“Domenica è sempre domenica” era la sigla di chiusura del “Musichiere”, gioco a premi del sabato sera che dal 1957 al 1963 stregò milioni di Italiani con la formula che prevedeva concorrenti seduti su una sedia a dondolo, muniti di speciali scarpette di gomma, che dovevano indovinare il motivo suonato dall'orchestra e correre verso una campanella annunciandone il titolo. Un'idea di successo (importata dall'America) che fece epoca, così come il bravo conduttore della trasmissione, Mario Riva, che con ironia pungente introduceva giochi e ospiti. Il film di Camillo Mastrocinque racconta le vicende di tre concorrenti e delle persone che con loro si...Leggi tutto relazionano: ci sono Maria Luisa (Lorella De Luca), figlia di genitori scialacquatori (lui è uno splendido Vittorio De Sica che riprende l'abituale macchietta nel nobile giocatore d'azzardo senza una lira) che gareggia solo per salvare la famiglia dal lastrico; Lisa (Yvette Masson), domestica in casa di una coppia (lui e Ugo Tognazzi, sprecato in una parte scema) e col pallino della musica; e poi soprattutto Alberto (Sordi), industriale di Frosinone con l'hobby del bel canto e convinto di esser pronto ad andare in televisione. E’ lui, senza dubbio, il personaggio più azzeccato: grazie all'abituale immodestia e al suo fare estroverso e invadente, Sordi è il vero motore comico del film (che quando non lo vede in scena cede di frequente). La sua storia è quella di concorrente raccomandato dal cantante Rai Achille Togliani (nella parte di se stesso), che lo propone a Riva per avere il tempo di sedurgli la bella moglie. Il finale “live” in trasmissione arrivo un po' tardi e delude, anche se Riva è simpatico è trascinante. De Sica è impagabile quando si gioca a poker le bollette con l'ufficiale giudiziario.
Sfruttando la celebre trasmissione di Riva come pretesto, Mastrocinque mette in piedi una bella commedia ad episodi intrecciati, tenuta in piedi dai suoi mattatori. Il migliore è sicuramente De Sica, impareggiabile con la sua mania del gioco d'azzardo e i suoi debiti da pagare, seguito da un Sordi antipatico e sopra le righe come spesso in quegli anni. Tognazzi è relegato nella parte più breve e più insignificante, ma riesce comunque a emergere grazie alla simpatia. Piccole parti per lo stesso Riva, Dario Fo e uno strepitoso Virgilio Riento.
MEMORABILE: De Sica si gioca a poker con l'ufficiale giudiziario (Riento) i debiti e le bollette.
“Domenica è sempre Domenica, si sveglia la città con le campane...” recitava la sigla di chiusura del Musichiere, il quiz televisivo di successo della Rai condotto dal grande Mario Riva. Un’altra Italia e, soprattutto, un’altra televisione, abitata da semidei intoccabili, dove italiani delle più varie classi sociali, come il brillante e facoltoso industriale Alberto Carboni, la giovane e timida Maria Luisa oppure la domestica Lisa accarezzano, per un attimo, lo stesso sogno dorato della notorietà. Prezioso documento sociale e suggestivo libro della memoria.
MEMORABILE: Alberto Sordi nella macchietta del ricco industriale con la fissa della televisione; Gustosissima Andreina Pagnani nel ruolo di una signora snob.
Per chi ricorda i primi tempi della televisione è un film che riporta indietro a un'epoca più semplice, più provinciale e senza dubbio più felice. I protagonisti sono molti e disuguali, ma tutti molto simpatici (primo fra tutti Mario Riva). Tognazzi deve fare uno "sketch" da quattro soldi. Sordi è invadente ma è anche la parte che più diverte. La storia è ovvia ma non del tutto. Ben riuscito, considerate le sue modeste ambizioni.
MEMORABILE: Vittorio De Sica che autoironizza con la sua ludopatia.
Si tende a sovrastimarla per l'effetto nostalgia: in realtà si tratta di una commediola innocua e scorrevole, di notevole valore documentario quanto di modesta rilevanza. Su tutti spicca un De Sica aristocratico e cialtronesco, bruciato dalla passione indomabile per il gioco che gli gettare sul piatto della scommessa debiti e bollette (l'allusione autobiografica insaporisce il tutto). Bravo Sordi che fa Sordi nella maniera più accattivante. Simpatico Riva.
Simpatica commedia costruita sfruttando l'enorme successo del Musichiere televisivo. I vari episodi sono sostanzialmente indipendenti tra loro, ma la costruzione, per quanto semplice, funziona abbastanza bene. Il cast è la vera ragion d'essere della pellicola: Sordi, De Sica (che ripete il suo personaggio di giocatore tanto incallito quanto sfortunato), Tognazzi, il grande Virgilio Riento e persino Dario Fo in uno dei suoi rari ruoli al cinema.
MEMORABILE: Riento a De Sica: "Come, vi tagliano il gas e voi invitate degli ospiti?" "Beh, è una cena fredda...".
Un cast all star del periodo per un film che prende lo spunto dalla fortunata trasmissione di Riva e mette insieme alcuni dei grandi talenti del periodo. Commedia scanzonata, ma con qualche graffio di costume non male (come al solito, in questo primeggia Alberto Sordi, che ritroverà il Musichiere poco dopo con Il vigile) e con De Sica che prende in giro la propria ludopatia. Risate assicurate.
Personaggi di diversa estrazione puntano ad andare in televisione. La descrizione dell'Italia che si riuniva il sabato sera per guardare "Il musichiere" è il pretesto per inscenare una commedia di costume. Dei grandi nomi De Sica è a suo agio nei panni del perdente al gioco e Sordi efficace nel ruolo di integerrimo industriale che vuole togliersi lo sfizio del canto; Tognazzi è ai margini. Non molto riusciti gli interventi femminili tra la figlia con fidanzato spiantato e la moglie di Sordi che respinge le avance di Togliani.
MEMORABILE: Le bollette come puntate al poker; La paura di Tognazzi per l'ago; Le scarpe bianche dei concorrenti.
Film costruito su un celebre programma televisivo di quegli anni che col tempo ha perso parte del suo mordente. Le storie che si intrecciano sono comunque godibili e si lasciano seguire con un certo interesse grazie soprattutto al grande talento degli attori coinvolti (De Sica, Sordi e Tognazzi su tutti), che riescono col mestiere a nobilitare una sceneggiatura spesso scontata. La confezione è quantomeno decente ed è testimone del valido artigianato cinematografico che ha reso grande il cinema italiano del periodo. Per appassionati e nostalgici.
Una studentessa timida la cui famiglia è in difficoltà per colpa del vizio del gioco paterno, un industriale che trascura la moglie per inseguire il sogno di esibirsi sullo schermo, una procace cameriera bolognese: sono i personaggi le cui vicende incrociate finiscono per convergere nella partecipazione ad una puntata del Musichiere, quiz televisivo di grande successo. Lo spunto è esilissimo ma il film regala qualche sorriso grazie al cast, in particolare con De Sica e Riento impegnati in una partita a poker con le tasse come posta. Nel resto del cast, bene Sordi, meno Tognazzi.
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