Autobiographical scene number 6882 - Corto (2005)

In questo cortometraggio di Ruben Östlund possiamo osservare un gruppo di ragazzi su di giri che cercano di dissuadere uno di essi a lanciarsi da un ponte altissimo per atterrare in acqua. Il regista dimostra ancora una volta tutte le sue qualità artistiche grazie a una messa in scena asciutta ma incisiva che racchiude in sé un messaggio molto potente. La tensione è palpabile, nonostante il tutto avvenga nel giro di pochi istanti. Impossibile non rimanere col fiato sospeso nella speranza che non succeda l'irreparabile. Una chicca assolutamente da non perdere.

Un tuffo dal ponte per dimostrare il coraggio: le dinamiche del condizionamento di gruppo, il controllo sociale, il machismo si concentrano in un cortometraggio di pochi minuti girato come un documento casuale, con la fotografia slavata di una pallida estate scandinava e con i gruppi umani ripresi da lontano come da una telecamera di sorveglianza o da un lontano videoamatore, a sottolineare l’impressione di "realtà", allontanando l’identità dei protagonisti in una percezione collettiva. Intrigante, sottile, algidamente tagliente.

Corto di Ostlund che risulta essere quasi una sorta di appendice del precedente The guitar mongoloid. Qui vediamo un gruppo di persone passeggiare su un ponte da cui una di loro si vuole tuffare in acqua, da un'altezza considerevole. Lo farà o meno? Se sì, ne uscirà incolume? Al di là di questi interrogativi, ciò che è veramente interessante è la capacità dei analizzare le dinamiche del gruppo e i suoi condizionamenti che spesso sarà alla base di alcune future opere del regista. Sotto questo punto di vista lo svedese mostra già di essere cresciuto rispetto all'opera precedente.