalismo che risuona complessivamente vuoto oltre che artificioso. Bei visi, bei corpi, bei sorrisi e alla fine poca vera introspezione. Judi Dench è la ciliegina sulla torta.
MEMORABILE: Le lunghe e belle gambe sempre in vista di Caitriona Balfe.

Xamini 13/03/22 22:07 - 1264 commenti

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L'inizio dei disordini tra cattolici e protestanti negli anni '60 è solamente lo sfondo, il background, il contesto che Branagh utilizza per raccontare la sua infanzia, i suoi ricordi e la sua lettera d'amore a Belfast. A dispetto delle circostanze, i tratti della vicenda sono scanzonati, leggeri, il sorriso affiora più spesso di quanto non si creda, mentre il bianco e nero gioca coi dettagli confezionando una serie di inquadrature didascaliche sì, ma deliziose nel trasportare tutto l'affetto del regista per la sua terra. In questo senso Jude Hill e la sua famiglia sono meravigliosi.
MEMORABILE: Il detersivo biologico; Il duello; L'ordine dei banchi; Il nonno e i suoi oggetti.

Lou 13/03/22 16:55 - 1124 commenti

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Branagh realizza un'opera autobiografica molto sentita, curata nelle immagini e nelle inquadrature, impreziosita dall'inevitabile e splendida colonna sonora con i brani di Van Morrison. La violenza della guerriglia civile tra protestanti e cattolici è vista attraverso gli occhi del regista bambino e della sua famiglia, in un quadro intimistico suggestivo ma un po' stucchevole, con primi piani insistiti e ritmo alquanto lento.

Caesars 15/03/22 16:28 - 3829 commenti

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Branagh ci regala un grande ritratto della Belfast degli anni infuocati con scontri tra cattolici e protestanti. Nel farlo usa lo sguardo di un bambino di 9 anni (la stessa età che aveva il regista all'epoca in cui si svolgono i fatti) e questo dona alla pellicola un'aura particolare mista di tenerezza e nostalgia. Ottimi tutti gli interpreti (il cinema britannico difficilmente delude sotto questo aspetto) a cominciare dal giovanissimo protagonista. Certo alcune cose paiono un po' esagerate (la meraviglia dei genitori che vedono Citty citty bang bang) ma il film merita, eccome.

Paulaster 21/03/22 10:04 - 4544 commenti

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Branagh rende omaggio a chi ha vissuto il periodo caldo dei disordini a Belfast attraverso l’infanzia di un bambino. Stilisticamente il film è lezioso nel ricercare il punto di vista del piccolo protagonista e si fa preferire nei dialoghi coi nonni, oppure nella descrizione dello humor irlandese. Non un film politico in senso stretto, mentre la morale suggerisce che si sarebbe potuto vivere nel rispetto reciproco. Si nota la mano teatrale del regista negli accenni cinematografici e nella figura del prete a richiamare Orson Welles.
MEMORABILE: Il film con Raquel Welch; Sull’autobus per l’aeroporto; Il supermercato saccheggiato; "Everlasting Love".

Jdelarge 25/03/22 11:43 - 1000 commenti

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Un buon film che ha il pregio di narrare una vicenda complessa e struggente dal punto di vista innocente e per certi versi ingenuo di un bambino, che in maniera spontanea, dettata da un innato istinto di sopravvivenza, fonde cinema e realtà, probabilmente per rendere quest'ultima più sopportabile. Bella la fotografia e coerente la sceneggiatura, che non spinge mai sul sentimentalismo.

Hackett 26/03/22 09:21 - 1868 commenti

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Racconto di ricordi, nostalgie e affetti del grande regista irlandese che qui ci porta per mano a sbirciare i suoi ricordi di fanciullo nella turbolenta città natale. Senza porsi l'obbiettivo di commuovere per forza, Branagh riesce a dirigere con leggerezza un racconto ricco di emozioni, tratteggiando personaggi memorabili anche grazie ad un cast perfetto. Ottimi l'impianto quasi teatrale della scenografia e la fotografia di un b/n raffinato, che vira al colore solo grazie al cinema e alla prosa.

Daniela 22/05/22 23:40 - 12814 commenti

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Il bianco e nero dei ricordi per rievocare la vita in un quartiere popolare di Belfast nel 1969 attraverso gli occhi del piccolo Buddy, la cui famiglia protestante non ha problemi di convivenza con i vicini cattolici e per questo rischia di essere presa di mira dai militanti lealisti... I risvolti favolistici di certi passaggi sono giustificati proprio dal punto di vista adottato e il sentimento prevalente è quello della nostalgia per un mondo in cui i legami familiari tra generazioni diverse erano forti e formativi.  Regia sensibile, grandi interpretazioni, un bel film.
MEMORABILE: Il nonno insegna al nipote come "truccare" le cifre nei compiti di matematica.

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Kinodrop 25/05/22 20:34 - 3057 commenti

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Sullo sfondo delle faide e controfaide che insanguinarono l'Irlanda del Nord negli anni '60, si colloca questa storia familiare vista attraverso gli occhi di un adulto (il regista) che rievoca una parte della sua infanzia. Questo taglio relega su un piano secondario la drammaticità di quegli anni per mettere in luce gli aspetti psicologici e sentimentali dei personaggi, in particolare del piccolo Buddy, seguendo una linea narrativa old style stilizzata e con poco mordente. L'insieme vale soprattutto per la qualità del cast (Hill e Dench su tutti) e per la sapiente fotografia.
MEMORABILE: La predica sul bivio; I nonni di Buddy; Restare o andare.

Galbo 30/05/22 13:42 - 12465 commenti

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Personale e riuscito “amarcord” di Kenneth Branagh che rievoca i luoghi del cuore e in particolare la città dove, nonostante le pesanti tensioni sociali, è stato felice. L’affetto della rievocazione è palpabile in un film che commuove lo spettatore per lo sguardo partecipe del regista, la felice ambientazione, la straordinaria prova del cast (a cominciare dal giovanissimo protagonista) e la scelta della colonna sonora. Da vedere.

Nando 13/10/22 17:01 - 3838 commenti

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L'inizio degli scontri tra lealisti protestanti e cattolici nella Belfast del 1969 visto con gli occhi di un bambino. Una narrazione asciutta che alterna momenti drammatici ad altri tendenti al fiabesco. Dialoghi ben realizzati e struggente colonna sonora di Van Morrison. Una pellicola che Branagh realizza con attenzione utilizzando uno splendido bianco e nero.

Jandileida 1/11/22 23:10 - 1588 commenti

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Branagh narra l'esordio dei Troubels tirando fuori dalla rada della memoria un film pacato e ben fatto, che spinge qua e là sul pedale dello smielato e del favolistico ma che tutto sommato tiene dritto il timone. Protagonista un piccolo Kenneth che a nove anni osserva con i suoi occhi i cambiamenti della società e le tensioni che essi causano nella sua famiglia. Il commovente rapporto con i nonni vale quasi da solo la visione, così come le ottime prove di tutto il cast. Bianco e nero corretto ma assai patinato. Cura Truffaut per le lunghe, sinuose, ipnotizzanti gambe della Balfe.

Giùan 26/11/22 10:58 - 4678 commenti

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Di contraddittoria coerenza, come nello stile talora ostentatamente eclettico di Branagh, il quale si cimenta qui in una sorta di operazione ponte tra il capolavoro di Boorman e la redenzione di Daldry. Non c'è dubbio che dal punto di vista strettamente cinematografico tutto funzioni, dal coinvolgimento emotivo, ai dialoghi, passando per la recitazione e il punto di vista di Buddy. Ciò che il film "buca" invece è, per quanto consapevolmente e in qualche modo necessariamente, la necessità storica, affidandosi ad empatici eccessi "cartolineschi" (l'esemplare bellezza di Dornan e Balfe).
MEMORABILE: Buddy e il nonno: Citty citty bang bang;

Pigro 31/12/22 09:07 - 9811 commenti

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Bellissima fotografia, immagini laccate e ineccepibili: il film è tutto qui. Poi, certo, c’è la memoria degli scontri a Belfast nel ’69, visti attraverso gli occhi di un bambino che mescola il suo mondo infantile e quello familiare nella complessità sociale in cui è immerso. Ma lo sforzo del regista, al solito, pare tutto verso la confezione, che anche nei momenti di maggior pathos o intensità, si bea della sua bravura con l’obiettivo di inanellare riprese da antologia. E così la pur encomiabile ispirazione civile finisce per essere leziosa.

Gottardi 26/09/23 14:52 - 396 commenti

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Sullo sfondo degli scontri tra cattolici e protestanti che degenerano in guerriglia urbana, le vicende di una famiglia proletaria vista con gli occhi del figlio più piccolo. Una chicca, questo film in cui Branagh sembra quasi Loach, ma con più tenerezza e una (forse un pelino eccessiva) tendenza al calligrafico. Antimilitarismo e idiozia delle divisioni ideologico-religiose sono tratteggiati con umorismo che ne fa risaltare ancor più l’assurdità. Molto bravo il piccolo protagonista, che rievoca con nostalgica efficacia l’infanzia del piccolo Branagh.

Aco 18/10/23 13:17 - 221 commenti

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Aver utilizzato il bianco e nero per raccontare un periodo difficile della storia di Belfast è senza dubbio una scelta che ha contribuito al successo del film, come quella di narrare le vicende da un punto di vista meno comune ovvero da parte di una famiglia irlandese di religione protestante che non intende schierarsi con gli unionisti contro i cattolici. Fotografia accurata, personaggi a tutto tondo e un po' di humor britannico contribuiscono a fare di questo un piccolo capolavoro.
MEMORABILE: Le idee retrò della nonna sullo sbarco della Luna e in genere sul mondo a lei contemporaneo.

Enzus79 7/02/24 22:07 - 2994 commenti

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I tumulti sociali e il conflitto protestanti/cattolici a Belfast visti attraverso gli occhi del piccolo Buddy. Film meno impegnato di quello che ci si aspetterebbe, ma non per questo meno riuscito. Il dramma storico della città non viene forzato più di tanto, dando largo spazio alla vita familiare del protagonista (molto apprezzabile l'interpretazione di Jude Hill). Efficace la regia di Branagh, qui anche sceneggiatore.

Cotola 12/02/24 09:34 - 9187 commenti

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Film che racconta molto bene l'infanzia del protagonista nella Belfast dilaniata dagli scontri civili dei protestanti contro i cattolici. Ci si trova così dinanzi a un amarcord pieno di amore e tenerezza, nonostante un contesto oggettivamente difficile, per le proprie radici, per la propria terra, per il proprio quartiere. Forse la sceneggiatura pecca un po' nel non far sentire appieno il peso di una situazione molto drammatica, ma ci può stare poiché la storia è filtrata dagli occhidi un bambino. Belle le dichiarazioni d'amore, a colori, al cinema. Buona la prova del cast.
MEMORABILE: Le scene al cinema o quelle in cui i protagonisti guardano vecchi western alla tv.

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Pinhead80 27/04/24 09:50 - 4949 commenti

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Kenneth Branagh, mostrandoci i disordini del 1969 a Belfast nell'Irlanda del Nord visti con gli occhi di un bambino di nove anni, dà vita a un film autobiografico che racconta un pezzo di storia che difficilmente si può scordare. L'utilizzo del bianco e nero è una delle tante scelte riuscite, così come non esagerare nelle scene cruente per dare più risalto alle dinamiche familiari che regalano scorci di quotidianità all'interno di un clima di forte tensione politica. Come si evince dall'opera le strade da seguire non devono essere per forza solamente due. Un film personale e sentito.
MEMORABILE: I dialoghi "filosofici" tra il nonno e il bambino.
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